Menù Notizie

#iorestoacasa - Le storie della buonanotte: Di Matteo, l'uomo giusto al posto giusto

di Marco Conterio
#iorestoacasa - Tuttomercatoweb.com propone ai suoi lettori delle storie di calcio per tenerci compagnia in queste giornate tra le mura domestiche
Foto

Roberto Di Matteo da Schaffhausen, Svizzera, è stato l'uomo giusto al posto giusto. Catenacciaro campione d'Europa, uomo da una notte e non da mille, tanti silenzi e poche parole tra le labbra. Giocatore di alto livello, la carriera da tecnico è stata finora condita da poche esperienze, tre esoneri, una FA Cup e una Champions League. Perché essere vincenti è una dote, perché il palmares si può costruire in tanti modi. Anche con la dea bendata che ti dà un bacio sulla fronte rasata, sopra gli occhi da orientale, prima che tu alzi due trofei verso il cielo.

Le scarpette al chiodo Daniel Imhof del San Gallò fu l'uomo che, durante un contrasto, per colpa d'un intervento, gli fece interrompere la carriera anzi tempo. Operazioni fallite, placche, chiodi, preghiere e santi, a trentuno anni Roberto Di Matteo da Schaffhausen, figlio d'emigranti, bandiera della Lazio e del Chelsea, decise di dire basta. Così inizia la carriera da allenatore a Milton Keynes, al posto di Paul Ince, quello che con una fascia bianca in testa ai tempi biancocelesti fu ribattezzato Guinness da Paul Gascoigne come la celebre birra. Il MK Dons era rinato dalle ceneri del Wimbledon, quello della Crazy Gang. Una squadra fallita e per questo trapiantata, cosa che ha fatto scatenare le ire dei tifosi più fedeli che fondarono poi l'AFC Wimbledon.

Una partenza da McLaren Milton Keynes è la città della celebre vettura da Formula 1 e la partenza è da sogno. "Non ho paura", dice alla prima conferenza e i numeri confermeranno il coraggio dei Dons. 27 vittorie su 51 partite totali, ben 93 gol e 59 subiti, l'esordio però è una sconfitta per 2-0. Dall'altra parte c'è il Leicester, che non è ancora il Leicester e infatti è in terza serie. In panchina c'è Nigel Pearson, ora demiurgo del Watford, a centrocampo c'è però Andy King che sarà anche nelle Foxes di Claudio Ranieri.

Il salto al WBA Terzo posto e promozione in Championship persa ai play-off, dove i Dons perdono in semifinale ai rigori contro lo Scunthorpe, Roberto Di Matteo viene chiamato nelle West Midlands in Championship. Il primo anno è ancora in sella a un sogno: promozione in Premier League. L'impatto con la massima serie è contro il suo passato da calciatore. Ed è un incubo. Carlo Ancelotti, sulla panchina del Chelsea, alza sei volte il sopracciglio: tre Drogba, due Malouda, uno Lampard, mandano al tappeto il WBA. Di Matteo sarà esonerato a febbraio 2011. Ironia della sorte: a essergli fatale un altro tonfo con un italiano, il 3-0 patito all'Etihad Stadium è quello inflitto dal Manchester City di Roberto Mancini. La firma, tre volte in calce, cita Apache, Carlos Tevez.

Il ritorno al passato 29 giugno 2011, Roberto Di Matteo ritorna al Chelsea come vice del portoghese André Villas-Boas. Il lusitano però si dimostra solo un Mourinho wannabe, Di Matteo sale in cattedra. Debutta e vince in FA Cup 2-0 contro il Birmingham. Poi 1-0 allo Stoke City in Premier League, firma Didier Drogba al centesimo in campionato. 14 marzo, premiere in Champions League: dopo il ko per 3-1 dell'andata, ribalta il Napoli e vince 4-1 ai supplementari degli ottavi col gol di Ivanovic. Poi batte il Benfica, poi in semifinale il Barcellona. 1-0, 2-2, Roberto Di Matteo e il suo Chelsea sono in finale di Champions League. E' il primo italiano a farlo sulla panchina di un club straniero, undicesimo in assoluto.

Di Matteo il catenacciaro Non vincerà solo quella Champions League a Monaco di Baviera. Nel suo palmares anche una storica FA Cup, contro il Liverpool. Al posto giusto, nel momento giusto. Il suo gioco non è mai stato spettacolare, in futuro sarà tecnico con magri risultati di Schalke 04 e Aston Villa. Però si è dimostrato un uomo intelligente, anche lì al Chelsea. Non ha voluto strafare, non si è voluto sopravvalutare. Ha messo le chiavi in mano ai giocatori e ha controllato la situazione. Da gestore e psicologo. Lo hanno tacciato d'esser solo un fortunato difensivista, in Spagna dopo aver sconfitto il Barcellona è stata caccia alle streghe. Ma non ribalti il Napoli, non batti Guardiola, non vinci due coppe in pochi giorni solo con le Maginot.

