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TMW RADIO - Pusceddu: "Cagliari all'ultima spiaggia. Se va in Serie B sia rifondazione sarda"

di Dimitri Conti
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Archivio Stadio Aperto 2020-2021
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Vittorio Pusceddu ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex difensore Vittorio Pusceddu è intervenuto in diretta a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini. L'intervista inizia dalle difficoltà del Cagliari: "Il mio punto di vista è che probabilmente all'inizio è stata sbagliata la campagna acquisti per il gioco che voleva fare Di Francesco. Poi con Semplici due vittorie e un pareggio che forse nell'andata neanche le avevi fatto. A gennaio hanno provato a riparare, ma senza riuscire a trovare il bandolo della matassa. Una squadra non allestita bene con la difesa troppo ballerina: ogni azione è un pericolo costante per Cragno, che è pure il miglior portiere della Serie A. Peccato perché davanti ci sono giocatori forti come Joao Pedro e Simeone... Il complesso fa sì che la classifica sia deficitaria. Mi viene pensare male da tifoso che si riescano a vincere cinque delle prossime otto... Il calcio è fatto però anche di queste cose, può succedere che anche chi si pensava salvo magari venga risucchiato nella bassa classifica dal Cagliari".

Gente come Nainggolan e Godin sono fuori contesto?
"Chi ha giocato in squadre forti ed è esperto dovrebbe portare quel tasso di qualità in più. Non è successo perché la squadra non è amalgamata bene... Godin e Nainggolan non giocavano da tanto, a centrocampo poi è venuto meno un uomo fondamentale come Rog".

Giulini paga il suo ruolo troppo centrale?
"Il presidente tira fuori i soldi e decide, ma serve anche avere uno staff di cui si fida. Capozucca è arrivato troppo tardi, la frittata era già fatta. Non so come andrà, ma da tifoso spero che non si finisca con una brutta figura come sta succedendo adesso. C'è lo scontro diretto col Benevento, che può essere importante, ma al Cagliari mancano determinazione e tanti punti, per esempio le sconfitte con Spezia e Torino, o Verona. Se non è l'ultima spiaggia, quasi".

Lo Spezia è la grande sorpresa?
"Una squadra che gioca bene, esprimono un buonissimo calcio grazie ad un allenatore giovane che dà un contributo importante. Per un periodo andava bene anche il Benevento, poi si è un po' perso per strada... L'ultima comunque col Sassuolo il migliore in campo è stato Consigli, che ha fatto la differenza per la sua squadra. Tra le medio-piccole direi però il Verona, è quella che sta andando meglio".

Fiorentina e Torino le grandi delusioni?
"Torino e Fiorentina sono attrezzate per stare più su, ma stanno pagando delle stagioni nate male. Da quando è arrivato Nicola il Torino ha fatto punti, mentre a Firenze l'arrivo di Prandelli non ha portato i benefici che ci si aspettava. Però hanno un attaccante che fa gol, e anche se dietro sono leggerini, segnano: pure prendendone troppi, questo diventa importante. Il Cagliari invece non segna, per loro è dura salvarsi così".

C'è qualcosa che ha permesso all'Inter di allungare?
"Sì, la Juventus. Era nata per vincere il campionato ma si sono fidati di Pirlo, che però si è rivelato inesperto. Credo sia una mossa a lungo termine, per i prossimi 2-3 anni. Certo, dopo nove Scudetti vincere il decimo sarebbe stato straordinario... Conte vince col contropiede, davanti ha una coppia d'attacco spettacolare, tra le più forti che ci sono in Europa. Tranne il Milan per un periodo nessuno ha tenuto il passo dell'Inter".

Quale allenatore emergente è più pronto per una big?
"De Zerbi. Allena già da qualche anno e ha sempre fatto bene, il suo Sassuolo gioca un bel calcio. Per me è l'allenatore del futuro: già pronto, smaliziato, ha le sue idee calcistiche e le sue tattiche. Pronto per il salto di categoria, senza togliere niente a nessuno. Sia Italiano con lo Spezia che Dionisi e Zanetti in B stanno facendo buone cose".

Dove sbagliamo nei settori giovanili?
"Quando ero a Cagliari avevo notato troppi stranieri nelle giovanili, che finiscono a togliere il posto ad italiani molto bravi. In nazionale abbiamo visto giovani che stanno recuperando posizioni a livello di ranking: se li fai giocare, gli italiani non sono inferiori. Quando allenavo il settore giovanile del Cagliari erano tutti sardi e abbiamo tirato fuori i vari Barella, Sau, Murru, Pinna, Deiola, ora c'è Carboni che era nostro giocatore con Matteoli responsabile".

In caso di retrocessione il Cagliari potrebbe ritrovare un legame con la sua terra?
"Già oggi leggevo del rinnovo di Carboni fino al 2025. Deiola sta giocando poco ma per me non avrebbe demeritato, se fosse stato usato con continuità visto che è alto uno e novanta. Quando ha giocato, a Spezia e Lecce, ha fatto la sua figura. Se retrocedessero molti big, per primo credo Cragno, chiederanno di essere ceduti. Ma anche Joao Pedro non vorrà giocare in Serie B, o gli stessi Godin e Rugani. Ci sarà la rifondazione e speriamo riparta dai giovani sardi che abbiamo in giro, e che meritano maggiore continuità".

Come sta andando con la Sardegna?
"Purtroppo ci siamo trovati solamente a pranzo, per colpa del Covid. Ci sono giocatori importanti, potrebbero giocare pure i vari Deiola, Pinna, o Mancosu del Lecce. C'è un certo Marco Piredda, che io e Matteoli paragoniamo a Barella e che ha avuto la sfortuna di farsi male molte volte quando poteva fare il salto di qualità e ora gioca in categorie che non gli competono. Proviamo anche a recuperarli".

L'Italia può puntare al podio nei prossimi Europei?
"Si tratta sempre di chi trovi negli scontri diretti che capiteranno. Se sei fortunato magari fino alla semifinali trovi formazioni battibili... Per il calcio che sta esprimendo, si può sperare".

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