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LIVE TMW - Monchi: "Non mi pento della Roma. Col club direzioni diverse"

di Gaetano Mocciaro
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Monchi torna al Siviglia. L'ex direttore sportivo della Roma parla in conferenza stampa assieme al presidente degli andalusi José Castro.

Classe 1968, Ramón Rodríguez Verdejo è stato prima calciatore bandiera del Siviglia, poi dirigente vincendo per cinque volte la Coppa UEFA/Europa League e garantendo ricche plusvalenze al club.

È durata solo un anno e mezzo l'avventura alla Roma, con la quale ha comunque raggiunto una semifinale di Champions League, miglior risultato dal 1984 dei giallorossi.

Prende parola il presidente Castro: "Monchi torna a casa ed è una bella notizia. Non abbiamo mai perso i contatti, torna con più carica che mai. È un vero direttore generale che ha molto da dire. Gli abbiamo prospettato un progetto per il futuro che lo ha convinto, altrimenti non sarebbe qui".

Ecco le prime parole di Monchi: "È un giorno strano, difficile da immaginare e che è complicato spiegare con parole. Credo che questo sia un giorno che speravo si avverasse. In primo luogo ringrazio il presidente, il CdA, tutti coloro che hanno contribuito a far sì che tornassi a casa. Sono qui non solo perché sono sevillista ma non è questo il punto. Non sono qui per salvare il culo a qualcuno perché questa è una società sana e un modello nel mondo. Sono qui perché il presidente mi ha trasmesso un'idea del futuro del Siviglia che coincide con quella che io ho. Non sono tornato qui perché il Siviglia è in difficoltà, bensì perché voglio portare il Siviglia in alto".

"Vengo con convinzione che c'è molto lavoro da fare. Sono state già fatte cose buone, torno con la voglia di restare qui il più a lungo possibile. Siviglia campione? Vengo qui a contribuire a far crescere il Siviglia e farlo stare nella élite del calcio. Essere campione o meno non è una cosa che possiamo controllare".

Ancora Castro: : "Monchi ha un contratto di un anno. Ma è una persona speciale, il suo contratto è indefinito".

Monchi: "Assurdo dire qualcosa adesso sulla squadra, prima devo conoscerla".

Sulla questione societaria e un'eventuale vendita: "Nella conversazione avuta col presidente ho percepito entusiasmo, un progetto ad ampio raggio che coinvolge anche lo stadio. Cose che mi piacciono sentire. Non ho avuto l'impressione di un club che sta cedendo la mano".

Sull'esperienza alla Roma: "Sono andato via dal Siviglia perché avevo bisogno di trovare motivazioni esterne per crescere professionalmente. Restando a lungo nello stesso posto credi che quel posto sia il centro del mondo. Sono andato via per crescere, avevo bisogno di aria, di conoscere il mondo per crescere come professionista. Cercavo un posto difficile, avevo molte possibilità e ho trovato nella Roma un progetto che mi aiutava a crescere. Ora ho potuto valutare l'opzione Siviglia a livello professionale, come la miglior offerta possibile. Credo che la crescita avvenuta nell'ultimo anno la posso mettere a disposizione nel progetto Siviglia. Alla Roma lavoravo 24 ore al giorno, così come farò al Siviglia".

Sulle aspettative al suo ritorno: "Seguo le reti sociali e ovviamente è difficile essere al di fuori delle aspettative. So bene che il mio arrivo mi porterà maggiori pressioni per raggiungere gli obiettivi prefissati".

Sul futuro dell'allenatore Caparros: "Non escludo una sua conferma. Il Siviglia ha bisogno di un tecnico preparato e lui vanta 500 partite. Parleremo, lo ascolterò e valuteremo. Sarebbe assurdo scartarlo".

"Ci sono molte persone che hanno seguito il nostro modello e fortunatamente nel calcio spagnolo tutto ciò porta a buoni risultati. Cosa cerco: un salto in avanti, continuare a crescere. Risultati economici e sportivi".

Rifirmerebbe con la Roma, tornasse indietro nel tempo? "I due anni vissuti a Roma non li cambio. Sapendo quel che ho passato tornerei a firmare ugualmente. Conoscevo la situazione del club, non mi pento della scelta, mi è servita per crescere a livello professionale e per conoscere un club".

Lei è venuto a Roma parlando di vittorie e di Circo Massimo. Perché è andato via prima? Quale problema c'è stato?: "Quello del Circo Massimo è assurdo prenderlo come dichiarazione perché sapete come è uscita. Sono andato via dalla Roma prima di finire il mio contratto per una ragione semplice: in un momento in cui abbiamo capito che l'idea della proprietà era diversa dalla mia e continuare a quel punto non era giusto. Ma io posso parlare solo bene di Pallotta e tutti quelli che mi hanno voluto a Roma. Non parlerò mai male della Roma. Abbiamo capito che la strada era diversa, abbiamo deciso di fermarci".

Cosa lo ha portato alla Roma? "Tante cose. L'esperienza di lavorare fuori da casa mia è quella che mi ha spinto. In un ambiente caldo, esigente. Ciò ti aiuta a crescere professionalmente. Io continuo dicendo che la mia esperienza a Roma è stata bellissima. È vero che i risultati non sono arrivati ma il primo anno è stato bellissimo. Al di là dei risultati l'esperienza mi ha fatto crescere tantissimo".

C'è mai stata un'offerta del Real Madrid?: "No, mai. Ho ricevuto altro".

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