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TMW RADIO - Abete: "Spezzatino, VAR e arbitri: vi dico la mia. Conte? Tornerà da vincente"

di Dimitri Conti
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
Archivio Stadio Aperto 2020-2021
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Giancarlo Abete intervistato da Niccolò Ceccarini
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Giancarlo Abete, ex presidente federale, ha parlato ai microfoni di Niccolò Ceccarini nel corso della trasmissione Stadio Aperto su TMW Radio, cominciando dall’Italia: “Dobbiamo confermare quanto di buono fatto finora, il percorso è stato positivo per gioco, risultati, entusiasmo e comunicazione di valori. Le fasi finali degli Europei sono sempre complesse, in ogni partita ci si gioca tutto”.

Che sensazioni ha?
“Buone, nelle ultime uscite la squadra ha fatto bene. Ha maturità, la difesa è solida e non prende gol da tanti minuti, l’attacco è prolifico come forse mai prima d’ora. Le premesse ci sono, poi dipenderà dal valore delle avversarie. Con la pandemia è più difficile verificare la competitività”.

Decisivo aver rinnovato Mancini?
“I discorsi che si fanno per i club valgono pure per la nazionale. Bene ha fatto il presidente Gravina, dimostra fiducia sia da parte della Federazione che del tecnico. Ci sono appuntamenti importanti davanti”.

C’è lo stesso spirito del 2006?
“In questa occasione forse c’è ancor più gruppo squadra, non c’è il giocatore che fa la differenza, sono tutti assieme. C’è maggiore intercambiabilità rispetto ad altre nazionali”.

Quale la strada per la sostenibilità?
“La prima ricetta la danno senso di responsabilità e di limite dei club. Nelle varie categorie professionistiche, in tante occasioni si sono studiate ricette per contenere indebitamento e costi. A monte ci vuole però la responsabilità: uno dei motivi dietro al fallimento della Superlega è che non sia concepibile da una parte chiedere nuove risorse e dall’altro spendere ancora eccessivamente. Non si devono fare passi più lunghi della gamba”.

Senza pandemia magari qualcuno tornerà a respirare.
“Se dieci-quindici club, magari proprio quelli della Superlega, si rendono conto che serve abbassare i costi, evitando furbate l’un l’altro, alla fine succede. Solo alzando i ricavi non si va lontano”.

Che effetto rivedere i tifosi?
“La stessa sensazione che si aveva una volta vedendo le partite a porte chiuse. Ora quasi ci meravigliamo del pubblico, ma è fondamentale: un campionato senza di esso non solo è triste, ma in qualche modo deprime. La sua partecipazione è un evento decisivo, anche per la valorizzazione della partita stessa, agli occhi degli sponsor”.

Nel giro di panchine chi l’ha sorpreso?
“Si parla di allenatori di primo livello. Fa piacere rivedere Sarri, così come Spalletti e Allegri. Allenatori con risultati sportivi importanti che non allenavano. Sono ritorni eccellenti, così come quello di Mourinho, è un valzer di allenatori che non si era mai visto. Bello anche Ancelotti di nuovo al Real Madrid, per chi ama il calcio e la qualità delle sue persone. Dispiace che Conte lasci, ma sicuramente tornerà e lo farà da protagonista”.

Come la vede la nostra Serie A?
“Sempre di alto livello, l’unica cosa che amareggia e preoccupa è che quando arriviamo alle fase finali delle coppe europee non riusciamo ad andare avanti. Sono più di dieci anni che non otteniamo un successo internazionale coi club, magari ci siamo arrivati vicini ma senza avere poi lo spunto vincente”.

Donnarumma tornerà mai al Milan o in Italia?
“Se è tornato Buffon… Tornerà anche Donnarumma!”.

Del calendario-spezzatino in Serie A che ne pensa?
“Ci sono paesi europei di primo livello che già fanno lo spezzatino. Certo, bisogna evitare di esagerare. Però spesso si sono avute partite di minore interesse in momenti di contemporaneità, con le principali sfide che avevano fasce orarie dedicate. Non raschiamo però oltre misura il fondo del barile. Bisogna evitare di generare disamore solo per cercar ricavi, cercando di intercettare i nuovi bisogni post-pandemia”.

Che ne pensa del VAR?
“Possiamo criticarlo, puntare a migliorarlo, ma anche essere consapevole che nessuno di noi sarebbe pronto a tornare ad una situazione pre-VAR. Ormai è un punto di riferimento, serve una lettura più omogenea possibile. Tavecchio ha fatto bene a rendersi disponibile per primo a sperimentare il VAR, la nostra Federazione ha sempre puntato alla tecnologia sin dai tempi miei e di Carraro, era semmai la FIFA a rallentare, con Blatter. Necessario che FIGC e AIA lavorino insieme, senza dialettica, per rendere più funzionale l’attività arbitrale e degli addetti e assistenti VAR”.

Essendo umani, l’interpretazione rimarrà.
“Ci vuole più chiarezza, tante volte vediamo dati dei rigori che non convincono neanche se dati a favore della squadra per cui si tifa. Ci deve essere maggior capacità nel lavoro, non solo in Italia ma a livello internazionale”.

Ci sarà maggior continuità nelle dichiarazioni degli arbitri?
“Il primo tentativo (con Orsato, ndr) ha determinato grande effetto mediatico ma anche qualche problema, se non ricordo male… Un arbitro parla gestendo bene il match, comunque: se si arriverà alla fase in cui parleranno sempre, comunque, ben venga. La polemica però sarà fisiologica”.

Sempre più proprietà straniere in Serie A.
“Una cosa naturale. Siamo arrivati per ultimi, eravamo abituati appena. A me ha sempre fatto piacere avere i Berlusconi, i Moratti, gli Agnelli e italiani di livello, ma si sa che è un elemento di forza. Avere diverse proprietà straniere significa che il nostro calcio, comunque, è attrattivo”.

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Domenica 5 Maggio 2024
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