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Juve, Locatelli: “Battere l'Inter ancora più bello. Italia? Non essere chiamato mi ha fatto male”

di Simone Dinoi
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Il giocatore della Juventus Manuel Locatelli è stato ospite del canale Twitch bianconero: “Vincere a San Siro contro l’Inter è ancora più bello, abbiamo fatto anche una grande partita. Vincerla così è stato bello. Sono felice di questo, è stata una vittoria importante e abbiamo avuto un atteggiamento perfetto. Quella di ieri è stata una delle partite migliori di quest’anno. Sono riuscito a trovare subito la posizione, mi sono sentito importante per tutta la squadra. Quando entri in fiducia riesci a rendere meglio in tutte le partite. La continuità è il segreto di ogni stagione positiva. La mia chiusura? Tackle così è una cosa che ho quasi sempre avuto e mi esalta. Essendo un intervento importante entri in fiducia e senti le emozioni che ti caricano. Contro l’Inter o contro le grandi squadre caricarsi è facile, se non sei carico non sai giocare a calcio. Nel campionato è importante affrontare tutte le partite come quella di ieri. Le partite più belle sono i big match ma dobbiamo avere questo atteggiamento tutte le partite”.

Sulla nascita recente del figlio: “Spero che lui abbia la voglia di vedere quello che ha fatto il papà. Mi auguro che sia uno sportivo e abbia voglia di vedere la Juve. Gliela farò vedere sicuramente. Sarà difficile raccontare l’emozione, ma spero ci saranno altre partite. La nonna aiuterà, è super tifosa ma tutta la famiglia è così. È una responsabilità in più anche per loro”.

Sul centrocampo con Fagioli e Rabiot: “Ci troviamo bene. Alla fine, al di là del centrocampo, si è vista una squadra lì, che era in partita, con l’atteggiamento giusto. Chiunque sarebbe entrato avrebbe detto la sua. Siamo tutti sulla stessa barca, stiamo rispondendo bene sul campo e il resto non conta. Siamo uniti, chi è entrato ha fatto bene ed è questo che chiede il mister”.

Sulle difficoltà in carriera: “Il momento in cui sono andato via dal Milan è stata una bella botta perché non me lo sarei aspettato. Ero giovane, è stata una bella mazzata. A Sassuolo mi sono rimboccato le maniche e lì ho conosciuto una famiglia fantastica. De Zerbi mi ha esaltato come uomo e calciatore. Nelle difficoltà fai un passo indietro ma poi fai un passo doppio”.

Su Miretti e Fagioli: “Non è facile gestire tutte le cose in una grande squadra come la Juve alla loro età. Stan facendo un percorso corretto, la Juve li protegge. Ho detto loro di divertirsi, di essere spensierati. Non devono perdere l’entusiasmo che hanno, questo è il segreto. Impareranno a gestire tante cose, ma nessuno nasce maturo. Già stanno facendo passi da gigante”.

Su Gatti: “Lui deve imparare a gestire la grinta. È talmente energico che a volte esagera, nello spogliatoio glielo diciamo. Capirà col tempo che deve gestirla questa energia. Gioca o non gioca va sempre a mille in allenamento, ragazzi così fanno bene alla squadra”.

Sulla foto social con Lautaro: “Mi piaceva come foto, poi sono cose che succedono sul campo. Lautaro è un grande giocatore, c’è rispetto e sono cose che si dicono sul prato verde. Finita la partita finisce tutto”.

Sui suoi idoli: “Del Piero è il simbolo della Juve, come lui anche Pavel, Buffon. Sono gli storici che guardi sempre. Poi Pirlo per il ruolo, ma un altro che sto conoscendo per bene è Pessotto. È un grande, mi sta insegnando tutti i trucchi. Si veste sempre in giacca e cravatta e io lo stuzzico quando non la mette. Senza dimenticare Chiellini e Bonucci, che sono la dimostrazione della juventinità oggi”.

Sull’Europeo vinto e la Nazionale: “Mi rimarranno per la vita. Abbiamo vissuto momenti incredibili, venivano dall’anno prima che c’era il Covid. È stato più di un sogno, si è andati oltre qualsiasi aspettativa. Mancata convocazione? Ci sono rimasto male. Vivo la Nazionale come qualsiasi ragazzo, non essere chiamato mi ha fatto male. Io posso dimostrare sul campo cosa posso dare e riconquistarla”.

Sul gol: “Mi manca tantissimo, sto cercando di arrivarci. Quest’anno ho un ruolo di equilibrio, ma è qualcosa che mi manca. Ma devo cercare di farlo, è un obiettivo che ho. Il mio gol preferito alla Juve? Nel derby contro il Torino, è stato emozionante. Il giorno dopo ho chiesto a mia moglie di sposarmi, è il gol che ricordo con più piacere”.

Sull’impatto dei più giovani: "Molto positivo. I giovani ti portano entusiasmo perché hanno quella spensieratezza che dicevo prima. La Juve con la Next Gen ha fatto una grande cosa, ne approfitta per mandare un abbraccio a Stramaccioni che si è rotto il crociato. Così giovani si abituano al risultato. Già da ragazzino devi pensare al risultato che è quello che conta. Tutti vogliono giocare bene ma essere in Serie C ti forma".

Su giocare alla Juve: “L’ho sempre sognato. Sono che sogni da piccolino. Non pensavo di giocare alla Juve, ma ho sempre detto al mio procuratore da quando ho 14 anni “Un giorno andremo alla Juve”. Il mio cognome sulla maglia? Bellissima emozione. Al di là di me che è una cosa bellissima e per la mia famiglia, avere il cognome di mio padre stampato è un’emozione anche per lui. Sono cose che ti toccano. Sicuramente chiunque ha la mia maglia cercherò di firmarla».

Sul gol fatto alla Juve col Milan: “Quando giocavo al Milan pensavo solo al Milan. La partita con la Juve era speciale, ma devo essere sincero quando ho segnato con la Juve è stato incredibile. Tantissimi mi hanno odiato ma in quel momento lì ero felicissimo. L’unica non felice era mia nonna”.

Sul percorso alla Pjanic: “Anche io nasco mezz’ala, con il mister ho sempre giocato davanti alla difesa e il percorso penso sia lo stesso. Devo rubare a lui i gol, perché segnava di più. Futuro da difensore centrale? Spero di no. A me piace andare a concludere e cercare la giocata più avanti. Non voglio perdere la mia caratteristica dell’ultimo passaggio”.

Sui sogni con la maglia della Juve: “Quest’anno abbiamo l’obiettivo di vincere due coppe. Il sogno che hanno tutti gli juventini è portare a casa la Champions League e poi mi piacerebbe vincere lo Scudetto”.

Sullo Sporting: È un avversario tosto, giocano bene. Sono preparati, hanno molti giovani. Sono una squadra intelligente. Ma noi siamo la Juve e dobbiamo dimostrarlo. È un avversario difficile ma anche noi lo siamo per loro

Da chi ha imparato di più: “Da tanti ho appreso. Di Maria fa un altro sport. Ma anche Leo, Danilo, Alex Sandro. Angel è l’esempio del campione: ha vinto tutto ma si è presentato da noi come la persona più umile del mondo. È il segreto tra il campione e uno che fa il fenomeno. Con chi ho legato di più? Faccio il nome di Pinsoglio, nello spogliatoio ci dà una mano enorme. Ci stimola, è un piacere parlare con lui. Sono quelle persone che nello spogliatoio fanno la differenza. Sa cosa vuol dire la Juve, ha vinto, ma in ogni allenamento dà tutto e i risultati si vedono. È un esempio da seguire”.

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