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Salernitana, non c'è niente da salvare. Un disastro gli acquisti di gennaio

di Luca Esposito
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© foto di Nicola Ianuale/TuttoSalernitana.com

Peggior difesa, peggior attacco, dieci sconfitte casalinghe, un solo successo interno, media di 2,2 gol subiti a partita, nessuna vittoria nel 2024, -12 dalla zona salvezza, nessun clean sheet all'Arechi, quattro allenatori avvicendatisi sulla panchina e un direttore generale, di fatto, ancora in carica ma virtualmente esonerato da un mese e mezzo. Trovare qualcosa di positivo in questa Salernitana è esercizio piuttosto complesso e i numeri certificano i limiti tecnici di una rosa partita già con diverse lacune e addirittura indebolitasi a gennaio dopo l'avvento di Walter Sabatini. Al di là del discorso legato al budget e all'indice di liquidità, il direttore generale ha commesso una serie di errori di valutazione aggiungendo all'organico calciatori a fine carriera, non pronti dal punto di vista fisico o che erano riserve in campionati non certo di primissimo livello. Zanoli non ha dato nulla, Pasalidis e Pellegrino sono spariti dai radar, Weismann è a livello degli altri attaccanti a disposizione di Colantuono, Gomis e Vignato oggetti misteriosi, Boateng ha avuto la possibilità di firmare un contratto da 700mila euro e ieri ha beccato l'ennesimo 4 in pagella. Un disastro, insomma, senza dimenticare la scelta di affidare tre gare alla portata contro Udinese, Cagliari e Lecce a Fabio Liverani che, purtroppo, non ha lasciato il segno. Tutt'altro.

A questo punto toccherà al presidente Iervolino (che ieri è tornato a seguire la squadra in trasferta dopo due mesi) trasformare l'amarezza per una stagione fallimentare in voglia di riscattarsi da subito. Occorrono un direttore generale che, già da oggi, capisca su chi poter contare per il prossimo campionato, un direttore sportivo da campo che funga da sergente di ferro (resta in piedi la pista Foggia) e un allenatore di categoria col quale aprire un progetto a lungo termine. C'è la volontà di restare a Salerno? E' questo il vero punto interrogativo che spinge i tifosi a preoccuparsi più per ciò che sarà che per una retrocessione che dovrebbe diventare aritmetica in occasione della trasferta di Frosinone. Resta inspiegabile la perdita d'entusiasmo da parte di un presidente che, qualche mese fa, parlava di zona sinistra, sogno europeo, Cavani in attacco e modello Atalanta salvo poi fare un passo indietro e allestire una squadra che ha fatto tremendamente fatica sin dalla prima giornata. "Resto se i tifosi sono con me" ha detto il patron di recente, quando poi è proprio la tifoseria l'unica componente che non è mai venuta meno. Sussiste il no al confronto pubblico e al dialogo con i club organizzati, ma questi silenzi dopo proclami di "sinallagma d'amore" a chi giovano? In fondo a Salerno basta poco per ricreare entusiasmo e per riprendere a camminare assieme. A patto che si faccia chiarezza una volta per tutte.

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