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Salernitana, ancora dubbi sul futuro societario. In arrivo tesoretto da 50 milioni di euro

di Luca Esposito
Danilo Iervolino
Danilo Iervolino
© foto di Nicola Ianuale/TuttoSalernitana.com

"Non getteremo la spugna, ma non siamo sprovveduti e ci rendiamo conto delle difficoltà in classifica. Proprio per questo c'è un piano B che inizieremo a seguire non appena l'eventuale retrocessione si materializzerà. Facciamo queste due partite al massimo delle nostre possibilità, dopo Pasqua poi avremo novità e inizieremo a lavorare sul fronte direttore sportivo prendendo in considerazione anche la candidatura di Inzaghi per la panchina. Ancora qualche settimana di pazienza". Parlava così l'amministratore delegato della Salernitana Maurizio Milan all'indomani dell'esonero di Liverani. Era metà marzo e un importante esponente della società rassicurava la piazza ribadendo che "la cessione del club non è qualcosa che abbiamo in agenda" e che "a mio avviso ci sono calciatori di un certo livello dai quali ripartire per il futuro, a prescindere dalla categoria". Tuttavia, è evidente che si stia viaggiando in direzione contraria. La Salernitana è retrocessa da tempo, siamo al 23 maggio e non si sa ancora cosa voglia fare il presidente Danilo Iervolino.

E' sin troppo evidente che, potesse, il patron venderebbe subito. Sarà per l'amarezza del salto all'indietro di categoria, sarà per le pressioni che comporta il mondo del calcio, sarà per il grande dispendio economico, ma Iervolino non ha più quell'entusiasmo incredibile che ha contraddistinto il suo primo anno e mezzo alla guida della Salernitana. 18 mesi culminati con investimenti milionari, un rapporto straordinario con la piazza, progetti ambiziosi anche in tema infrastrutture e due salvezze meravigliose e a suon di partite spettacolari. Oggi, invece, è in atto un preoccupante e apparentemente inspiegabile ridimensionamento. Sia in estate, sia a gennaio il mercato è stato quasi tutto sbagliato, i cordoni della borsa sono stati ristretti e sin dal ritiro di Rivisondoli tirava una brutta aria. Del resto i numeri non mentono: peggior attacco, peggior difesa, 4 punti nel 2024, ultima vittoria datata 30 dicembre 2023, un solo successo interno, ben 13 ko all'Arechi, 4 allenatori sulla panchina e una distanza siderale dalla zona salvezza.

I tifosi, con ironia, attraverso una serie di striscioni hanno ricordato alla proprietà quelle che erano le premesse e promesse iniziali. Centro sportivo, grande settore giovanile, mercato importante, zona sinistra, mai più ultimi e sinallagma d'amore "perchè una squadra di calcio non può essere gestita freddamente, come fosse un'azienda uguale alle altre, senza tener conto dei sentimenti della gente. Non si può parlare poco e male ai giornalisti e ai tifosi". Anche in questo caso si sta agendo in modo completamente diverso, al punto che nessun esponente della società e della dirigenza ha parlato in conferenza stampa dopo l'ultima gara interna col Verona. Almeno per ringraziare il pubblico per la spettacolare scenografia e per la scelta di non contestare. Una prova di maturità che meriterebbe chiarezza e programmazione immediata.

La nuova stagione inizierà a Rivisondoli il 6 luglio. In pratica la Salernitana ha una quarantina di giorni per scegliere il nuovo direttore generale (potrebbe essere Stefano Colantuono, incontro nel fine settimana a Roma col patron), il direttore sportivo e l'allenatore. Poi dovrà piazzare una quindicina di calciatori che guadagnano tanto e non rientrano nei piani tecnici acquistandone altrettanti per non partire alla volta dell'Abruzzo in modalità cantiere aperto come accaduto esattamente un anno fa. Quello economico, invece, sembra essere un falso problema. Il paracadute garantirà 20 milioni di euro, 25 se retrocedesse il Frosinone. Dalle partenze di Dia, Coulibaly, Tchaouna (che tratta con la Lazio di Lotito), Bradaric, Pirola, Kastanos e Lovato si spera di ricavare un tesoretto di altri 20 milioni. Dal primo luglio il monte ingaggi sarà più che dimezzato e, tra tv e botteghino, le casse societarie registreranno introiti per un'altra decina di milioni. Se si considera che Iervolino è presidente facoltoso, si può dire senza timore di smentita che ci siano tutti i presupposti per allestire una corazzata, per presentarsi ai nastri di partenza tra le super favorite. A patto che ci sia la volontà.

Ad oggi bocche cucite e un clima di tensione ed incertezza che regna sovrano negli ambienti del tifo e tra gli stessi tesserati. Anche dirigenti, staff tecnico, calciatori e dipendenti sono totalmente all'oscuro delle reali intenzioni del patron e in tanti sono costretti già a guardarsi attorno per trovare eventualmente una adeguata sistemazione in caso di ribaltone. La sensazione è che Iervolino resterà, soprattutto perchè non ci sono i tempi tecnici per realizzare una cessione che appaghi le legittime aspirazioni economiche. Due fondi americani stanno chiedendo informazioni da tempo ragionando con Milan, avvocati e notai. Un paio di imprenditori del centro-Nord avrebbero incontrato l'amministratore delegato a Torino senza riuscire ad arrivare ad un accordo, sussiste anche l'ipotesi di uno Iervolino dietro le quinte e affiancato da qualcuno che possa immettere capitale fresco nelle casse sociali. Tutta questa incertezza, però, va a scapito della programmazione sportiva. Perchè l'unica nota positiva di una stagione disastrosa era la possibilità di lavorare sul mercato con largo anticipo rispetto alla futura concorrenza. Invece, al 23 maggio, il "resta-non resta" è l'unico tormentone ricorrente.

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