Roma, Tammy tre punti. Dalla Lazio al Leicester: quanto gol pesanti per Abraham
Mourinho ha ragione quando parla dell’empatia creatasi tra squadra e tifosi. La notte di giovedì, se possibile, ha creato ancora più unione e lo si capisce dalle lacrime dello Special One che dopo 25 titoli in carriera piange per aver regalato a un popolo la finale di Conference League e dalla mano battuta due volte sul petto da Abraham davanti alla Curva Sud durante i festeggiamenti finali. Tra il centravanti inglese e la Roma, ormai, è amore. L’ambientamento dell’ex Chelsea è totale e i numeri di questa stagione lo dimostrano. Venticinque gol come Montella, di cui 15 in Serie A, 9 in Conference e 1 in Coppa Italia. Molti di questi, poi, sono risultati decisivi come l’ultimo al Leicester che è valso la finale o prima ancora con le reti dell’1-1 e dell’1-0 rispettivamente al Vitesse e al Bodo/Glimt. Anche in campionato non sono mancati i tiri da tre punti nonostante ora l’inglese non segni da cinque partite in Serie A.
Gli ultimi colpi risalgono al derby, quando con una doppietta schiantava la Lazio. Con le sue reti aveva portato la Roma a vincere anche contro l’Atalanta (sia a Bergamo che in casa), con lo Spezia e con il Lecce in Coppa Italia. Ora vuol provare a far male alla Fiorentina lunedì sera in una sfida dal sapore di scontro diretto in chiave Europa League. Vincere al Franchi significherebbe portarsi a sei punti dalla Viola con gli scontri diretti a favore a due giornate dal termine, tagliando di fatto fuori una concorrente dalla corsa al quinto posto. Abraham, però, giovedì sera è uscito stremato nei minuti finali. Più chiedeva il cambio, meno glie lo concedeva Mourinho, costretto ad arrendersi solo nei minuti finali. Lo Special One poi è stato chiaro dopo il Leicester. “Tammy non deve giocare così solo con la Lazio, l’Atalanta o in Coppa, deve farlo sempre. Perché è un ottimo giocatore con potenzialità e margini ancora più grandi”. Parole che faranno dimenticare la stanchezza all’inglese.