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Graiciar, ex Fiorentina e Plzen che si è ritirato a 24 anni: "Problema grave alla testa"

di Dimitri Conti
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© foto di Giacomo Morini
Viola amore mio
Radio Firenze Viola
Viola amore mio
Martin Graiciar a Radio FirenzeViola
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Martin Graiciar, attaccante che ha abbandonato il calcio professionistico a soli 24 anni e doppio ex sia della Fiorentina che del Viktoria Plzen (squadre che si affrontano nel quarto d'andata di finale di Conference League alle ore 18:45) ha parlato prima del match a Radio FirenzeViola: "Da un paio d'anni sono tornato a casa, in Repubblica Ceca" ci racconta: "Ho avuto un infortunio molto grave alla testa, con conseguente commozione, quindi ho preferito smettere. Adesso sono più vicino alla mia famiglia, a differenza di quanto ho fatto durante la mia carriera, e per questo sono più felice".

Di cosa si occupa, adesso?
"Devo ancora trovare un'occupazione. Perché dopo che hai giocato per vent'anni a calcio non è facile reinventarsi. Il calcio e gli allenamenti sono stati il mio pane quotidiano tutti i giorni, dalla mattina alla sera. Un nuovo lavoro? Adesso non so ancora cosa mi piace, sto viaggiando per il mondo e la prossima settimana andrò a Cuba da solo: devo riposarmi dopo la carriera, se pur breve, che ho fatto. Vi confesso che non è facile mentalmente smettere di giocare alla mia età".

Lei è ancora molto legato a Firenze? E' più tornato in questi anni?
"Non sono più tornato a Firenze, ma mi sento ogni tanto con qualche amico, ne ho due in particolare. Firenze è la mia seconda casa, ormai: è la città più bella del mondo, tutti lo sanno, e vorrei tornarci l'anno prossimo con la mia famiglia. Mi manca davvero tanto, così come il cibo e la gente".

La Fiorentina oggi giocherà nella sua Repubblica Ceca. Che gara si aspetta contro il Viktoria Plzen?
"Mi sarebbe piaciuto andare a vedere la partita ma non ho trovato il biglietto... o forse non ho fatto in tempo a chiederlo (ride, ndr). La partita sarà molto difficile per la Fiorentina, a Plzen non è mai facile giocare. C'è grande grinta dagli spalti dello stadio e il Viktoria non ha mai perso in questa Conference. Il mese scorso il Viktoria ha vinto 4-0 contro lo Sparta Praga, peraltro. I viola sono più forti e tutti credono che per la Fiorentina sarà facile ma gli avversari, ripeto, non sono male e quindi non devono essere affatto sottovalutati".

Come deve essere affrontato il Plzen?
"La Fiorentina è più forte sugli esterni, ma servirà tanta forza perché il Viktoria non molla mai, nemmeno se va sotto di due gol".

Che ricordi ha della sua esperienza di sei anni nel settore giovanile del Viktoria Plzen?
"Molto belli. Lì sono cresciuto, studiando e giocando a calcio. Mi piacerebbe un giorno tornare a viverci perché è una città a misura d'uomo: non è né piccola con la mia città natale né grande come Praga. Quando sono arrivato lì a giocare il Viktoria non era una squadra così grande come è adesso: in queste stagioni è cresciuta di anno in anno".

Fra i migliori giocatori oggi ci sono Sulc e Chory...
"Con Sulc non ho giocato ma è della mia stessa città. E' un buon giocatore, un trequartista giovane, non credevo avrebbe fatto così bene. Chory è forte, non fa gol belli ma ne segna tanti, soprattutto di testa. Si innervosisce facilmente, tende a prendere cartellini gialli e rossi perché fa tanti falli: su questo, forse, i difensori viola dovranno puntare".

Vincenzo Italiano le piace?
"Ci ho parlato una volta nel mio secondo corso a Firenze ma non mi ha mai allenato. Questa Fiorentina mi piace, sta facendo bene. Prima che arrivasse Commisso stavamo per retrocedere contro il Genoa, dopodiché da quando me ne sono andato c'è stato un miglioramento continuo. Quest'anno i viola hanno giocato meglio nella prima parte di stagione, poi hanno un po' sofferto purtroppo".

Cosa pensa del suo connazionale Barak?
"E' un buon giocatore, ma non gioca quanto vorrebbe. Fra gli altri giocatori mi piace Milenkovic per la sua mentalità, poi lo conosco quindi a maggior ragione. Lui è uno molto legato a Firenze, nonostante lui avesse potuto andar via anche quando c'ero io: aveva offerte molto importanti ma lui ha scelto di restare perché è affezionato alla città".

In chiusura, che bilancio si sente di fare della sua esperienza a Firenze?
"Mi dispiace com'è finita... ma quando ero giovane ero spesso "incazzato" con gli allenatori perché non giocavo ma ora che sono cresciuto ho capito che la colpa era principalmente mia. Ho avuto tanti infortuni e quindi mi sono dovuto spesso fermare. Mi fa piacere ricordare una brava persona come Pioli, che mi ha aiutato molto parlandomi: anche lui mi manca. Mi spiace di non aver avuto l'opportunità di giocare... e tra le cose che forse ho sbagliato c'è stata quella di scegliere di tornare a giocare in prestito in Repubblica Ceca, quando invece avevo avuto un'offerta in Serie B dal Parma: rimanendo in Italia, sarei rimasto sotto gli occhi della Fiorentina".

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