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Le grandi trattative della Fiorentina - 1991, Batistuta palleggia male ma supererà Hamrin

di Dimitri Conti
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© foto di Federico De Luca

In Argentina il club di giocatori che hanno vestito sia la maglia del Boca Juniors, che quella degli arci-rivali del River Plate, non è poi così esteso. All'interno di questa cerchia c'è il nome di un attaccante divenuto celebre - soprattutto fuori dal suolo argentino - per la sua mitraglietta e i fiumi di gol: Gabriel Omar Batistuta. Il Re Leone, per tanti, se non tutti. Ma non è sempre stato un idillio, il rapporto di Batistuta con il mondo del calcio. Un universo che, come avrà spesso occasione di ricordare, più che glorificarlo ha finito con l'usurarlo. Ma nel 1991 questi pensieri erano ancora lontani, e un giovane di 22 anni era pronto al grande salto dal Sudamerica all'Europa.

Poteva esserci una tappa diversa dall'Italia nel destino di un argentino i cui trisavoli, che di cognome facevano Battistutta, erano emigrati dal Friuli-Venezia Giulia? No, e infatti il grande salto europeo avviene nel Belpaese, a Firenze. Succede infatti che Batigol, soprannome con cui sarà inneggiato continuamente al Franchi, aveva vinto il titolo di capocannoniere dell'ultima Copa America, convincendo l'allora presidente Mario Cecchi Gori, compianto padre di Vittorio, a sborsare una bella cifra per fare suo il centravanti di Reconquista: in tutto le cronache raccontano di 15 miliardi di lire, di cui almeno 8 per l'acquisto di Batistuta e il restante per sistemare il Boca Juniors, rimasto sprovvisto della sua pedina migliore, con i regali di Mohamed e Latorre pagati di fatto dal club viola, più una quota per accontentare allo stesso tempo il procuratore Aloisio. Un sacrificio che porterà i suoi frutti.

All'inizio, però, l'approccio fu particolarmente complicato. A Firenze si presentò un giocatore tutt'altro che in eccellente forma fisica - a 16 anni era soprannominato gordo - e soprattutto sprovvisto dei fondamentali tecnici necessari per imporsi sul palcoscenico europeo. "Non fa due palleggi di fila", dicevano di lui all'inizio dell'avventura fiorentina... Avranno modo di ricredersi. Di quei goffi esordi, presto, rimane solamente uno sbiadito e lontano ricordo: arriveranno infatti i gol a raffica, le scariche di mitraglia sotto la Curva Fiesole, e poi ancora successi in Coppa Italia, Supercoppa (dice niente "Irina te amo"?) ma anche le notti magiche in Europa, come quando zittì il Camp Nou in Coppa delle Coppe nel 1997 e poi lo Scudetto, solo sfiorato e perso proprio per un suo grave infortunio. Un percorso indimenticabile di 9 anni, quello di Batistuta nella Fiorentina, concluso con una cessione dolorosa ed inevitabile, solamente rimandata per anni. Prima dell'addio, però, l'occasione per scrivere la storia ed entrare con due piedi nel mito: tre gol al Venezia, quanto serviva per arrivare a 152 gol in Serie A, uno in più di un'altra leggenda viola quale Hamrin. A quel punto, chi si ricordava più di quel ragazzo che non sapeva palleggiare?

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Lunedì 6 Maggio 2024
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