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TMW RADIO - Fiore: "Niente Mondiale sarebbe un dramma. Mi preoccupa il ricambio in difesa"

di Dimitri Conti
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Archivio Stadio Aperto 2020-2021
TMW Radio
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Stefano Fiore ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolo Ceccarini
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L'ex centrocampista Stefano Fiore ha parlato a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini, iniziando dalle scelte di Mancini per il primo playoff cui è attesa stasera l'Italia: "Mi aspettavo certe scelte del ct, non sono partite per esperimenti questi o per caricare troppo di responsabilità chi non fa parte stabilmente del gruppo".

Come reagire all'assenza di esclusioni eccellenti?
"Paradossale se pensiamo che siamo campioni d'Europa, anche se il nostro campionato ormai da qualche anno non è il migliore a livello europeo. Il mister ha fatto un grandissimo lavoro, andando oltre le aspettative. Se guardiamo più in là c'è da essere preoccupati, ma adesso rimaniamo uniti e concentrati per quelle che speriamo siano due partite. Non andare al Mondiale sarebbe un dramma, sportivamente parlando".

Come lo vede Mancini?
"In controllo, anche se è preoccupato. Lascia trasparire sicurezza e fiducia, tanto che ha detto di voler vincere il Mondiale: sembra andare oltre, ma io in quelle parole vedo il solito Mancini, di personalità e carisma che cerca di infondere serenità a tutto l'ambiente. Guai a piangersi addosso o partire battuti".

Vede qualcuno su cui puntare?
"A centrocampo abbiamo ottime speranze. Penso a Frattesi, o Pellegrini che ad esempio non era all'Europeo, Tonali... Negli altri reparti non abbiamo giocatori straordinari, serve continuare a lavorare coi settori giovanili e farlo bene. Il reparto che mi è preoccupa è la difesa, tra poco Chiellini e Bonucci abdicheranno e ci sarà necessità di un rinnovamento profondo".

In Italia c'è un problema generazionale?
"Sì, inutile negarlo. Non abbondiamo di individualità ottime".

Il movimento deve toccare il fondo per non ignorare le sue difficoltà?
"Ci lasciamo un po' condizionare dai risultati e la vittoria dell'Europeo ci ha un po' ripagati del precedente Mondiale ma ora non abbiamo vinto neanche questo girone e ci ritroviamo di nuovo agli spareggi. Spero di andare al Mondiale ma anche di aprire una riflessione più ampia sul futuro".

Cosa rimane alla Lazio dopo il derby perso così?
"Perdere un derby in malo modo non aiuta né sull'immediato né nel prossimo futuro, troppo spesso la delusione finisce per offuscare nella Capitale. Più di una volta quest'anno la Lazio sembrava sulla giusta strada salvo poi fare tonfi clamorosi. Per me Sarri sta lavorando bene ma ha bisogno di una rifondazione, di giocatori più dentro la sua idea di gioco: farebbero bene a seguire le sue indicazioni".

Il Milan può avere fiducia nello Scudetto?
"Secondo me sì, hanno superato un periodo di episodi sfortunati e con un paio di torti arbitrali che ne hanno complicato il cammino, ma hanno sopperito bene e ne sono usciti rafforzati. Hanno un piccolo vantaggio, vedo una grande unione di intenti ad ogni livello, partendo dalla società".

Renato Sanches ideale per il centrocampo di Pioli?
"Somiglia abbastanza a Kessie come caratteristiche, come profilo potrebbe calzare a pennello. Il Milan è molto attento a ciò che accade, seppure abbia ricevuto anche qualche critica".

Quale vede come soluzione definitiva per il post-Vlahovic alla Fiorentina?
"Non è facile trovare un profilo che si avvicini a Vlahovic, uno che ha qualità e personalità e le ha fatte già vedere anche alla Juve. Pensare di sostituirlo in maniera efficiente diventa complicato, ci proveranno: la Fiorentina ha un progetto cui serve un finalizzatore di un certo tipo, ma comunque stanno lavorando benissimo grazie a un impianto di gioco bello e riconoscibile. Con l'identità puoi sopperire pure a mancanze di talento".

Meglio puntare su profili adatti al calcio di Italiano?
"Hanno dei giocatori di prospettiva e che potrebbero segnare di più, come Gonzalez o Ikoné. Anche in mezzo potenzialmente qualche gol c'è, tra Castrovilli e Bonaventura. Se poi davanti trovano uno da venti gol, meglio!".

Come spiegarsi il calo dell'Inter?
"Ciò che sta accadendo rientra in una sua logica: Inzaghi è bravo e non si discute, per la prima volta però è uscito dalla sua comfort zone, da una famiglia dove non gli si chiedeva necessariamente di vincere qualcosa, nonostante ci sia riuscito. Arrivare nella squadra campione, dove anche arrivare secondo può essere considerato un piccolo fallimento, non è facile da gestire neanche per un allenatore bravo. Vedo il peso che ha la sua gestione, paga l'inesperienza con un gruppo così importante anche se non mi sembra ancora fuori dalla lotta Scudetto".

L'Udinese sta facendo quanto atteso?
"De Paul era un giocatore determinante per l'Udinese e direi che ci si aspettavano nella parte destra della classifica. Sono forse la squadra più fisica del campionato e a mio parere hanno sentito l'assenza di Pereyra, non a caso sono migliorati da quando è rientrato".

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