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Felipe Anderson: "Addio è una parola che non voglio dire alla Lazio. Mi mancherà"

di Alessio Del Lungo
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Felipe Anderson, fantasista della Lazio, giocherà domenica la sua ultima partita con la maglia biancoceleste. Il brasiliano ha rilasciato una lunga intervista ai canali ufficiali del club prima del match contro il Sassuolo: "Se riuscirò a dormire prima di domenica? Eh, siamo arrivati quasi all’intervista più difficile. Anche se sapevo che un giorno sarebbe successo, non so cosa proverò però sicuramente sarà una bella giornata e difficile. In questi ultimi mesi ho avuto tempo di ragionare, mi sono goduto tutto e ho avuto tutto qui. Questa scelta l’ho fatta col cuore insieme alla mia famiglia. È difficile dire addio, una parola che non voglio dire alla Lazio e alla sua gente perché li porterò sempre nel mio cuore. Mi mancherà, sì".

Che cosa si porta dentro della seconda avventura?
"Quello che dico sempre, è più di una squadra per me la Lazio. Da quando sono arrivato a oggi ho vissuto un po’ di tutto: momenti bellissimi, incredibili e difficili. Poi, soprattutto, quando non giocavo e la Lazio mi ha ripreso dandomi tutta la fiducia come se non fossi mai andato via. Questa è una cosa che vale più del calcio, più di tutto".

Cosa le ha dato la Capitale?
"Affetto, quello che ho avuto e ha avuto anche la mia famiglia ovunque andassimo. L’Italia è il paese più bello del mondo, l’affetto della gente ci ha colpito di più".

Cosa hanno in comune con i brasiliani?
"Sono molto espressivi, è stato facile fare amicizia qui".

La parola romana che ha detto di più?
"Aoh".

Cosa le mancherà?
"Penso la mia routine, sempre verso il calcio. Abito sempre vicino a Formello. Quella routine di venire qui e di trovare sempre i tifosi fuori".

Quel Lazio-Samp del 2015 è stata la prestazione più vicina alla perfezione che ha fatto?
"Per la vittoria e per come mi sono sentito, sono state due Atalanta e Milan dello scorso anno. Abbiamo fatto una grande prestazione, ma come quella contro la Sampdoria è difficile".

Qual è il suo Felipe Anderson preferito?
"Quello del 2014/15, individualmente si. Però negli ultimi anni ero molto contento di partecipare tanto durante le partite. Ma come individualità, quello".

Una cartolina dei derby invece come la immagina?
"Il mio primo, peccato che abbiamo pareggiato. È stato bellissimo. E quello in cui ho segnato e abbiamo vinto 1 a 0, ho segnato per un amico che oggi non c’è più. Mi aveva detto che se avessi fatto gol dovevo esultare in quel modo, è stato un derby speciale".

Che Lazio lascia?
"Ambiziosa, che ogni anno cresce sempre di più. Si vedeva la voglia in ogni allenamento e nelle nostre giornate insieme di voler vincere. Anche se quest’anno non è andato molto bene come lo scorso, c’è sempre la voglia di crescere e di competere a alto livello. È cambiata tantissimo".

Chi è il più talentuoso che non si è espresso al suo massimo?
"Tantissimi, ma soprattutto i giovani perché a volte in partita soffrono la mancanza di fiducia. A volte giocano poco, ma sono giovani che sicuramente erano devastanti. Pedro Neto era molto forte in allenamento".

Il più simpatico che ha conosciuto?
"Bastos, ci faceva divertire tutti ballando e provando a scherzare".

Chi ha meno gusto nel vestirsi?
"Tantissimi, metà della squadra".

Chi ascolta musica discutibile?
"Patric, ma è bravo. Fa il dj".

Il più forte con cui ha giocato?
"Leiva, la fiducia che ci dava quando andava in duello o quando veniva con la palla, per quello che ci diceva. Era diretto e dava molta chiarezza in campo. È stato il più forte".

