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Il Parma non impara dai suoi errori. E così mantenere la categoria diventa una chimera

di Niccolò Pasta
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Altro giro e altro 2-2 del Parma, che nel giro di sette giorni getta alle ortiche quattro punti che sembravano ormai nel sacco e che avrebbero dato una dignità diversa ad una classifica che, a questo punto della stagione, dà praticamente ormai per spacciati i crociati. Dopo l'assurda rimonta subita due domenica fa contro l'Udinese, il Parma ricasca nell'antico vizio, sprecando ancora un doppio vantaggio, questa volta contro lo Spezia al Picco, in quella che poteva essere l'ultima occasione per restare aggrappati ad un treno salvezza che pare aver saltato la stazioni di Collecchio.

BIS PECCARE IN BELLO NON LICET - I latini usavano questo detto, che spiegava come in battaglia non fosse lecito commettere un errore per due volte, pena gravi conseguenze. E allo stesso modo questo antico proverbio si può traslare ai campi della Serie A, campionato che non fa sconti a nessuno, figurarsi a chi persevera. Sono quattro le volte in cui il Parma, in questo campionato, si è trovato a condurre di due reti, salvo poi portare a casa solo pareggi: dalle sfide contro Inter e Milan, alle due debacle consecutive contro Udinese e Spezia, che fotografano la fragilità di una squadra che, seppure abbia mostrato qualche passo in avanti, continua a speculare in atteggiamenti autolesionisti, come accaduto domenica al Picco.

IL PROBLEMA SOSTITUZIONI - Contro l'Udinese i cambi non avevano avuto l'effetto sortito, ma è contro lo Spezia che le sostituzioni di Roberto D'Aversa sono finite sotto accusa. Il tecnico, ad inizio ripresa, ha optato per consolidare la sua squadra con cambi difensivi, togliendo prima un impalpabile Brunetta e poi Yann Karamoh, fin lì migliore in campo, costretto ad arrendersi ad un infortunio. E con gli ingressi dei sostituti, il Parma si è abbassato notevolmente, lasciando ampio spazio di manovra allo Spezia, che ha attaccato per tutta la ripresa trovando due reti, curiosamente con la difesa del Parma schierata. I crociati non sono più quella squadra solida capace di difendere con sette, otto effettivi: il livello di distrazione in questa stagione è aumentato notevolmente, e non è una novità che i crociati subiscano reti con sei-sette difensori in area di rigore. Anche per questo i cambi conservativi di D'Aversa hanno portato all'effetto contrario, con una squadra schiacciatasi in difesa e capace di pungere solo in contropiede, sfruttando la gamba frizzante di Mihaila e il cuore (e i polmoni) del solito Kucka.

LA SFIDA IMPOSSIBILE - E giovedì, al Tardini, arriverà l'Inter di Antonio Conte, schiacciasassi nell'ultimo periodo e avversario peggiore da affrontare in un periodo del genere. Se in più, consideriamo tutte le assenze in casa Parma, strappare anche solo un punto pare un'impresa praticamente impossibile. Con soli tre punti raccolti in tutto il 2021, le speranze di una salvezza per il Parma sono sempre più ridotte ad un lumicino: la stagione è ancora abbastanza lunga e le insidie, per tutte le squadre coinvolte nella lotta per salvarsi, sono sempre dietro l'angolo. Il Parma non può permettersi di fare la corsa su altre competitor, deve solo pensare al suo cammino e "sperare" nel crollo di qualche squadra in avanti. Ma continuando a buttare via occasioni, il destino pare già segnato.

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