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Inter, il paradosso di un mondo nel quale nessuno sa cosa dire con certezza

di Alessandro Rimi
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Non è che il mercato smetta all’improvviso d’essere affascinante. È solo che scrivere di cifre, fare il prezzo, indagare sulle clausole, raccontare di trattative in stato avanzato, ecco tutto questo, risulta assai complicato. Così come è complicato per i dirigenti dell’Inter, di tutti quei dirigenti che dalla loro hanno sì un’incredibile esperienza, ma nel contempo una totale impreparazione per quello che è un momento mai vissuto nella storia della modernità. Si fa fatica, ecco. In mezzo chiaramente vanno messi gli oggetti del contendere, gli attori appartenenti al grande, anzi sconfinato palcoscenico del calciomercato, sempre sulla bocca di tutti ogni giorno dell’anno, sempre sulla bocca di tutti pure quando vanno in vacanza. Il paradosso è che pure i calciatori non sanno cosa dire, cosa rispondere, dove collocarsi nel futuro che quando arriverà con certezza è impossibile da ipotizzare. Così quando sentiamo Chiesa, Musso, Kumbulla, Izzo, Mertens, Vertonghen, Lautaro, Icardi, il PSG, il Bayern, il Barcellona, quando sentiamo tutti i protagonisti delle trattative che ovviamente includono i procuratori, nessuno invero sa con certezza cosa dire. Può darsi anzi che in 48 ore si ipotizzi e poi si smentisca uno scenario che in effetti sembra bellissimo. Può darsi che si finisca a parlare pure del calciatore più costoso al mondo che ha scelto di giurare amore eterno al Barcellona.

Nonostante si continui a evidenziare la povertà e i pericolosi ma necessari ridimensionamenti ai quali tutti - nessun escluso - andranno incontro nei prossimi mesi, ecco, può darsi che Messi venga accostato a due o tre club europei, tra i quali l’Inter. Si fa fatica, ecco. Laddove viviamo in un mondo di fatto tossico, nel quale i politici fanno i procuratori, i giocatori fanno i giornalisti e i dirigenti fanno gli opinionisti e i giornali fanno le copertine dei libri che tutti per forza vogliono e devono leggere. L’unica cosa certa in tutto questo è la speranza. Il desiderio che, quanto prima, tutto questo torni alla normalità e al naturale equilibrio. Perché il calcio che è pura liquidità ha bisogno di ordine, certezze e, appunto, equilibrio. Allora poi sì che potremo parlare con più peso. Allora sì che il senso delle cose tornerà, per fortuna, ad avere un senso che purtroppo adesso non può esistere.

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Venerdì 3 Maggio 2024
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