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LIVE TMW - Union, Bonucci: "Alla Juve mi dicevano che non potevo reggere certi ritmi, invece no"

di Pierpaolo Matrone
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Ci sarà Leonardo Bonucci in conferenza stampa, insieme all'allenatore Urs Fischer, alla vigilia di Napoli-Union Berlino. Il difensore italiano presenterà il match di Champions League in programma domani alle 18:45. Su TuttoMercatoWeb.com, come di consueto, la diretta testuale.

19:04 - Comincia la conferenza stampa. Cosa significa per te tornare in Italia?
"Tornare in Italia è sempre molto emozionante. Col Napoli abbiamo giocato tante sfide-Scudetto e valevoli per i trofei nazionali, per me è molto stimolante. Sarà una grande serata, il pubblico di Napoli è sempre caloroso. Abbiamo bisogno di una grande prestazione per tornare ad essere quelli che col mister hanno stupito nel corso degli anni e sono arrivati in Champions League. Daremo tutto noi stessi per portare a casa dei punti".

Hai sfidato tante volte il Napoli. Cosa si aspetta per domani?
"Ho avuto la fortuna di giocare contro il Napoli, che negli anni ha acquisito sempre più peso all'interno delle competizioni europee. E' una squadra che merita rispetto perché è forte, temibile, ci sono giocatori di qualità. Alcuni sono stati e sono miei compagni in Nazionale. L'abbiamo visto all'andata, quand'è bastata una palla di Kvaratskhelia per Raspadori, quindi bisognerà essere concentrati per tutta la gara".

Il Napoli giocherà per ipotecare il pass per gli ottavi, voi per cosa giocherete?
"Noi domani sera dobbiamo giocare per noi stessi, per i nostri tifosi e per invertire questa tendenza. A settembre e ottobre non è andata come tutti volevamo e speravamo. Il Napoli è costruito per fare un grande percorso in Italia e in Europa, noi vogliamo invertire la rotta e portare a casa dei punti che possono servirci per il futuro e per qualcosa in più".

Sei arrivato il 1° settembre all'Union e avete sempre perso. Ti senti in un film sbagliato?
"No. Io sono molto contento della scelta fatta, sto vivendo un'esperienza bellissima sia a livello sportivo, come esperienza, che a livello umano. Vivendo da solo a Berlino è ovvio che mi manchi la famiglia, però poi arrivo al campo e ho sempre grandi stimoli e gran voglia di esserci e aiutare la squadra. Il calcio è veloce, le cose possono cambiare da un momento all'altro e speriamo che questo cambiamento arrivi già da domani".

Perché non hai giocato la gara d'andata?
"Il mister ha ritenuto fosse idonea la formazione che ha schierato e io ho sempre rispettato tutte le scelte tecniche fatte nei miei confronti, ho cercato di dare aiuto dalla panchina e fare ciò che ho sempre fatto, anche quando ho vestito le altre maglie: essere da supporto e da esempio".

In Italia probabilmente dopo tutte queste sconfitte la situazione-allenatore sarebbe andata diversamente. Che differenze ci sono in Germania?
"A me ha colpito molto, sin dal primo giorno, come si respira il calcio e la partita nella nostra società e con i nostri tifosi. Come avete visto, nella partita d'andata, nonostante la sconfitta e il periodo negativo, i nostri tifosi sono da elogiare per l'affetto, la vicinanza e il calore che ci trasmettono. E il rispetto che hanno per la società, per l'allenatore e per noi giocatori. Loro vedono che mettiamo in campo tutto, malgrado i risultati poco incoraggianti proviamo a portare a casa le vittorie. In questo periodo sarebbe stato facile dare la colpa all'allenatore, che però ha costruito qualcosa di unico. Quando si passano momenti così c'è sempre un concorso di colpe, non è mai soltanto di uno solo. Ci siamo confrontati e ho sensazioni positive, possiamo invertire questa tendenza negativa molto presto".

Sei stato, sei uno dei leader della Nazionale. Cosa può prendere il calcio italiano da quello tedesco?
"L'Italia per me è qualcosa che va oltre, quando indosso la maglia della Nazionale è come vivere il sogno che inseguivo da bambino, la speranza è quella di tornare a vivere momenti belli come quelli dell'Europeo. Il calcio tedesco ha delle strutture, completamente diverse da quelle italiane. Stadi sempre pieni e una velocità di gioco differente. Noi come italiani viviamo molto di più le partite sulla tattica e sui movimenti pre-organizzati. Io mi sento ancora bene e vivo, riuscire a tenere i ritmi degli allenamenti come sto facendo per me è una risposta importante. Negli ultimi due anni con la Juventus mi veniva detto che non potevo reggere certi ritmi, invece quando uno sta bene di testa ed è allenato nella maniera giusta, quando l'intensità è alta negli allenamenti, anche in partita succede di vivere 90' con una buona intensità".

Avete preparato qualcosa in particolare contro l'attacco del Napoli?
"L'assenza di Osimhen sicuramente è uno svantaggio per il Napoli, perché è uno degli attaccanti più forti della Champions League e difendere contro un giocatore così è davvero difficile per 95'. Ma l'attacco del Napoli non si riduce a Osimhen. C'è Raspadori, che per me è un fratello dopo l'Europeo, ha il futuro davanti a sé, si è sbloccato e non si ferma più. C'è Simeone che quando è in campo tira fuori la sua garra e bisogna fare attenzione. E poi ci sono gli attaccanti esterni che nell'uno contro uno sono fortissimi. Noi dovremo lavorare di squadra contro di loro".

Ora osservi la Serie A da lontano: cosa ne pensi dell'Inter? Come vedi il Napoli? E se lo Scudetto lo vincesse la Juventus come la prenderesti?
"Potrei rispondere che sono qui per giocare la Champions League con l'Union Berlino, però per rispetto e perché non mi sono mai nascosto dico che la Juventus ha grandi possibilità di vincerlo. E io sarei contento per i miei compagni e lo sarei altrettanto per la storia della Juventus. Sapete tutti che mi sarebbe piaciuto finire la carriera alla Juventus, non è stato possibile e tutti sapete la motivazione. Lo Scudetto se lo giocheranno le quattro squadre che tutti citano (Inter, Juventus, Milan e Napoli, ndr). Se dovesse esserci però un'altra domanda sulla Juventus e sul passato non risponderei perché sono qui a giocare con l'Union Berlino una partita fondamentale per invertire questa tendenza negativa".

Verranno amici e famiglia a vederti qui?
"Vengono due amici, perché la mia famiglia per arrivare qui i bimbi avrebbero dovuto perdere due giorni di scuola e in questo momento non è la soluzione migliore, perché comunque avrei potuto. Ci sarà la pausa della Nazionale e se non sarò convocato in Nazionale li vedrò la prossima settimana. Sono venuti spesso a trovarmi a Berlino, famiglia e amici. Io ora sono concentrato sulla partita, meno distrazioni ci sono meglio è".

19:38 - Termina la conferenza stampa

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