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Sacchi su Donnarumma: "Se sta bene al Milan resti lì. Non deve inseguire i soldi"

di Lorenzo Di Benedetto
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Nuovo appuntamento con Fan Rating, in collaborazione con TuttoMercatoWeb.com, con un'intervista ad Arrigo Sacchi, che ha parlato a 360° su molti argomenti. Queste le sue parole: "Tanti allenatori di oggi stanno interpretando un calcio nel quale mi rivedo. Il calcio come un collettivo di giocatori che praticano sia la fase offensiva che quella difensiva".

La Juventus ha sbagliato a dare la panchina a Pirlo?
"Non lo so, perché non so quanto abbia inciso all'interno della rosa della Juve. Non è un caso che in Inghilterra l'allenatore sia un Manager, loro sanno più di noi di calcio, lo hanno inventato. Io sceglievo i giocatori e pensavo di essere paragonabile a un regista e uno sceneggiatore. L'allenatore deve decidere la trama della sua squadra, non deve farlo un giocatore".

Cosa consiglia a Donnarumma? Restare al Milan o andare via?
"L'avidità limita la creatività e la professionalità. A Parma avevo due ragazzi che erano stati con me cinque anni, uno si era sposato e parlava solo di soldi. Dissi loro che non li volevo più, perché vedevamo il mondo in due modi diversi. Se Donnarumma si trova bene al Milan, se anche prende qualche milione in meno, stia lì. Se invece rincorre i soldi rincorrerà il successo ma non lo troverà".

Con Cristiano Ronaldo la Juventus si ritrova un giocatore che è più importante del resto della squadra?
"La Juve interpreta il suo calcio, da sempre, ma il calcio si evolve e si rinnova. Oggi si deve giocare in 11. L'Atalanta non ha una storia importante e non fa investimenti importanti ma quando incontra tutte le avversarie ha sempre il dominio del gioco. Se prendo un giocatore che gioca da solo è difficile trovare la sinergia. La Juventus crede al suo tipo di calcio che in Italia è dominante, visto che il club è il più potente, in tutti i sensi, e il più organizzato. Ma non sfruttano mai tutti e undici i giocatori: in Europa così non si vince. Nella finale contro il Real Madrid nel 2017 la Juve mise uno stopper a fare il terzino, il terzino a fare l'ala destra, Dani Alves, Mandzukic come ala sinistra. Gli spagnoli, forti del loro gioco tennero Marcelo e Carvajal, due piccolini, senza preoccupazioni. Ronaldo in quel contesto fu importante, è un professionista esemplare. Quando lo prendi per vincere da solo le partite commetti un errore. Avevo giocatori bravi, quando ero al Parma avevo dei ragazzi bravi, e Melli e Bucci mi dissero che se mi avessero seguito sarebbero andati bene. Mi hanno seguito perfettamente e non ho dovuto fare neanche fatica. Al Milan il club mi ha aiutato tantissimo, come anche a Parma, quando rifacemmo tutto ripartendo dalla Serie C. Per ogni ruolo diedi un ordine di preferenza di 5 giocatori: partimmo in testa e finimmo in testa. Il tempo ci vuole solo se hai dei presuntuosi, ma io sceglievo l'uomo".

Cosa pensa della Nazionale?
"La Nazionale raccoglie quello che semina il campionato: la storia ci informa che quando ci sono troppi stranieri in Serie A la nostra Nazionale non raccoglie risultati. Mancini ha sfruttato una situazione tragica, ha preso tanti ragazzi giovani, alcuni coinvolti nell'insuccesso del 2018, e ha dato loro spazio. I giocatori hanno dato tutto ma l'importante è che non pensino di essere arrivati. L'Italia non ha una scuola, a differenza di Spagna, Olanda e Brasile. Non l'abbiamo neanche oggi ma Mancini sta sfruttando bene la volontà di tutti. Se rimarrà farà tutto quello che le loro forze permetteranno. Se può vincere l'Europeo? Non faccio l'indovino ma si vince dando tutto quello che abbiamo. Oggi non abbiamo questa cultura e non sappiamo se una squadra sta dando il top".

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Lunedì 20 Maggio 2024
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