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TMW RADIO - Pellissier: "Obiettivo Clivense in D. Sogno il derby Chievo di Delneri-Hellas di Tudor"

di Dimitri Conti
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Archivio Stadio Aperto 2020-2021
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Sergio Pellissier ai microfoni di Dimitri Conti e Niccolò Ceccarini
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Sergio Pellissier, presidente della Clivense, è intervenuto in diretta durante Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Niccolò Ceccarini e Dimitri Conti: "Dopo due settimane dalla creazione della squadra abbiamo perso 5-1 la prima amichevole: ero timoroso per l'imminente inizio del campionato, che invece abbiamo vinto. Da lì sono arrivati successi consecutivi e tante altre belle cose, non pensavamo di farcela: l'inatteso è sempre molto bello".

Sperate nella Serie D?
"Già lo scorso anno ci speravamo, però mancava liquidità: presidente e sindaco ci hanno detto che con un progetto importante, avrebbero messo in palio il titolo sportivo per quello successivo. In qualsiasi modo, dobbiamo arrivare alla D".

Ci spiega che passaggi attendete?
"C'è l'articolo 52 NOIF che parla di titolo sportivo rimesso in palio nella categoria in cui una determinata squadra sia chiamata a ripartire. Non c'è scritto nelle regole che non si può mettere in palio il titolo un anno dopo, ma come prassi si è sempre fatto in quello subito successivo alla non-iscrizione. La regola non è scritta, si potrebbe fare. Il calcio ha bisogno di cose nuove per tornare quello vero".

Si aspettava questo Milan?
"No, ma nei due anni precedenti hanno costruito il gruppo e trasformato giocatori ottimi, ma non dei migliori, in una squadra. Tutti remano dalla stessa parte, anche chi non gioca, e l'allenatore riesce ad amalgamare il tutto: così riesci nelle grandi imprese. Meriterebbero lo Scudetto, anche come dirigenza: sono tra i pochi ad essere andati contro un procuratore".

Quanti rimpianti rischia di covare l'Inter?
"Qualche colpa ce l'hanno, credo si stiano mordendo l'intero avambraccio: avevano il coltello dalla parte del manico, vincendo a Bologna il destino era dalla loro parte. Hanno fatto un grande campionato pur con numerosi errori, così come Milan e Napoli però".

L'Inter l'ha mai cercata?
"Volevano me come uno che potesse contribuire dalla panchina ma il Chievo e il suo presidente non hanno mai voluto darmi via, le offerte passavano dalla società che se ne stava abbastanza zitta (ride, ndr)".

Che dire dell'annata della Juventus?
"Allegri non aveva i giocatori per fare bene come nella sua prima parentesi alla Juventus, non c'è chi fa la differenza nello spogliatoio. Quest'annata è un fallimento, sopratutto se si è abituati a vederla sempre vincere, però hanno cambiato tantissimo, senza migliorare troppo".

Il Napoli che campionato ha fatto?
"Grande, pur sbagliando. Spalletti ha detto apertamente che la squadra ha mancato il salto di qualità al momento del bisogno, sa cosa sia successo. Però era da un po' che il Napoli non andava così bene, rischiando pure di vincere il campionato. Non mi sono dispiaciuti, ma per vincere il campionato non devi sbagliare con le piccole. Soprattutto in casa...".

Come giudicare la stagione a Firenze del suo ex compagno di squadra Italiano?
"O vince o perde, punta a giocare e quando fai così rischi anche di prenderle. Negli ultimi anni, fortuna o no, ha vinto spessissimo: in C, in B e poi ha fatto benissimo salvando lo Spezia e aggiungendo 20 punti alla scorsa stagione. Può ancora raggiungere l'Europa, qualche allenatore più abituato a certi livelli magari avrebbe sprecato meno partite ma gli si può concedere".

Che derby sarebbe oggi contro l'Hellas Verona di Tudor?
"Negli ultimi 2-3 anni hanno fatto più che bene. Anche questa è una squadra che ha voglia di vincere e non bada ai gol presi, facendo divertire se stessi e i loro tifosi. Contro il Chievo di Delneri dei primi anni sarebbe stato uno dei derby più belli possibili, sarebbe stato bello vedere a confronto quel Chievo, il primo e vero, contro l'Hellas di adesso".

Perché gli attaccanti italiani faticano a emergere?
"Ai miei tempi, io compreso, gli attaccanti arrivavano dopo la gavetta e giocavano perché erano i più forti. Magari di campioni non ne avrai tanti, ma così facendo avrai tanti giocatori formati".

Come considerare l'impresa di Nicola con la Salernitana?
"Sta facendo una cosa straordinaria e non è nemmeno la prima volta. La cosa più bella che può esserci nel calcio: non sempre i più forti vincono, ma chi realmente vuole portarsi la posta a casa".

Quanto conterebbe una vittoria della Roma in Conference?
"Sarebbe un modo per migliorarsi, raggiungere un obiettivo per darsene un altro. Da italiano spero sempre nelle italiane in Europa, spero che la Roma riesca a dare questa soddisfazione agli italiani, tiferò per loro perché voglio che la Conference sia portata in Italia".

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