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Liverpool-Milan 3-2, le pagelle: Maignan tiene a galla i suoi, Henderson strepitoso

di Ivan Cardia
Fonte: Inviato a Liverpool. Pagelle dei Reds a cura di Pierpaolo Matrone.
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

LIVERPOOL-MILAN 3-2
(9’ aut. Tomori, 49’ Salah, 69’ Henderson; 42’ Rebic, 44’ Diaz)

MILAN -

Maignan 7 - Titolare ad Anfield, mentre Donnarumma fa la panchina a Bruges. In Belgio, comunque, si sta comodi: dalle sue parti un po’ meno. Dice no a Salah dal dischetto e tiene vivo il Milan. Sempre attento, per le responsabilità sui tre gol c’è da guardare altrove.

Calabria 5 - Sofferenza pressoché totale sulla fascia di competenza, non mitigata da una particolare propulsione in fase di spinta. Ne approfittiamo per un discorso che vale un po’ per tutto il Milan: per molti, quasi per tutti, era la prima in Champions. Complicata da gestire e si è visto.

Kjaer 6 - È il leader della squadra, il giocatore di maggiore esperienza. È anche, tutto sommato, quello che fa mancare meno il proprio apporto. Mette pezze di qua e di là.

Tomori 5,5 - Fino al 42’ è il migliore in campo dei suoi. Alla fine della fiera, porta a casa l’autogol (decisione discutibile della UEFA) e soprattutto la mancata chiusura su Salah in occasione del 2-2. Un gol che pesa tantissimo.

Hernandez 5 - Come sull’altra fascia, specie quanto ad apporto difensivo: il duello con Salah (e Alexander-Arnold) è perso dal primo minuto, sarebbe lecito attendersi qualcosa di più quando si attacca.

Bennacer 4,5 - I soli 59 minuti fin qui rimediati pesano. Prima da titolare in stagione, parte innestando la marcia sbagliata. Suo il braccio che porta Salah sul dischetto, suoi vari errori sparsi che portano il Milan a fidarsi solo del lancio lungo. Non una serata da ricordare. (Dal 71’ Tonali 6 - Ancora troppo giovane per il “se ci fosse stato lui”. Entra che il Milan non ci crede più).

Kessié 6 - Qualche disimpegno sbagliato, il disperato tentativo di prendere per i capelli la squadra, tanta lotta e risultati così così. È giovane anche lui in fin dei conti.

Saelemaekers 5,5- La grinta c’è, la corsa pure, le scelte non sempre sono quelle giuste. Come tutto il Milan, si sveglia per due minuti e partecipa a entrambi i gol. Non basta. (Dal 62’ Florenzi 5 - Non cambia la serata del Milan. E per un campione d’Europa non è bene, in più è molle su Henderson).

Diaz 6,5 - Piccolo e imberbe nel mare dei giganti navigati di Anfield, è il talento a cui si aggrappa il Milan per provare a costruire qualcosa. Risponde presente: dai suoi piedi transita l’1-1, poi realizza il momentaneo vantaggio rossonero.

Leao 6 - Croce e delizia. Tocca 24 volte il pallone, sbaglia metà dei passaggi, porta a spasso il pallone con un indolenza da 4 il passeggio e alcuni errori sono anche pericolosi. Quando si accende, però, tritura il Liverpool. Dura poco, peccato. (Dal 62’ Giroud 5,5 - Vedasi Florenzi. Lo si aspettava come il gigante che alzasse il Milan, poco o niente).

Rebic 6 - Preferito a Giroud, vivacchia tra due difensori normalissimi come fossero due titani. Al momento opportuno, si sveglia: fredda Alisson, partecipa al 2-1. Nei tre minuti in cui il Milan gioca a calcio, lui c’è. (Dall’83’ Maldini s.v.).

Pioli 6 - In termini di personalità ed esperienza, gli manca Ibra. Quanto a materia grigia, non può contare su Tonali. Difficile, in una serata del genere, fare senza. Mette in campo la squadra migliore che ha, fa i cambi che ci si aspetterebbe, forse non riesce a far capire ai suoi quanto quel 2-1 sia bugiardo, ma questo lo sa solo lo spogliatoio. Era la prima anche per lui, in fin dei conti.

LIVERPOOL -

Alisson 6 - Attento nelle uscite, anche quand'è chiamato a superare la linea dei sedici metri per togliere le castagne dal fuoco. Esente da colpe sui gol del Milan.

Alexander-Arnold 6 - Se durante gli Europei vi foste chiesti perché Southgate lo schiera abitualmente a centrocampo stasera avreste avuto la risposta: sulle due reti del Milan, entrambe dal suo lato, lui non c'è, è fuori posizione, troppo sbilanciato. Questa è la croce. La delizia, invece, sta nell'apporto offensivo: suo (a metà con Tomori) la rete che sblocca il match con una delle tante incursioni in area.

Matip 6,5 - Semplicemente insuperabile. Prima con Rebic, poi con Giroud vince ogni duello. Bravo anche nei disimpegni, stilisticamente perfetti.

Gomez 5,5 - Qualche errore di troppo nel finale di primo tempo e nella seconda parte della ripresa. Più in difficoltà contro un attaccante fisico come Giroud.

Robertson 6,5 - Nessun rischio dietro, anzi quasi nega il gol del temporaneo 2-1 al Milan salvando sul tiro di Saelemaekers prima della ribattuta di Diaz. Buono anche davanti: vince il duello con Calabria.

Keita 5 - In ombra dal primo al suo ultimo minuto in campo. Non combina coi compagni, non s'inserisce, quando calcia è impreciso. Serata no. Dal 71' Thiago Alcantara s.v.

Fabinho 6,5 - In tutta Europa di centrocampisti centrali puri e ordinati come lui ce ne sono pochi. Scudo per la difesa, schermo sui filtranti.

Henderson 7,5 - Non solo equilibratore di centrocampo, con la sua mobilità arreca danni anche nei pressi dell'area avversaria. La rete del 3-2, poi, è bellissima: un destro di controbalzo, di prima intenzione, che non dà scampo a Maignan. Dall'84' Milner s.v.

Salah 7 - Non fosse per il rigore sbagliato, sarebbe da 8. Contro il Diavolo, il diavolo vero è lui. Si mette al centro del gioco e regala magie: dribbla, rifinisce, conclude. Chiude con un bel gol soltanto, ma se non fosse stato per Maignan avrebbe timbrato il cartellino qualche altra volta. Dall'84' Oxlade-Chamberlain s.v.

Origi 6 - Prova discreta, senza eccellere né impressionare. Mezzo punto in più per il gran bell'assist per la rete di Salah. Dal 64' Mané 6 - Entra bene, dando nuova verve offensiva. A cinque minuti dal suo ingresso, arriva il gol.

Diogo Jota 6,5 - Svaria su tutto il fronte offensivo, non limitandosi alla fascia sinistra, senza smentire le sue caratteristiche. E più di una volta i suoi slalom creano panico nella trequarti rossonera. Dal 71' Jones s.v.

All. Jurgen Klopp 6,5 - Il Liverpool fa il Liverpool per 40 minuti e, quando gioca come gli è stato insegnato, non ce n'è per nessuno. La rimonta subita nel primo tempo lo manda su tutte le furie, all'intervallo fa il lavaggio del cervello ai suoi ragazzi e trova la svolta nella ripresa. I due gol arrivano perché la squadra è troppo sbilanciata: è su questo che deve lavorare.

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