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Sticchi Damiani: "Il Lecce ha rifiutato offerte da 100 milioni. Un lusso poter dire no"

TMW
di Simone Bernabei
Fonte: da Lecce, Filippo Verri
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© foto di Federico De Luca 2023 @fdlcom

Il presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani ha parlato in conferenza stampa toccando tanti temi legati all'attualità salentina, con particolare attenzione sui retroscena del mercato appena concluso: "L'importante è che sia ben chiaro che abbiamo una società fatta di persone fisiche. Noi dobbiamo fare tutto: mercato, stipendi, amministrativi, ristrutturare lo stadio, restituire due milioni e mezzo alla Serie B ogni anno, perché in qualità di neopromosse siamo per 3 anni finanziatori della Serie B. La B viene finanziata dal Lecce, non dalla Juventus. Scherzo ogni tanto con Balata per quanti soldi abbiamo dato tra retrocessioni e risalite. La somma di tutto questo deve portare comunque ad una gestione equilibrata. Dato che rischiamo come persone fisiche e vogliamo un risultato sportivo, mi sono affidato a Corvino e Trinchera che devono fare un doppio compito quasi incompatibile: risultato sportivo e tutela sul piano economico. Non trovo sul piano nazionale persone migliori di loro per questi compiti. Qui non c'è uno sceicco che a fine anno ripiana 100 milioni di debiti. L'Empoli ha dovuto fare cessioni per 60 milioni. Il Sassuolo, che ha dietro la MAPEI, per mantenere un equilibrio ha fatto cessioni per 100 milioni. Idem Udinese, per non parlare del Verona. O del Genoa che ha venduto Dragusin. Se ragioniamo solo dentro le nostre mura senza andare oltre, non ci rendiamo conto. Senza uno sceicco bisogna fare 6-7 cessioni importanti per restare in A: questa è la realtà".

La filosofia gestionale del Lecce?
"Il nostro modello andrebbe studiato: con la sola cessione di Hjulmand abbiamo determinato questo equilibrio. Perché solo con una? Perché stiamo facendo un lavoro senza precedenti sugli stipendi, dove vanno di solito il 60-70% dei ricavi. Siamo gli unici che viaggiano su una percentuale più bassa del 60-70%. Questo rapporto andrebbe studiato a Cambridge per come gestito dal Lecce. Prendere giocatori a fine carriera e dare a loro 1 milione significa appesantire un monte ingaggi senza prospettive. Magari col nome la piazza è felice, ma non si fa l'interesse del club. Così l'area tecnica rischia su nomi che nessuno conosce. Questo si traduce nel fatto che a fine anno non serve vendere 6 giocatori, ma ne basta 1. Questo è un progetto che ci può portare lontano e mi tutela come presidente e come proprietario. Portare lontano significa consolidarci in Serie A, investire sulle strutture, migliorare il livello sotto tutti i punti di vista di questo club che si sta strutturando sempre di più grazie alla solidità di questo progetto. Mi sono accorto di essere un presidente del Lecce con in prospettiva oltre 100 presenze in Serie A: davanti a me ci sono dei giganti. Il nostro monte ingaggi è sotto al 50% dei ricavi: è la strategia per essere virtuosi".

Le prospettive del Lecce?
"Così sogno e ho elementi concreti per sognare. Però, dato che la Serie A sta aumentando il suo livello, da persona intelligente devo considerare anche lo scenario peggiore. Anche lo scenario peggiore, con questa visione del club, diventa un antipatico incidente di percorso, anziché uno scenario da vita o morte. 4 anni fa ho affrontato una retrocessione in Serie B con stipendi molto alti e con giocatori che non avevano voglia di stare nel Lecce. Se io quell'anno non avessi fatto una scelta forte, cioè chiamare Corvino, quello scenario avrebbe portato alla doppia retrocessione: ci sono tanti esempi recenti. Se non ci mettiamo a fare le guerre, quell'anno retrocediamo. Io sono orgoglioso di quanto fatto. Ricordo quando stipulammo con Tesoro col Lecce a metà classifica in Serie C. Io oggi so che, anche nello scenario peggiore, non sono più una barca persa in mezzo al mare. Pensare a quei giorni, mi aiuta ad essere ancora più lucido oggi".