Chi vorrebbe ringraziare all’interno del club?
"Klose, mi ha aiutato tanto da quando sono arrivato. Anche i brasiliani, Hernanes e Ederson. Quando sono arrivato mi hanno aiutato con la lingua, ero anche infortunato e loro subito nei primi mesi mi hanno dato una forza incredibile con consigli e fiducia. Luigi Sinibaldi è incredibile, lui è sempre stato calmo nei momenti difficili e quando ero arrabbiato o in difficoltà gli chiedevo ‘Cosa devo fare?’. Lui era sempre li, lo ringrazio e non sarà mai un addio perché saremo sempre amici".

Ci racconta un aneddoto con i tifosi?
"Chi mi ha colpito di più è chi si è fatto il tatuaggio. Mi piace essere riconosciuto, lavoriamo anche per questo, ma l’affetto che ci hanno dimostrato è quello che conta. Sono felice per i gesti che hanno fatto. Il più importante è stato quando eravamo in momenti difficili, ci hanno sempre aiutato. Conterà sempre per me al di là del calcio. Mi hanno accolto sempre. Coro che rimarrà impresso? La Lazio mia è bellissima. Pure quando entriamo in campo che c’è la canzone, la Lazio ti entra nel cuore. Guardiamo i tifosi cantarlo e ci entrano nel cuore".

A chi augura di fare il percorso che ha fatto alla Lazio?
"A tutti auguro, se rimangono qui, di raggiungere traguardi e vincere trofei. Vedo molto bene Rovella, per me è uno dei più forti. È molto giovane e può fare un percorso incredibile qui. Prima di arrivare vedevo che Hernanes era famoso in Brasile e è venuto qui, lui nel suo miglior periodo li è venuto qui alla Lazio e l’ho seguito tanto. Poter venire qui e giocarci insieme è stato un onore. Ha fatto tante cose belle anche con la Nazionale".

Qual è il suo piatto preferito?
"La carbonara, ma lui (chef Di Iorio) ha provato a insegnarmi tante cose. Ci siamo divertiti tanto. Tornerà sempre qui, anche con lui è un arrivederci. Alessandro Prezioso? Gli piace viaggiare e mi ha spiegato tante cose sul Brasile, posti che non conoscevo. È uno degli amici che porterò per sempre".

Cosa racconterà a sua figlia?
"La porterò qua, passeremo sempre a Roma dove è nata. Vivrà tutta la storia con la Lazio, la porterò qui a Formello e all’Olimpico. Avrà sempre la magliettina della Lazio".

Cosa ha rappresentato la Lazio per lei?
"Tanto, sono arrivato in un momento in cui noi uomini decidiamo tante cose. Tutto quello che ho fatto nel calcio e nella mia vita è stato importante e decisivo, ora sono anche padre e marito. Ho una moglie meravigliosa, questi undici anni sono stati fatti di scelte bellissime che danno una direzione alla mia vita. Sono stati quelli più importanti della mia vita, scelte che mi porteranno nella strada che volevo. Mia sorella? Quando ho iniziato ha lasciato tutto per aiutarmi, ancora oggi mi dice tutto quello che deve per farmi crescere bene. Il nostro rapporto è intenso e molto vero".

Un ultimo ringraziamento?
"Voglio ringraziare i tifosi, sono stati anni incredibili. Vi chiedo scusa se alcune volte in alcune partite le cose non sono andate come volevamo, ma ci siamo sempre impegnati per fare il nostro meglio. Ho provato a fare di tutto per rendervi felice e lo farò fino alla fine. Domenica è l’ultima partita e, se giocherò, darò tutto e sarà una giornata speciale perché vedrò lo stadio pieno. Vi saluterò, sarò sempre uno di voi. Grazie per tutto quello che avete fatto per me e per la mia famiglia, loro vi amano. Mi hanno sempre detto che qui c’era qualcosa di speciale verso il Felipe Anderson calciatore e ragazzo. Noi vi porteremo sempre nel nostro cuore".

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