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Juventus, Cuadrado: "Quando mi hanno detto che sarebbe arrivato Ronaldo non ci ho creduto"

di Simone Lorini
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© foto di Insidefoto/Image Sport

Juan Cuadrado, ospite durante la giornata della scienza organizzata dall'istituto Sant'Anna di Torino, ha parlato anche della pandemia e delle difficoltà che ha portato in tutto il mondo: "Per me a dire la verità è stato un momento molto bello, noi come calciatori stiamo spesso fuori casa e in questo periodo ho potuto passare molto tempo con mia moglie e i miei figli".

Che effetto ha avuto la pandemia nel calcio?
"La cosa più importante è la salute, anche per i più giovani. Lo stadio vuoto è un effetto non bellissimo, anche se ci stiamo abituato. Piano piano torneremo alla normalità".

Quando è risultato positivo al Covid, che sensazioni ha avuto?
"Ho mantenuto la calma, ero asintomatico quindi potevo fare moltissime cose, ma non giocare. È stato difficile vedere i miei compagni giocare e non potergli dare una mano. Però mi sono riposato a livello fisico e spirituale, visto che venivo da un periodo dai tanti impegni".

Ha mai avuto un idolo da piccolo?
"Mi piacevano tantissimo Ronaldo, il Fenomeno, e Ronaldinho: erano diversi dagli altri".

In Colombia la situazione com'è?
"Ci sono tanti cosi ma le morti sono diminuite tantissimo ed è tutto aperto, grazie a Dio la situazione è molto controllata".

La Juve è in difficoltà: Pirlo è immaturo come allenatore o si sta concentrando troppo su Ronaldo?
"Il mister sta facendo un grandissimo lavoro sin dal suo arrivo, non è facile adattarsi ad una squadra di top level e la situazione di classifica non è colpa sua, in campo ci andiamo noi. Dobbiamo crederci fino alla fine e fare più punti possibili".

A cosa deve rinunciare un calciatore professionista?
"A tante cose: a 13 anni ho dovuto andare via da casa mia e rinunciare a stare tanto tempo con mia mamma, con la famiglia. Ho rinunciato al tempo con loro per raggiungere il mio sogno".

Quando la palla entra in rete, cosa prova?
"Una emozione incredibile, non sai cosa fare. Io provo sempre a ballare, ad esprimere la mia allegria".

Cosa si prova a giocare con Ronaldo?
"È come giocare con Dybala: sono calciatori fortissimi, Ronaldo è uno dei due migliori giocatori al mondo, dobbiamo imparare dall'impegno in cui mette in ogni partita e ogni allenamento".

È spaventato per il derby di sabato?
"Speriamo che vinca la Juve, non dobbiamo avere paura: siamo professionisti e dobbiamo scendere in campo con tanta voglia e credendo di poter fare un bel risultato".

Ma che effetto fa perdere ogni anno la Champions League?
"È il calcio. La gente pensa che sia una cosa facile, ma non è facile. Se non riesci a raggiungere questo sogno non vuol dire che sei scarso, dobbiamo continuare a lavorare ancora di più e sperare che tocchi a noi. Sono fiducioso che la Juve, in quanto grandissima squadra, potrà arrivarci".

Come è stato sapere che avrebbe dovuto cedere il numero 7 a Ronaldo?
"Quando mi hanno detto che sarebbe arrivato non ci credevo, invece era vero e sono felicissimo. Il numero? È sempre più benedetto chi dà che chi riceve, nessun problema".

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