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Scuola Nagelsmann: chi è Nadiem Amiri, afgano di Germania nel futuro del Genoa

di Ivan Cardia
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Portato a casa il primo punto dell’era Blessin, il Genoa vuole ora regalare ulteriori rinforzi all’allenatore tedesco. Tra i nomi più caldi al momento, oltre a quello di Roberto Piccoli che a breve si legherà ai liguri, c’è Nadiem Amiri. Il fantasista classe ’97 del Bayer Leverkusen è infatti pronto a legarsi ai rossoblù, in prestito con obbligo di riscatto in caso di salvezza.

Il più forte calciatore afgano. Ma è tedesco. Nato a Ludwigshafen am Rhein, Amiri è senza grossi dubbi il più forte calciatore con origini afgane del momento, se non di sempre. Ma, appunto, è tedesco, per nascita e per la nazionale i cui colori difende, a differenza per esempio del cugino Zubayr, nato però a Kabul anche se poi cresciuto in Germania. I suoi genitori emigrarono nel Paese durante la guerra afgana del 1979-1989, e sul Reno il talento di Amiri ha iniziato a sbocciare, per fiorire nell’Hoffenheim, agli ordini di un certo Nagelsmann che lo ha “coltivato” sin dalle giovanili per poi farne un perno della sua prima squadra.

Il modello impossibile. A un certo punto nella loro storia recente, le scuole calcio in Germania devono aver creato uno stampino di Mesut Ozil, in cui versare i giocatori del futuro con la speranza che ne venisse fuori qualcosa di simile. Soltanto così si spiega la sequenza di funamboli, un po’ trequartisti e un po’ mezzali, mai davvero in grado di esprimersi al cento per cento, sfornati in serie dal calcio tedesco. Dato che il miracolo può avvenire una volta sola, una copia all’altezza dell’originale non è mai arrivata: le variazioni sul tema hanno sempre portato a qualcosa di diverso, e spesso non all’altezza. Con tutte le dovute differenze, alla fine il termine di paragone è sempre quello, anche per un talento cristallino come quello di Amiri. Senza il genio di Ozil - sarebbe complicato - ma con una maggiore incisività dal punto di vista fisico, il prossimo rinforzo del Genoa può agire sia da mezzala che da trequartista: Amiri ha una spiccata propensione offensiva ma al gol preferisce il passaggio decisivo. In carriera, del resto, ha giocato 178 partite di Bundesliga, realizzando 15 reti e portando a casa 24 assist.

Il limite? Quello di innamorarsi del proprio talento e piacersi troppo. Cresciuto nell’Hoffenheim, si diceva, nel 2019 Amiri convince il Bayer Leverkusen a investire 9 milioni di euro per portarlo a casa. In quel momento il ragazzo, classe ’96, ha 23 anni e sembra il primo passo verso l’Olimpo del calcio tedesco. A ottobre dello stesso anno, inoltre, Amiri debutta in nazionale contro l’Argentina, subentrando a Brandt. Con le aspirine, però, le cose vivono di alti e bassi: le prime due annate sono positive, e infatti a Peter Bosz - tecnico del Leverkusen dal 2018 al 2021 - il centrocampista regala sempre parole al miele. Col suo successore Seoane, invece, qualcosa non funziona. Qualche indizio sul perché potrebbero anche darlo le ultime dichiarazioni dell’allenatore: visti i rumor di mercato, Seoane ha spiegato apertamente che Amiri avrebbe potuto giocare contro l’Augsburg, salvo poi lasciarlo in panchina per tutta la partita. Il sentore di rottura è dietro l’angolo: in fin dei conti, in questo campionato Amiri ha giocato appena tre partite da titolare, con un solo gol - alla seconda giornata - e scampoli di gara anche in Europa League. Si spiega così, la formula particolarmente conveniente per il Genoa, che si mette in casa un talento indiscutibile per quanto complicato da gestire. Parla la stessa lingua - calcistica, ma non solo - del tecnico: può essere un vantaggio non da poco.

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