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Le grandi trattative della Fiorentina - 1982, Passarella lascia casa e segnerà un record storico

di Dimitri Conti
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© foto di Andrea Pasquinucci

Nell'estate che vedrà l'Italia riuscire trionfalmente a tornare a sollevare la Coppa del Mondo a distanza di quasi mezzo secolo dall'ultima volta, la Fiorentina si apprestava ad accogliere tra le sue fila uno che quel titolo l'aveva vinto quattro anni prima, con l'Argentina: Daniel Passarella. Il Caudillo ("comandante") soprannome con il quale era conosciuto il guerrafondaio difensore, uno dei rappresentanti più moderni all'epoca nel ruolo di libero, lasciava per la prima volta nella sua carriera il suo paese natale, ma soprattutto quel River Plate che di fatto è stato e sarà la sua casa, nel quale avrà l'occasione di tornare sia nelle vesti di calciatore, che poi di allenatore ed infine anche di presidente.

Appena due estati prima la Serie A aveva riaperto ufficialmente le frontiere agli stranieri, e la Fiorentina ne aveva approfittato aggiudicandosi Daniel Bertoni - approfondiremo anche questo capitolo - e aprendo così di fatto una fortunata stagione di collaborazione tra la squadra di Firenze e i giocatori che arrivavano dall'Argentina. In quell'estate la Lega Calcio allargò ulteriormente le maglie, consentendo l'arrivo del secondo straniero, e le varie squadre si lanciarono alla ricerca forsennata di talenti in ogni angolo del globo. Senz'altro, quella della Fiorentina, fu una scelta illuminata.

Nonostante la squadra non sarebbe poi mai riuscita negli anni successivi a combattere realmente per la vittoria dello Scudetto, l'acquisto di Passarella ed il suo transito sul suolo fiorentino non saranno anonimi, tutt'altro. Il Caudillo, centrale difensivo che faceva del gioco aereo il suo vero punto di forza nonostante un'altezza che superava a malapena il metro e settanta (Ivan Cordoba, you know?), ed aveva un rapporto molto stretto con il gol, tanto da riuscire a battere un record di vent'anni prima, destinato a rimanere imbattuto per altri quindici. Con la doppietta nel derby toscano, con cui condannava il Pisa alla retrocessione, nel 1986, Passarella arrivò a 11 gol in quel campionato, superando così il precedente primato di Facchetti (1966/67, all'Inter) poi superato a sua volta nel 2000/01 da un altro che sarà nerazzurro, Marco Materazzi, capace di segnare 12 gol con il Perugia in quella stagione. Sembra esserci un particolare filo rosso coi nerazzurri, e a conferma di ciò, in quella estate del 1986, Passarella si trasferirà proprio all'Inter. Lasciava Firenze senza aver vinto niente, ma portando via con sé un alone magico: era pur sempre il grande capitano dell'Argentina. Non uno qualunque.

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