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Odriozola: "Mai imparato tanto come con Italiano. Coreografia Viola con la Juve da pelle d'oca"

di Dimitri Conti
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Lunga intervista al Guerin Sportivo per Alvaro Odriozola, terzino rientrato al Real Madrid dopo la stagione in prestito alla Fiorentina. Di seguito i passaggi principali: "Ho sempre ammirato Firenze come città. Quando è iniziata la pandemia, più o meno a marzo 2020, giocavo al Bayern Monaco. Avevamo quattro giorni liberi e io avevo bisogno di staccare, anche per quello che stava capitando. Avevo deciso di venire a Firenze quattro giorni, a fare un giro per la città. Poi il Covid ha limitato le nostre vite".

A Firenze però poi ha giocato.
"E ho avuto la conferma di quello che pensavo. Questa città è unica. Nei giorni in cui era uscito il mio nome sui giornali, ho iniziato a ricevere messaggi sui social. Ancora erano solo voci eppure i tifosi viola già mi scrivevano. Ho pensato 'Wow, devo andare lì'".

Com'è stato il primo giorno?
"Ricordo che quando il trasferimento è diventato ufficiale in molti dicevano 'Ma abbiamo preso un attore o un calciatore?'. Sai in molti sui social...".

I tifosi hanno aiutato.
"L'ambiente della Curva Fiesole è incredibile, tutti gli amici che mi sono venuti a trovare dalla Spagna me lo hanno detto. A Firenze si vive per il calcio anche se devo dire che la passione c'è in tutta Italia: quando siamo stati a Salerno, ho sentito un tifo pazzesco".

La partita più emozionante dal punto di vista ambientale?
"Fiorentina-Juventus di Coppa Italia. Sono entrato in campo e ho visto la coreografia dedicata a Dante. Ho avuto la 'piel de gallina', come si dice, la pelle d'oca".

Ha pensato a cosa significa avere uno stadio Artemio Franchi rinnovato, con la curva Fiesole più vicino ai calciatori?
"Ho visto i progetti di restyling, devo dire che mi sono piaciuti tutti. Io li avrei fatti tutti (ride, ndr). Quello che ha vinto è bellissimo, per il calciatore avere i tifosi vicino è importante, ti danno una carica in più. E, lasciamelo dire, oltre allo stadio a Firenze avremo presto il Viola Park, il centro sportivo di Bagno a Ripoli. Abito vicino".

Le è pure comodo.
"Sì! E vedo ogni giorno l'avanzamento dei lavori".

Tipo gli anziani, sa la storia con i cantieri...
"(ride, ndr) Sì! Mi appassiona, verrà simile al centro sportivo del Real Madrid, così come a quello del Tottenham. Il presidente Commisso ha fatto un grande lavoro, gli ho fatto i complimenti. Stiamo facendo come le piante: mettiamo le radici, e poi sali, sali e non ti fermi. Ma tutto parte dalle fondamenta".

Parliamo dello spogliatoio. Chi è il personaggio del gruppo?
"Intanto dico una cosa. È la prima volta che mi capita di avere un gruppo del genere, siamo davvero una famiglia. Il personaggio del gruppo è Nico Gonzalez, fa sempre scherzi. Pensa che quando siamo in palestra e iniziamo ad allenarci, lui prende il microfono e inizia a cantare".

Parliamo di stile. Chi veste meglio?
"Saponara. Elegante, stile italiano, top".

E peggio?
"(Ride, ndr) Qui c'è scelta. Sottil sembra che sia un artista di hip hop, ma non è il mio genere. E poi Milenkovic: poverino, si vestirebbe anche bene in generale, ma compra delle scarpe orribili".

C'è stato un momento in cui ha capito di aver svoltato?
"Quando ho debuttato con la maglia della Real Sociedad. La partita era contro il Malaga. Mi sono detto 'Cavolo, se sono qui, qualcosa vorrà dire'. Poi il mio allenatore Eusebio Sacristan mi dava molta fiducia e quindi mi sentivo bene. Non è che potevo fermarmi".

Ed è arrivato al Real Madrid.
"Un anno a Madrid è come cinque in un altro luogo. E' come fare un master di calcio e di vita insieme. Impari tanto, ci sono pressioni diverse rispetto agli altri club. Però al tempo stesso capisci bene le cose importanti della vita, come la famiglia, la salute. Relativizzi il tutto e lavori per diventare una versione migliore di te".

Lo sa che l'ultima volta che qui hanno usato questi termini la Fiorentina non esisteva ancora? Torniamo al luogo comune del calciatore sciocchino, poco culturale.
"(ride, ndr) Tornando al campo ti posso dire che ringrazio Italiano. Non ho mai imparato così tanto nella mia vita. Con lui facciamo futbol offensivo, rischiamo, ma curiamo anche la parte difensiva".

Ma lei immagina mai cosa vorrebbe dire vincere un trofeo con la Fiorentina?
"Immagino l'Inferno di Dante ma di gioia. La gente impazzita. Avrei voluto giocare il ritorno di Coppa Italia con la Juve, ma quell'infortunio di m...".

Non mi scada però nella parolaccia.
"Quando ci vuole ci vuole. Al ritorno da Bergamo, dopo la vittoria in Coppa con l'Atalanta, ho visto tutta quella gente che ci acclamava. Ho pensato: 'Cosa accade se vinciamo la Coppa?'".

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Lunedì 20 Maggio 2024
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