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TMW RADIO - Rastelli: "Barella sembra all'Inter da una vita. Joao Pedro? Anche largo va bene"

di Dimitri Conti
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020
Massimo Rastelli intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'allenatore Massimo Rastelli si è collegato ai microfoni di TMW Radio, intervenendo nel corso della trasmissione Stadio Aperto, condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Per come stavano le cose 5-6 mesi penso sia un successo aver visto completati i campionati e che tutte le squadre, anche chi ha finito a fine agosto, abbia potuto lavorare e programmare. Bello che finalmente si riparta, anche se purtroppo ancora a porte chiuse: in questo momento è il male minore, conta che i campionati ricomincino".

Si aspettava queste tre neo-promosse in Serie A?
"Il Crotone, sulla base del grande girone di ritorno dell'anno scorso, è andato a immettere cinque-sei acquisti giusti dimostrando di meritare la promozione. La Cremonese che ho allenato fino a un certo punto, il Frosinone e l'Empoli forse avevano organici migliori, ma alla fine come sempre in Serie B è il campo a parlare e regalare grandi sorprese. La dimostrazione è lo Spezia: partito malissimo, all'allenatore è stato dato tempo e fiducia e i risultati si sono visti".

Lei ha allenato D'Ambrosio: nelle big c'è bisogno di giocatori come lui?
"Danilo era al primo anno da professionista: lui nasce esterno alto da 4-4-2, il classico tornante a tutta fascia con gran gamba, corsa e un discreto piede per l'età che aveva. Cresciuto tantissimo, io lo impostai da terzino: ci abbiamo lavorato tanto e anche lui ha capito che arretrare di qualche metro sarebbe stato meglio per la sua carriera. Ha delle doti umane come l'umiltà e anno dopo anno è cresciuto: il segreto è quello di migliorarsi, ed è il giusto premio per la sua determinazione".

Sempre su terzini e suoi ex giocatori, come giudica le ultime annate di Zappacosta?
"Un altro di quei ragazzi di grandissima prospettiva che ho potuto far crescere, prima che fossero bravissimi loro a proseguire: è arrivato fino al Chelsea ma degli infortuni a catena hanno pregiudicato il suo rendimento. Senza la condizione fisica non si rimane ad alti livelli, e spero possa superare i problemi".

Castrovilli, che ha avuto a Cremona, merita la 10 della Fiorentina?
"A novembre ho trovato un organico importante, un mix tra veterani e giovani di prospettiva. Gaetano aveva giocato con più continuità e lo conoscevo di più: abbiamo cercato di trovargli la giusta collocazione, perché giocava un po' ovunque, sia da esterno che da trequartista che da seconda punta. Da mezzala può fare una carriera importante e lo sta dimostrando, quest'anno è sembrato un veterano".

Anche Strefezza è tra chi ha allenato...
"Interessantissimo, è molto duttile. Nasce esterno d'attacco in un 4-3-3, però, oltre alle doti tecniche da brevilineo classico nel creare la superiorità, ha anche resistenza. A volte mi faceva il quinto a tutta fascia, e pure a Ferrara tante partite le ha giocate lì".

Come spiegare il boom di Joao Pedro?
"Le sue qualità tecniche sono indubbie, quando l'ho allenato veniva da un campionato importante in Brasile e si vedevano le sue doti, ma aveva discontinuità. E soprattutto non si trovava la giusta collocazione, una difficoltà che capita unendo i nostri canoni e i giocatori del Sudamerica. In B, quando avevo un parco attaccanti straordinario, tante volte l'ho schierato mezzala, così da far giocare tutti. Ha avuto una maturazione, secondo me il ruolo di seconda punta è quello che gli piace di più, è bravo a fare da raccordo con l'attaccante e nel movimento senza palla. Togliergli un po' di fase di non possesso, oltre alla maturazione dell'uomo, l'ha liberato".

Di Francesco utilizza il 4-3-3. Largo ce lo vede?
"Dipende da cosa gli può chiedere Eusebio in quella posizione. I numeri sulla lavagna sono fermi, ma in campo i calciatori si muovono e anche in un sistema di gioco predefinito puoi cambiare certi movimenti: in non possesso potrebbe stare largo, per poi magari accentrarsi quando si ha il pallone. Un po' come fa Insigne a Napoli".

Quanto è ambizioso Giulini?
"Ho avuto il piacere di allenare in quella grande piazza: il terzo anno non è andato come avrei voluto, ma sono comunque contento. Ha fatto tesoro della scottatura al primo anno: ha sempre parlato di crescita, anche se piccola e funzionali, ma di recente ha fatto investimenti importanti. Guarda sempre avanti per portare il Cagliari più in alto possibile".

Si aspettava un Barella così centrale nell'Inter?
"Ha sempre dimostrato personalità, chiaro che quando fai certi salti l'incognita rimane sempre. Invece con grande naturalezza e semplicità sembra essere all'Inter da una vita: merito a lui, gli faccio tanti complimenti".

Cosa bolle in pentola per lei?
"A inizio stagione qualche contatto c'è stato ma niente che potesse soddisfare le mie esigenze. In questo momento le panchine sono occupate, aspettiamo i prossimi mesi".

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Lunedì 6 Maggio 2024
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