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TMW RADIO - Ds Empoli: "Dionisi predestinato. Vorremmo tenere Bajrami e Ricci un altro anno"

di Dimitri Conti
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Archivio Stadio Aperto 2020-2021
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Pietro Accardi, direttore sportivo dell’Empoli, ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Pietro Accardi, ds dell'Empoli, ha parlato a TMW Radio nel corso della trasmissione Stadio Aperto con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Il campionato di Serie B è sempre stato molto difficile, quest'anno secondo me ancora di più visto il cammino di tante squadre, compresi noi. Fino ad oggi non abbiamo mai fatto calcoli, ragionando partita dopo partita. La nostra concentrazione è volta solo a sabato contro l'Ascoli".

Giuste le attenzioni verso Dionisi?
"I risultati che l'Empoli fino ad oggi ha ottenuto sono sotto gli occhi di tutti, ed è perché l'allenatore è entrato subito in sintonia con l'ambiente, facendosi apprezzare per competenze e capacità gestionale. C'è stima da parte nostra, pensiamo sia un predestinato e speriamo di godercelo più possibile".

Quante telefonate ha ricevuto per lui?
"Risposta semplicissima, nessuna. Sono sincero, e credo neanche lui. Le società sono tutte concentrate a finire al meglio i propri campionati".

Una sola sconfitta...
"Risultato straordinario grazie alla crescita continua di questi ragazzi. Siamo passati attraverso delle difficoltà durante il campionato, non ultimo quando siamo stati fermati per il Covid. Devo fare i complimenti al gruppo, spero possiamo continuare così".

Bajrami il suo acquisto di punta?
"Lo seguivamo da tempo. Il Grasshopper l'anno scorso aveva aperto alla cessione e ci siamo infilati, riuscendo a portarcelo a casa. Ha ancora margini di crescita, è applicato e ha voglia di migliorarsi. Qualità che ricerchiamo".

Ci sta pensando la Fiorentina?
"Vorremmo tenerlo ancora un altro anno, per fargli completare la crescita, anche se come realtà siamo sempre disponibili ad ascoltare eventuali richieste. Ufficialmente non ne abbiamo".

State rilanciando Matos.
"Siamo soddisfatti del suo rendimento. Molto bravo l'allenatore a metterlo nelle migliori condizioni per esprimersi: solitamente ha giocato da attaccante esterno, mentre Dionisi l'ha messo da seconda punta e sta facendo anche parecchi gol".

Perché Mancuso è ancora in Serie B?
"Può sembrare strano per le qualità che ha, ma a volte i giocatori maturano più tardi. Può togliersi ancora tante soddisfazioni".

Su Ricci che dice?
"Che è cresciuto ma può farlo ancora. Pensiamo di tenerlo e farlo crescere ulteriormente, ma vale il discorso precedente: siamo aperti e vigili a valutare se ci saranno eventuali offerte".

Il percorso di Traore al Sassuolo è quello che si immaginava?
"Sì, aveva mostrato grandi qualità: è un 2000 al terzo anno di Serie A, questo già fa capire lo spessore del giocatore".

Bennacer è persino troppo imprescindibile per il Milan?
"Ha fatto un salto importante, si è dovuto adattare ad una realtà come il Milan ma sulle qualità nessun dubbio, è un caratteriale e sapevo potesse imporsi anche in rossonero".

Le sarebbe piaciuto vedere Sarri alla Fiorentina?
"(ride, ndr) Qui a Empoli ha lasciato un ricordo indelebile, ne ricordiamo e ci parliamo spesso dei momenti passati assieme. Credo sia giusto abbia una panchina importante: Fiorentina o Roma deciderà lui, io so solo che non voglio vederlo a casa perché il suo è un calcio propositivo che fa divertire tutti gli appassionati".

Col senno di poi, l'annata alla Juventus va rivalutata?
"Dopo è troppo semplice, oggi tutti stanno ripensando alla gestione Sarri. Quando mi chiedevano della sua stagione, per me era stata molto positiva: vincere uno Scudetto, anche alla Juve, non è mai facile, considerando poi le difficoltà arrivate col blocco dei campionati. C'erano tanti punti interrogativi sulla ripartenza".

Utile la discussione tra giochisti e risultatisti?
"Noi siamo una squadra che predilige il gioco, di conseguenza sposiamo la costruzione dal basso ma va contestualizzata nei momenti della partita. A volte si può, altri devi rischiare meno".

Serve che il vostro modello di sostenibilità si allarghi a tutte?
"Quello che è successo deve farci riflettere e darci la possibilità di rivedere alcune cose. Fortunatamente la Superlega è nata e morta subito, il calcio è sempre stato meritocrazia e spesso scritto da favole che hanno fatto sognare i tifosi".

Si aspettava una lotta salvezza così eterogenea in Serie A?
"Può dipendere da tanti fattori, tra questi la componente stadio. Ci sono giocatori abituati a un certo tipo di pressione, venuta meno con la mancanza del tifoso. Vanno viste le dinamiche di ogni singola realtà".

Quanto aiuta un ambiente come il vostro nel percorso di crescita dei giovani?
"Fa la differenza. Si dà loro la possibilità di crescere e sbagliare, ma questo dipende dagli obiettivi che le società si danno ad inizio stagione. Con una certa mentalità è più semplice rischiare qualche giovane in più".

Questo è un gap culturale?
"I 2002 potrebbero anche giocare in Serie A, ma dobbiamo sempre consentirgli di sbagliare. Più sono grandi gli obiettivi e, spesso, più manca il coraggio di lanciare i giovani. Rimanendo sul tema, c'è Vlahovic che sta facendo bene in Serie A ed è un 2000. Brava la Fiorentina a proteggere, supportare e sostenere un giocatore che oggi fa la differenza quando tutti cercavano attaccanti".

Esempio unico?
"La Juventus ha speso tanti soldi per Kulusevski, ragazzo del 2000, la stessa età che ha Singo del Torino. Ci sono giovani interessanti nel nostro campionato".

Non contano solo i soldi.
"Certo, le idee fanno la differenza a prescindere dall'aspetto economico. Il Crotone è un esempio per tutti: fa un certo calcio, tirando fuori scoperte notevoli ogni anno".

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