Come valuta il mercato di gennaio?
"Il club non ha debiti ed in Lega è considerato tra i primi della classe. Oggi i giocatori vogliono venire a Lecce perché paghiamo gli stipendi ogni mese e pochi lo fanno in Serie A: di solito si paga ogni trimestre. Paghiamo lo stipendio non solo ai giocatori eh... Il Lecce fa le trasferte in tutta Italia in charter: sapete che significa? La squadra arriva ad Udine in 50 minuti con un volo diretto, così può riposare. Sono elementi per noi inimmaginabili anni fa. In C avevamo un pullman che ci ha lasciati per strada un paio di volte. Ci siamo presentati al mercato di gennaio con un indice di liquidità positivo che ci consente di fare mercato. Difatti pronti e via abbiamo preso Pierotti, corteggiato in Italia da diversi club. Non è un mercato dove, per ingannare la piazza, si porta il nome. Là inganni sia la piazza sia l'allenatore: per cosa? Per lavarci la coscienza. A gennaio c'erano due requisiti: trovare un giocatore per migliorare la squadra e trovarlo a condizioni da Lecce. Queste due condizioni insieme si sono verificate solo con Pierotti".

Può spiegare la cessione di Strefezza?
"Non è un'operazione fatta perché il club aveva bisogno di soldi. L'unica operazione per equilibrare il bilancio era la cessione di Hjulmand. A gennaio eravamo strutturati, il capitolo Strefezza è un'altra questione. Strefezza, per una serie di ragioni, non era sicuro di essere protagonista assoluto. Ci sono Banda e Almqvist che oggi sono più appropriati al nostro modello tattico. Finalmente l'altro giorno abbiamo rivisto insieme Banda e Almqvist, apprezzandone i risultati. Se un giocatore sa che non può essere protagonista ed il suo entourage ci propone un'opportunità economica importante per un ragazzo con un anno e mezzo di contratto... un buon padre di famiglia cosa deve fare? Non fare questa operazione significa fare un danno al Lecce. Tanto quelle risorse verranno reinvestite nel momento giusto. Col ragazzo ci siamo lasciati benissimo. Ci ha ringraziati e noi lo abbiamo ringraziato. È un ragazzo straordinario, famiglia incredibile, ci siamo abbracciati".

Una considerazione sulle strutture del Lecce?
"Siamo cresciuti molto ed ora siamo convinti: dobbiamo fare il centro sportivo. È un costo, sia chiaro, non genera profitto. Ci sono 5-6 campi, spogliatoi, sala stampa… serve ad aumentare le prestazioni. Acaya è bellissimo ma ha un solo campo ed in determinate fasi dell'anno non è al top. La squadra per alzare il livello deve avere 5-6 campi. I giocatori e l'allenatore ce lo chiedono ed io sono in imbarazzo. Non posso essere in Lega un esempio per tutti e poi ultimo sulle strutture. Mi sono recato dal sindaco, avevamo un'idea, ho fatto un incontro informale ed il sindaco ha detto che lo strumento urbanistico attuale non ce lo consente. Per questo motivo stiamo cercando un'area fuori Lecce che ci sta allungando i tempi, ma lo farò".

I Giochi del Mediterraneo?
"I primi 11 milioni li abbiamo portati a casa (compresi IVA, quindi poco più di 8) grazie alla lungimiranza di proporre un progetto fatto con i nostri tecnici, bello e realista. Inoltre, abbiamo un altro progetto in caso di seconda tranche: la copertura. Prima era da escludere, oggi siamo in corsa: sia perché è aumentato il budget dei Giochi sia perché altre strutture sono state escluse. Così oggi stiamo preparando un altro progetto per la copertura, poiché c'è la possibilità che questo budget aumenti".

Sono arrivate proposte per i vostri calciatori?
"Abbiamo avuto offerte scritte da 100 milioni complessivi in questo mercato. È un lusso poter rifiutare offerte alte se le cessioni non sono necessarie".

Il successo last second contro la Fiorentina?
"Il gol del 3-2 è stata un'emozione fortissima ma sono stato un attimo più prudente perché la partita contro il Milan mi ha traumatizzato: guardavo solo l'arbitro".

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