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TMW RADIO - Montervino: "L'ambiente Napoli deve crescere. Anguissa colpo da Premio Nobel"

di Dimitri Conti
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Archivio Stadio Aperto 2020-2021
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Francesco Montervino intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex centrocampista Francesco Montervino, oggi ds del Taranto, è così intervenuto in diretta a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Sapevamo di poter costruire una squadra per poterci togliere soddisfazioni. Il compito del Taranto è di mantenere la categoria ma avendo vinto più volte questo campionato, so che servono tenacia e determinazione e il nostro gruppo ne ha. Ovviamente c'è differenza tecnica ed economica con Bari, Avellino, Catanzaro e Palermo ma non poniamo limiti alla provvidenza. Speriamo di poter far divertire i nostri tifosi".

Quale la più grande soddisfazione?
"Quella di aver vinto un campionato sul campo dopo vent'anni che il Taranto non lo faceva. Ho visto 15mila persone intorno allo stadio e onestamente è stato bello vedere i miei concittadini così emozionati, in lacrime. L'augurio è che di qui a qualche anno si possa pensare a cose più importanti, per ora l'obiettivo è rimanere in Serie C".

Che Serie C ha ritrovato?
"Con tante squadre sullo stesso livello, organizzate, che estremizzano anche il concetto di bel calcio. Ci sono tanti allenatori giovani e preparati, poi però chi vuole vincere ha fatto scelte esattamente opposte, con nomi blasonati e che fanno un calcio più prudente e meticoloso, forse il più vincente in Italia".

Se l'immaginava questa partenza di Spalletti a Napoli?
"Sarà per il rapporto e la stima che ho con lui, ma io me l'aspettavo. Ha una squadra forte, serviva un allenatore che tirasse fuori il meglio da tutti i calciatori insieme, non tre-quattro alla volta. In questo Spalletti è il miglior interprete, si impone e insegna calcio. Venti anni fa era vent'anni avanti, quindi adesso è perfetto".

Ora quale errore non deve commettere?
"A Napoli c'è bisogno di una crescita generale: della società, dell'ambiente, di tutti coloro che stanno intorno al Napoli, compresi i giornalisti. Ci sono professionisti fantastici ma anche aree troppo tifose, che si galvanizzano eccessivamente quando arrivano queste vittorie. Adesso ci si aspetta che a gennaio il Napoli non commetta i soliti errori e possa fare un sacrificio per arrivare all'obiettivo grosso: me l'auguro fortemente. La società ha le sue idee, e forse per vincere qualcuna deve rivederla".

Anguissa è un colpo da maestro?
"Un'operazione da Premio Nobel. Giuntoli ha azzeccato diverse operazioni utili per alleggerire il bilancio: non capisco dove siano le difficoltà, essere così bravi e non vincere infastidisce. Mi auguro che possa colmare quelle piccole lacuna a gennaio: sono anni che a Napoli si gioca terzino Mario Rui e il resto tutti adattati. Questa la condanna più grossa che si fa".

Vede aperture sul rinnovo di Insigne?
"Non esiste un Napoli senza Insigne, sarebbe uno smacco troppo grosso per città e società, è uno che muore per la maglia e dimostra sul campo di essere il miglior italiano che c'è in questo momento. Sarebbe sciocco non rinnovare un calciatore così, una follia".

Quanto pesa la vittoria della Salernitana sul Genoa?
"Su quel pallone di Djuric c'era un termine, c'era scritto 'speranza'. La squadra è stata fatta in condizioni non eccezionali visto quanto è stato passato quest'estate, credo si sia fatto il massimo. L'acquisto di Ribery ha fatto vedere questa squadra in maniera diversa anche alla gente. C'è da fare tantissima strada, ma con il gol di Djuric ha riacceso la speranza, possono provare a giocarsela fino all'ultima giornata. La Salernitana non ha mai avuto un ruolo da protagonista negli altri due campionati di Serie A giocati, spero che questa volta possano".

Che avventura sarà per Ranieri al Watford?
"Sarà l'ennesimo capolavoro, senza volergliela tirare: è un allenatore troppo serio, una persona troppo perbene per non allenare. Sa far giocare bene le sue squadre, è capace di fare l'ennesimo miracolo".

Quanto pesa l'aspetto pubblico in Serie C?
"Se penso che di mercoledì alle 17.30 avevamo quasi 5mila persone allo stadio mi fa capire quanta voglia di tifare abbia la gente. Per noi è fondamentale su due aspetti, motivazionale ed economico. Mettere i tifosi nelle condizioni di poter venire in massa allo stadio sarebbe uno dei modi per la sopravvivenza economica. Poi ripenso a cosa mi disse il ds del Bari quando venne a vedere la partita col Palermo: 'Cavolo, vi spingono eh...'".

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