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Inter, Mkhitaryan si racconta: "In campo ci capiamo con uno sguardo". L'aneddoto con Klopp

di Tommaso Bonan
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Lunga intervista a Frog Talks, podcast di Andrea Ranocchia su Inter TV, al centrocampista nerazzurro Henrik Mkhitaryan. "A 21 anni sono andato in Ucraina, poi mi ha chiamato lo Shakhtar dove mi chiamò Lucescu. E' un grande allenatore, avevamo due preparatori atletici italiani e facevamo tante corse, ostacoli, queste cose così. Poi sono andato a Dortmud, due anni con Klopp che è uno psicologo e ti da tanta fiducia, crede in te ed è veramente molto bravo. Per lui dai la vita, un giorno facciamo un allenamento e mi disse che se facevo sette gol mi dava 50 euro. Ne ho fatti cinque, gli dovevo dare io i soldi e dopo due giorni dovevamo giocare contro l'Eintracht e abbiamo vinto 2-1 con due gol miei e dopo la partita gli ho chiesto di ridarmi i 50 euro e lo ha fatto".

Che differenza hai trovato nei tanti campionati che hai giocato?
"Da tutte le parti ho avuto difficoltà, in Inghilterra è più fisico, la velocità mentre in Germania la disciplina e la tattica. Adesso però in ogni squadra ci sono gli Usain Bolt che corrono a destra a sinistra oppure sono io che non ci riesco a 35 anni".

La differenza di vita invece?
"L'80% dei cittadini a Dortmund erano anziani, i giovani andavano a Colonia o a Dusserdolf. Il calcio lì è la vita".

Dove ti sei trovato meglio?
"In Italia, a Roma e Milano".

All'Arsenal invece ti sei trovato male.
"Wenger mi voleva, ma dopo sei mesi lo hanno licenziato ed è arrivato Emery. Provava ad adattarsi al calcio inglese".

Vuoi finire all'Inter?
"Ho ancora due anni di contratto, finché posso devo giocare per non aver rimpianti".

I compagni parlano bene di te.
"Dal primo giorno mi sono sentito come se fossi sempre stato qui in un'altra vita, con gli stessi compagni, la tifoseria, lo stadio. Ero anche colpito di questo".

Lo spogliatoio, oltre l'Inter, dove ti sei trovato meglio?
"Mi sono trovato bene ovunque, c'è sempre stata una bella squadra e l'ambiente ma ci sono state difficoltà. Quest'anno ci troviamo bene perché stiamo vincendo, poi quando perdi c'è un po' di negatività. Come compagni e come squadra sono stato ovunque bene".

Quante lingue parli?
"Sei lingue: armeno, russo, italiano, inglese, francese e tedesco".

Con Calhanoglu come parli?
"In inglese".

Tu sei stato capitano giovanissimo?
"Sono stato anche capitano a Roma per una partita. Mi sento responsabile delle cose che faccio e di quelle che non riesco a fare, perché se hai le palle le fai altrimenti fai un passo indietro".

Dai l'idea di non essere mai in difficoltà.
"Magari non lo faccio vedere, le difficoltà ci sono sempre anche vincendo ma devi essere sempre concentrato perché la partita dura novanta minuti. Devi essere sempre sveglio e pronto ad aiutare i compagni, quando molli è difficile rientrare in partita. Magari non sono uno che urla tanto in campo però con la corsa, con la voglia spero di far vedere ai compagni che dobbiamo dare il massimo".

Che capitano è Lautaro?
"Anche senza la fascia è un trascinatore, sta segnando tantissimo ed è fondamentale per questa Inter. Non è una questione di avere o meno la fascia, è un leader comunque. Barella non ha la fascia di capitano ma fa cose che ti lasciano a bocca aperta. Siamo venticinque capitani".

La qualità più importante di questa Inter?
"A parte che il gruppo è incredibile e siamo molto bravi, conta il fatto che ci troviamo molto bene l'uno con l'altro. In campo ci capiamo con uno sguardo, sappiamo subito cosa vuole il compagno e dove andrà il pallone. Questa è la nostra forza".

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Giovedì 9 Maggio 2024
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