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LIVE TMW - Hellas, Barak: "La nazionale è un obiettivo. Liverani il miglior allenatore avuto in Italia"

di Luca Chiarini
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9.45 - Prelevato dall'Udinese in prestito con obbligo di riscatto al verificarsi di determinate condizioni, per Antonin Barak domenica è arrivata la prima maglia da titolare in gialloblù, proprio contro la sua ex squadra. Il trequartista ceco si presenterà in mattinata nella sala stampa della sede dell'Hellas Verona: l'inizio della conferenza è previsto per le 10. Vi proponiamo di seguito, con una diretta testuale, tutte le sue dichiarazioni.

10.02 - Inizia la conferenza stampa.

Quanto sei felice di aver chiuso definitivamente il capitolo Udinese?
"Sono contento di poter essere qui, perché alle prime voci sul Verona ero convinto che potessimo far bene. L'Udinese è il passato: ho sempre avuto un buon rapporto con tutti, e sono contentissimo di poter cominciare un nuovo capitolo nella mia carriera. Speriamo di poter fare tutti bene".

La trattativa è stata veloce?
"No, all'inizio non se ne parlava. È stato un trasferimento difficile, l'Udinese chiedeva una certa cifra e si è dovuto trovare l'accordo".

Juric ti ha subito dato fiducia.
"Ho parlato subito col mister, mi ha spiegato le sue idee di gioco. La stella è sempre la squadra, non il giocatore. Io sono arrivato con l'attitudine di capire subito come giocare in questo ruolo. Poi il mister mi dà tanta libertà per giocare a centrocampo, ad esempio contro l'Udinese ho giocato quasi in mezzo. Ora spetta solo a me imparare rapidamente come adattarmi, anche chi non ha esperienza in Italia deve imparare in fretta, lo stile del mister è leggermente diverso rispetto agli anni scorsi".

Sei stato un top player, poi cos'è successo?
"La mia carriera non è ancora finita (ride, ndr). È normale, in una carriera possono succedere tante cose. Ho avuto un infortunio piuttosto complicato, sono stati commessi degli errori. Sono stato fuori quasi tutta la stagione, poi non mi sono più trovato all'Udinese. Devo dire all'Udinese, perché a Udine stavo benissimo. Ma sapevo che non avrei più potuto giocare lì, e volevo andare via. Ero contento di poter andare a Lecce. Per l'infortunio non sono stato convocato in nazionale. Ora sono qui, non guardo al passato. Sono concentrato solo sulla mia crescita, voglio dare il massimo".

C'è un compagno che ti ha impressionato? Come sei fuori dal campo?
"Non dico un calciatore, perché sono tanti. Non solo come giocatori, ma anche come uomini. Parlo del carattere della squadra, sono contentissimo di come abbiamo giocato contro Roma e Udinese. La qualità di gioco è da migliorare, ma sono felice dello spirito che abbiamo dimostrato. Sono contento di come lavorano i giocatori in settimana, e questo dimostra che possiamo essere una squadra forte. Poi voglio parlare dei giovani, che mi piacciono tanto: parlo di Salcedo, di Colley. Auguro loro il meglio, e spero possano essere importanti per noi. Mi è appena nato un figlio, devo trovare una casa qui e la mia famiglia arriverà qui a Verona. Sono contento, ho una famiglia bellissima e posso solo ringraziare di avere persone così vicino a me. Mia moglie si chiama Nikola e mio figlio Antonin Junior, il cane invece si chiama Vin".

Cosa ti chiede Juric?
"La prima cosa che chiede è l'intensità, tutti devono lavorare al massimo. Altrimenti qui non puoi giocare, se passeggi in allenamento non giochi. Gli allenamenti hanno grande intensità e qualità. Il mister vuole migliorare la qualità del nostro gioco. Chiede cose semplici, vuole migliorare ogni calciatore".

Con Liverani ti sei ritrovato, e domenica affronterete il Parma. Che rapporto hai avuto con lui?
"Ho visto la partita ieri, il Bologna gioca molto bene e mi piace come lavora Mihajlovic. Hanno i giocatori giusti per il suo gioco. Il Parma è in difficoltà, ma nel calcio le cose possono cambiare da un momento all'altro. Contro noi potrebbero migliorare, poi c'è il mercato, non si sa chi arriverà in questi ultimi giorni. Con Liverani avevo un ottimo rapporto, perché mi ha aiutato tantissimo. Anche lui faceva il centrocampista, e mi dava tanti consigli. È il miglior allenatore che ho avuto in Italia. Gioca con un play, due mezzali e un trequartista: ha bisogno di giocatori per il suo gioco, quelli che ha ora non sono molto adatti. Manca ancora il trequartista. Ma noi dobbiamo stare attenti e prepararci al meglio, perché in una settimana può lavorare molto Liverani".

È un'ambizione tornare in nazionale? Qualche campione ceco ti è rimasto impresso?
"La nazionale è sempre un obiettivo, giocare per la propria nazione è la cosa più bella. Io sto facendo il massimo per tornare lì: è il mio obiettivo, e spero di tornarci presto. Mi impressionò la nazionale che disputò l'Europeo del 2004: se Rosicky non avesse avuto quella sfortuna avrebbe potuto avere una carriera come quella di Iniesta. Poi c'era Nedved. Vederli da tifoso è stato bellissimo, e speriamo che quel livello torni presto, perché sono convinto che la nostra nazionale possa fare le stesse cose".

Speri di segnare molto quest'anno? Come stai fisicamente?
"Sembra che giochi piuttosto avanti, ma non è così: sono un ibrido tra mezzala e centrocampista in questa squadra. È una posizione che mi piace molto perché posso giocare molti palloni, e devo anche trovare il gol. Da un anno e mezzo sto benissimo, non ho avuto problemi fisici. Fisicamente in Serie A nessuno è ancora al cento percento, perché non abbiamo fatto una preparazione normale. Per quello servono ancora un po' di partite, ma mi sento molto bene. Con il lavoro possiamo alzare ancora di più il livello".

Puoi giocare anche da prima punta?
"Non penso, se siamo in emergenza sì. Ma abbiamo tre attaccanti che giocano in quel ruolo e non c'è motivo perché giochi lì".

Ti poni un obiettivo a livello numerico?
"Non faccio calcoli, voglio migliorare sempre. Penso solo di partita in partita, non mi interessa altro".

Cosa vuol dire riavere qualche tifoso allo stadio?
"Solo sorrisi e belle cose. Sono contento, spero che i tifosi possano tornare subito allo stadio. So che ci sono delle difficoltà, ma spero che piano piano gli stadi riaprano. Anche con pochi tifosi allo stadio già si percepiva un calcio vero".

Come vivete il caso contagi in casa Genoa, e più in generale l'emergenza Covid?
"La nostra vita è uguale a quella di altre persone. Purtroppo c'è questo problema: non abbiamo paura, dobbiamo vivere la vita così com'è, dobbiamo solo sperare che la nostra vita possa migliorare".

10.25 - Finisce la conferenza stampa.

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Domenica 5 Maggio 2024
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