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TMW RADIO - Ag. Rugani: "Non è una comparsa della Juventus. Futuro? Ora è prematuro"

di Dimitri Conti
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© foto di Federico De Luca
Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020
Davide Torchia, Ag. Rugani e Torregrossa, ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Davide Torchia, procuratore sportivo che tra i suoi assistiti ha anche Daniele Rugani della Juventus ed Ernesto Torregrossa del Brescia, è intervenuto in diretta nel corso di Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini, esordendo nel suo ragionamento parlando dell'attaccante delle Rondinelle ma anche della situazione legata a Mario Balotelli: "Al di là dei singoli, la posizione di classifica complicata che ha il Brescia. Dalla sua c'è il dubbio sulle tante partite ravvicinate, che magari potrebbero stravolgere le posizioni di classifica. La situazione però è un pochettino compromessa: riconosco che poteva succedere, però non sono arrivati dei danni al club. Ho sempre un occhio particolare, perché noi in Italia teniamo molto al campanile: non avendo speso cifre assurde per stranieri mistici, il danno economico è relativo. Se non ti dissangui, puoi rimettere in piedi qualcosa di buono negli anni successivi per il proseguimento del club. Il Brescia questo ha fatto. Su Balotelli dico che sappiamo tutti le grandissime qualità che ha ed ha avuto, non vorrei fare la radiografia dei suoi problemi caratteriale, ma non è riuscito ad esprimere tutto il potenziale. Da fuori, vedo che c'è stato qualche problema d'assimilazione tra calciatore e club, mettiamola così. Bisognerebbe sapere per bene come stanno tutte le cose".

Oggi Sarri è un uomo solo al comando o la squadra non è fatta per lui?
"Non è facile sapere certe cose, ma in questo momento quello che sento dire, non è una mia opinione, è che non è da solo al comando, perché sempre supportato dal club e anche dai calciatori. Logicamente parliamo del club più importante e seguito d'Italia, e non voglio giustificare il tutto, o un'eventuale distruzione totale di ciò che c'è, visto che magari vincevi con due autogol col Napoli e potevi pensare di aver imboccato la squadra giusta. Ora l'allenatore deve far capire cosa serve, e da questi calciatori di livello internazionale ci si aspetta questo. In questo momento in cui lo sport nazionale è Sarri esonerato, Nedved non serve a niente e Paratici andato male, io dico, e non perché sono tifoso della Juve, che bisogna essere lucidi, e in questo momento tifo per loro. Agnelli non lo nomino, perché fa parte della proprietà".

Cosa le ha raccontato Rugani del ritorno alla normalità?
"Posso dire che lo stare tutti fermi non è stato un bene per nessuno, però ha dato possibilità a lui di poterla digerire con calma: non ha avuto sintomi gravi del Covid-19, che avrebbero potuto dare complicanze sul recupero fisico ed emotivo e i tanti giorni di quarantena gli ha permesso di tornare piano piano a tornare in forma con i vari step degli allenamenti. L'ho sentito anche oggi: è molto carico e si sente bene, senza nessuno strascico. Si è visto anche con Dybala: pure lui è stato colpito, però ha reagito, giocando subito due partite di seguito. Psicologicamente se fosse rimasto solo lui fermo avrebbe creato problemi, ma dato che lo sono stati tutti, è d'aiuto".

Cosa rappresenta per lui questa seconda parte di stagione?
"Parlando di medie, volevo ricordare che per scelte tecniche in difesa il mister Sarri preferisce non cambiare molto. Anche prima dell'infortunio di Demiral, lui e Chiellini si vedevano poco. Si sono visti i due più impiegati, e gli altri che invece si sono spartiti pochi spazi. In termini di impiego le cose vanno valutate anche nella misura delle percentuali di possibilità. Non è una critica verso Sarri, ma dico che a Pistoia piove e ad Abu Dhabi no: l'allenatore fa giocare tutte le partite al portiere, tranne che per Buffon ogni tanto, i due difensori, due centrocampisti e l'attaccante centrale. Se su dieci partite in cui avresti chance ne fai quattro, hai giocato per il 40%. Potrebbero esserci ora più possibilità per tutti, visto che la Juve ha anche diversi infortuni, ma non saprei dire chi entra, come e quando. Qualcosa in testa c'è sicuramente. Volevo aggiungere un'altra cosa".

Prego.
"Questo va a coinvolgere anche la campagna acquisti: si vive una situazione compressa ed accavallata, che potrebbe finire a metà di agosto e si parla di riprendere subito al 12 settembre, in un calendario che dimentica la Nazionale. I giocatori si faranno giusto dieci giorni alle terme, poi dovranno rientrare: le società devono calcolare che non si fa in tempo a finire il Giro d'Italia, e la settimana dopo inizia il Tour de France. Si riattacca subito e vedremo chi riuscirà a reggerlo meglio".

Diventa complicato allora anche capire come valutare Rugani.
"Ci sono infortuni e recupero in corso, devi stare attento tra l'esser troppi e il trovarti corto. Con un mercato così compresso, magari prendi due calciatori e ne vendi uno, ma c'è intanto da finire quello che fai adesso, e poi in un mese devi fare tutto alla svelta, rincorso dalla fretta".

Rugani è ancora un patrimonio di campo di questa società?
"Per quanto riguarda le partite, in questi ultimi anni in cui la Juve è entrata tra i migliori dieci club d'Europa, ha avuto nella linea tre come Barzagli, Bonucci e Chiellini, per più di qualche anno i più forti d'Europa per come era assortito il trio. Togliere il posto in Nazionale a Zoff non è facile. Delle 250 partite che più o meno ha fatto la Juve in questo ultimo periodo, farne 120 non è poi così male, è quasi il 50%, e significa non essere stato una comparsa, ma aver dato un contributo. Poi si valuteranno tutte le opportunità a fine campionato, fermo restando che la Juve è sempre stata contenta del calciatore. A me di beneficenza non ne hanno mai fatta, e ognuno ha quello che si merita. Normale che ci sia una valutazione di questo tipo, ma con grande serenità perché parliamo di un giocatore che ama il club d'appartenenza, e preferisce sempre stare lì e lottare. Nella vita poi niente è per sempre, e se ci saranno opportunità le analizzeremo con la Juve, ma ora è prematuro".

Quanto pesa la Champions League sulla valutazione del lavoro di Sarri?
"Se penso che il Liverpool non vinceva la Premier League da più di vent'anni... L'ultima volta ancora neanche si chiamava così. In Inghilterra c'è tanta competitività, ma anche in Italia: il fatto è che campionato e Champions possono dare due prospettive diverse. Mi spiego: nel campionato incontri tipologie diverse di squadre, e dura 38 partite, perciò arrivato in fondo chi ha più punti sicuramente ha meritato di più. Ciò dà la possibilità alla Juve di dimostrare che in ogni terreno e in ogni periodo hai dati su cui ragionare. La Champions è diversa: il livello tecnico è più alto, ma incontri anche squadre non nate per scontrarsi, bensì per estendersi. Danno tutte un certo gioco per provare a vincere le partite, ed è normale. Se hai capacità tecniche puoi importi in certi incontri, rendendo le prossime avversarie tutte squadre che devono batterti. Questa versione smart della Champions ha molte partite ravvicinate ed eliminazioni in sfida diretta stile Mondiale, in più in un posto non freschissimo come il Portogallo, anche se sarà bella da vedere. Il torneo è talmente particolare e difficile, non dico che vince chi è più fortunato, ma ci sono condizioni imprevedibili che sono anche il bello del torneo, e vedono andare fuori squadre che magari meritavano di più".

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