La notte di Monaco. In Baviera, contro il Bayern. In casa del nemico, nella tana del nemico. E' una gara di sofferenza, la squadra di Jupp Heynckes è marcatamente la migliore. Thomas Muller segna all'83' ma l'uomo del destino arriva dalla Costa D'Avorio e si chiama Didier Drogba. Pareggia allo scadere, si va ai supplementari. E lì può arrivare la Caporetto, quando Didier da Abidjan stende Franck Ribery in area. Rigore, Arjen Robben tira, la mano di Petr Cech non trema. Così si va ai rigori, i tedeschi sono sull'orlo di un nuovo dramma psicologico dopo la rimonta contro il Manchester United. Dal dischetto Drogba regalerà l'estasi al Chelsea e al suo traghettatore speciale. "There is only one Di Matteo", gli cantava il popolo Blues dopo il fischio finale, nella gioia bavarese. Forse avevano ragione.

Altre notizie
Domenica 28 Aprile 2024
13:04 Serie B Reggiana, Rozzio: "Ci godiamo questi tre punti, ma dobbiamo anche rimanere equilibrati" 13:00 Serie A Le pagelle di Pessina: perde qualche pallone in più del solito ma è glaciale dal dischetto 12:57 Serie ATMW Inter, i tifosi: "14+6 uguale seconda stella". Pasillo de honor del Torino 12:57 Serie B Modena, Zaro: "Adesso il derby con la Reggiana, la vittoria ci dà una grande spinta" 12:53 Serie A 65 punti a -4 dalla fine: è la peggiore Juve di Allegri. Meno punti solo con Delneri
12:49 Serie C Juve Stabia, Pagliuca: "Promozione in B frutto del lavoro di un gruppo di ragazzi splendidi" 12:45 Serie ATMW Inter, oggi è festa. I tifosi: "Simone Inzaghi salta con noi". E il tecnico esegue 12:42 Calcio femminile Roma campione d'Italia, Ceasar: "Non vogliamo fermarci. Svilar? Mi rivedo in lui" 12:38 Serie A Il procuratore nazionale: "Infiltrazioni mafiose anche nel calcio professionistico" 12:34 Serie B Reggiana, Kabashi dopo il blitz di Palermo: "La squadra c'è. Nesta è sempre stato con noi" 12:30 Serie A Inter, Marotta in cravatta con doppia stella allo stadio: "E il meglio deve ancora venire" 12:26 Serie A Berni: "Inter, stagione incredibile. Una gioia passare in mezzo al popolo nerazzurro in festa" 12:23 Serie ATMW Inter, che entusiasmo per la partita-festa con il Torino: le immagini da San Siro 12:19 Serie A Torino, Juric: "Speriamo di reggere bene. Siamo forti, ma dobbiamo fare di più" 12:18 Editoriale Inter, i piani per il futuro. Dai rinnovi di Lautaro, Barella e Inzaghi alle idee di mercato. Pressing su Bento e idea Gudmundsson. Napoli, per l’attacco ci sono anche Dovbyk e Moffi 12:15 Serie A Inter, Frattesi: "Niente brutte figure oggi. Un tatuaggio per lo scudetto? Ci sto pensando" 12:12 Serie A Torino, Rodriguez: "L'Inter ha già vinto tutto, ma sappiamo che vogliono vincere" 12:08 Serie A Inter, Marotta: "Faremo un mercato creativo. Ciclo Inzaghi? Meglio di lui non si poteva trovare" 12:04 Serie A Inter, Frattesi: "Proveremo a vincerle tutte, chi ha giocato meno dimostrerà il suo valore" 12:02 Le Statistiche Bologna, Udinese e il cambio di passo all'opposto nel secondo tempo 12:00 Serie A Le pagelle di Krstovic: ritrova il gol dopo tre mesi, segna da gran centravanti 11:57 Calcio esteroUfficiale Paris Saint-Germain, Zaire-Emery rinnova fino al 2029 11:53 Serie A Moratti: "Inter, tanti meriti di Zhang. Fosse per lui sarebbe qui, non chiediamogli certe uscite" 11:49 Serie C Benevento, Auteri: "Playoff? Ricominceremo a lavorare ripartendo dalle cose buone" 11:45 Serie A Le pagelle di Leao: doveva essere il faro e trascinare ma in avanti non fa la differenza 11:42 Serie A Genoa, Gilardino: "Retegui e Gudmundsson giocatori importanti. E sugli infortunati..." 11:38 Serie A Vecchioni: "Inter, Acerbi e Calha i migliori. Rave party Milan? Una goliardata" 11:34 Serie B Spezia, Hristov: "Non bisogna mai abbassare la testa. Col Palermo per la vittoria" 11:30 Serie A Le pagelle di Baroni: prepara bene la partita, paga un black out dei suoi sul gol della Lazio 11:28 Le Statistiche I 214 giorni senza sconfitte dell'Inter. Se col Toro finisse 0-0 non sarebbe sorprendente