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TMW RADIO - Foscarini: "Bonazzoli deve specchiarsi meno. Atalanta, scelta logica con Gomez"

di Dimitri Conti
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Archivio Stadio Aperto 2020-2021
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Claudio Foscarini intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'allenatore Claudio Foscarini è intervenuto in diretta a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Un corso longevo come il mio al Cittadella è una rarità, ma vedo che con Venturato stanno dando un prosieguo. L'allenatore non viene cambiato molto spesso, la valutazione che veniva fatta era soprattutto sulla persona".

Questo è fare calcio?
"Assolutamente. Dovrebbe essere l'ottica di ogni società quella di valorizzare i giovani, guardavo le squadre di Serie B e vedo che tutte quante vogliono vincere ed essere protagoniste, ma ne passano solo tre. Anche l'ultima in classifica, sotto sotto, covava ambizioni di andare verso l'alto, ma esistono valori e potenzialità da valutare bene. Vedo invece che tutti i presidenti guardano solo alla massima serie".

Manca sempre quel centesimo per fare un euro?
"Sì, è vero, ma sono convinto che quando una società è sana e porta avanti certe filosofie, prima o poi l'obiettivo lo centra. Lì non ci si monta la testa se si vince una partita, ma neanche ci si deprime se se ne perde una: la strada è quella, e prima o poi si arriva. Il segreto del Cittadella è nell'ambiente, al di là della bravura di chi allena e del ds che sa trovare giocatori sconosciuti dalla Serie C".

Baselli quanto è stato rallentato dagli infortuni?
"Penso che ancora non lo si conosca veramente, ha doti tecniche, umane e caratteriali che pochi sanno. Qualche anno fa, lui veniva dall'Atalanta, gli ho dato la responsabilità di prendere il centrocampo contro l'Ascoli, partita che ci serviva per salvarci. Lui mi ha detto che l'avrebbe fatto, e la cosa mi ha meravigliato perché un ventenne spesso non ha la personalità o la baldanza di dire che c'è. Tecnicamente sapevo fosse un buon giocatore, mi ha meravigliato per autorevolezza. Il suo rientro sarà di grande giovamento, l'allenatore ritroverà uno di qualità, che sa prendersi la palla quando scotta, la responsabilità delle giocate".

Il Monza sarà il nuovo Benevento o sarà equilibrio fino in fondo com'è ora?
"Devo dire che ieri è stata una giornata bellissima, tutto fino all'ultimo secondo. Di solito nei turni infrasettimanali non si vede grande intensità... Pensiamo che ci sono stati tanti gol, e sei-sette sono arrivati al novantesimo: significa che ci sono squadre che non si sono mai arrese, ed hanno cercato il risultato, vedi la Salernitana che ha ripreso due gol. Sono convinto che il Monza si sia rafforzato alla grande, con gli ultimi acquisti ha completato e aumentato la qualità della rosa, ma finora non ho visto squadre, né loro né l'Empoli o il Lecce, con quella cattiveria che vedevo nel Benevento di andare a cercare il risultato. Vedo comunque bravi allenatori e squadre ben organizzate nelle due fasi, e credo ci sarà equilibrio fino in fondo. Il Monza è a pochi punti dalla vetta, e dovrà dimostrare di meritarsela, ma fin qui non ho visto l'atteggiamento che aveva quel Benevento".

Dionisi le piace?
"L'Empoli è una delle squadre che mi piacciono maggiormente, assieme al Venezia. Persino il Cosenza, a tratti, anche se sta lottando per la salvezza. Dionisi è un allenatore che due anni fa ho seguito a Venezia, ho visionato per una settimana il suo atteggiamento e il suo modo di allenare. Mi ha sorpreso soprattutto per la sua semplicità, non fa cose astruse. Il suo segreto, oltre le idee, penso sia nel rapporto che ha con la squadra, una coesione difficile da vedere".

C'è il rischio che il percorso di crescita di Bonazzoli rallenti per il poco spazio?
"Sì, è vero. Questo è un giocatore di qualità immensa, ha forza nelle gambe e secondo me, per le potenzialità che ha, sarebbe da Serie A medio-alta. Ha numeri, tecnica, tutto... Pure il carattere per fare le cose. Dovrebbe stare in squadre di una certa qualità, ma deve capire che deve giocare anche con i compagni, e non solo il suo calcio ma quello cui ti indirizza l'allenatore. A volte si compiace troppo, ma se gioca per la squadra è devastante. Vedo che allenatori come Ranieri hanno storto il naso per questo, se cercasse più i compagni valorizzerebbe molto le qualità che ha".

Come la giudica la gestione del caso Gomez nell'Atalanta? Sarà un'assenza che si farà sentire?
"Vivo a Bergamo, sono anche ex atalantino, le loro vicende le seguo da vicino. La forza della proprietà si sente, soprattutto: credo che Percassi sia il presidente più lungimirante della Serie A, uno che guarda molto oltre. Conseguito il risultato, pensa subito a cosa migliorare senza mai bearsi, con idee nuove. Lungimirante, e con dei valori: con la vicenda del Papu la società ha preso la decisione più logica e giusta, rafforzando l'allenatore. All'inizio magari hanno tentato di concordare assieme, quando si è visto che non si poteva è arrivato un taglio netto ed era l'unica strada da portare avanti. Gasperini ha ritrovato subito equilibrio valorizzando Pessina, che ti dà anche più nella fase difensiva. Credo si siano già dimenticati del Papu, anche se in certe partite chi scardina le difese è solo uno, Ilicic, prima ce ne erano due. In una competizione come la Champions potrebbe pesare".

Credeva quando giocava lì che l'Atalanta sarebbe arrivata fin qui?
"Assolutamente no, ma sai cos'è, è la dedizione, la serietà... I mezzi ci vogliono, ma soprattutto le idee chiare, e investire, sia sulla squadra che sulle strutture. Questo ti ripaga".

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