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TMW RADIO - Ferrante: "Longo cuore Toro. Mazzarri? Colpe di tutti"

di Riccardo Caponetti
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Archivio Stadio Aperto 2020
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Archivio Stadio Aperto 2020
Marco Ferrante sul Torino, su Mazzarri e Longo, su Giampaolo e Quagliarella e su un ricordo di Gaucci. In studio Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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“Una squadra importante come il Torino non può prendere 15 gol in una settimana". A parlare è Marco Ferrante, in passato giocatore granata, ospite di TMWRadio durante 'Stadio Aperto'. L'ex attaccante ha poi continuando commentando l'addio del tecnico Mazzarri:

"La scelta presa, per tutti, è la cosa migliore. Inoltre non si è optato per un traghettatore, ma per un ragazzo cresciuto in granata e che ha vinto qualcosa anche con la primavera. Mi auguro che faccia bene. Ci ho giocato diversi anni insieme, condividendo lo spogliatoio. È un lottatore, ha il cuore Toro: questo è l’aggettivo migliore per definirlo. Nonostante fosse giovane quando giocavamo, era sempre solito a dare consigli ai compagni”.

Perché è sparito lo spirito granata?
“È la prima volta che sono in difficoltà nel rispondere a queste domande. Il Torino mi è sembrato rinunciatario, anche quando attaccava, lo faceva senza convinzione. E invece andava sempre in difficoltà quando la palla l’avevano gli altri. Non so cosa sia successo, forse non condividevano più quello che diceva il tecnico. Ma la maglia va sempre rispettata. Non è solo colpa della difesa, bisogna fare un discorso generale, c’è stato un calo corale”.

Può avvicinarsi all'Europa League questo Torino?
"Inizialmente pensavo di sì, l'organico era cambiato poco rispetto all'anno scorso, quando la squadra aveva fatto bene. Adesso forse la coperta è un po' corta, mi viene da pensare e da chiedermi quale sia il vero Toro: se questo o quello della stagione passata. Il cammino granata è molto tortuoso, ora verrà su anche il Napoli e diventa proibitivo pensare al raggiungimento dell'Europa League. Il Torino deve pensare a finire in modo dignitoso il campionato".

Sulle mosse del mercato estivo:
"Tante verità purtroppo non le sappiamo. La sensazione è che dal mercato si è mosso poco e male: se si vuole andare lontano, ogni anno bisogna aggiungere un tassello. Verdi è un acquisto oneroso, è un giocatore importante con caratteristiche che possono servire, ma ancora non si è visto nel Torino. C'è bisogno anche di un play e di un supporto ulteriore a Belotti". 

Sono ancora alla pari Immobile e Belotti nelle gerarchie di Mancini per Euro 2020?
"Secondo me è troppo presto per dirlo, l'Europeo è ancora lontano. Purtroppo con Mancini o gioca uno o gioca l'altro. Adesso è avanti anni luce Immobile, anche per la classifica e il gioco della Lazio, che lo mette sempre nelle migliori condizioni di calciare. Speriamo che entrambi ci facciano esultare quest'estate". 

La perdita di Petrachi può aver inciso?
"Ha fatto un grande lavoro a Torino, che è una piazza difficile. Si era rotto un qualcosa tra lui e Cairo, altrimenti non so se avrebbe cambiato città e club. La poca esperienza del neo direttore Bava non ha influito sulla classifica del Toro di oggi, la cui ossatura è rimasta intatta. È troppo limitativo dare la colpa al ds, alla fine chi va in campo sono i calciatori. Sarebbe giusto prendersi le proprie responsabilità, hanno mandato via l'allenatore i giocatori granata".

Il rendimento di Zaza?
"Non è la sua piazza questa, è stato sempre visto con scetticismo. Conoscendo le caratteristiche e la sua fame, ero iper felice quando è stato preso. Poteva rispecchiare il cuore Toro, non si risparmia mai e suda sette magliette. Ma non so perché non abbia espresso il suo valore. La sfida di Longo è anche ritrovare un giocatore del genere a supporto di Belotti, che non può rimanere sempre solo con gli esterni. Non capisco perchè non abbia mai giocato con due punte Mazzarri, delle volte servono. L'Inter voleva Zaza? Questo dimostra che non sono stupidi..."

Esposito e Sanchez sono sufficienti come riserve di Lautaro e Lukaku all'Inter?
"Secondo me no, sarei stato curioso se fosse arrivato Giroud, che è una prima donna. La differenza tra Inter e Juventus è che se nell'Inter un giocatore forte parte fuori, può creare qualche malumore. Nella Juventus invece tutti stanno zitti e pedalano. La mentalità vincente in nerazzurro ancora non c'è, tutti arrivano e vogliono scendere in campo. Conte ancora non è riuscito a portarla".

Giampaolo si è bruciato?
"Conosco molto bene il personaggio e il suo valore. Per me è stato quasi uno dei migliori che abbia mai avuto. Allenatori come lui nei club di prima fascia hanno delle difficoltà, questo è successo anche con Gasperini. Per esempio non è successo con Allegri, quando dal Cagliari è andato alla Juventus. Questo dipende dal carattere con cui uno si pone davanti ai calciatori importanti. Giampaolo è molto preparato, legge benissimo la partita, ma secondo me ha un limite, se così si può chiamare, che è troppo chiuso". 

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Sabato 4 Maggio 2024
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