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ESCLUSIVA TMW - Speciale Parma, Faggiano: "È un miracolo sportivo"

di Andrea Losapio
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© foto di Andrea Cantini

Tra gli artefici della salvezza del Parma, Daniele Faggiano riveste un posto importante. Perché in pochi giorni ha costruito una rosa competitiva, capace di salvarsi prima dell'ultimo tuffo, dopo aver navigato nei piani alti per due terzi della stagione. "I miracoli sono quelli della salute, è un miracolo sportivo sì, Io faccio parte di una struttura che c'è, partendo dalla società, dal magazziniere al custode dello stadio, ai ragionieri, ai segretari, il Presidente, il mister, il suo staff. Sono un tassello, c'è il team manager, l'ufficio stampa. Abbiamo lavorato bene tutti, poi è normale che quando le cose vadano male la faccia sia sempre la mia e dell'allenatore, anzi. Siamo sempre noi per cui va bene così, non è un problema, ci prendiamo la responsabilità, è nel nostro ruolo".

Come si costruisce una squadra in così poco tempo, prendendo Bruno Alves, Gervinho e Inglese?
"Penso che la nostra bravura sia stata quella di lavorare sempre, pensare avanti. Abbiamo costruito la squadra prendendo sì i giocatori che ha detto, ma c'è un gruppo di uomini che arrivano dalla C che è da elogiare, perché questi ragazzi sono andati oltre l'ostacolo. Poi ci sono i giovani, i DiMarco, i Bastoni, lo stesso Stulac che arrivava dalla B nel girone di ritorno. Ci hanno dato molto".

Parlando di D'Aversa, due promozioni e la salvezza...
"È il fulcro di questa cavalcata, nel bene e nel male, contestazioni e non, ci ha sempre messo la faccia e il lavoro, davanti a tutto. A me dispiace che noi siamo additati sempre quando le cose vanno male".

È anche il ruolo.
"Sì, però dopo un po' scoccia. Dopo avere vinto... non è che siamo passati inosservati, poi lo capisco, fa parte del calcio, mi tengo stretti i miei tifosi".

Quest'anno giro di panchine: D'Aversa rimane?
"Ogni anno c'è questo sentore, poi il domino non parte mai. L'anno scorso doveva partire, poi Allegri è rimasto alla Juve, Gattuso al Milan, Di Francesco, Spalletti. Ogni stagione è così. D'Aversa ha un anno di contratto, per adesso è l'allenatore. Poi non si sa mai, ma credo se lo sia meritato. Poi nella vita non si sa mai".

E Inglese?
"C'è un riscatto e un controriscatto, poi si vedrà. La società è al secondo anno di Serie A, con i conti a posto e da rispettare, la cifra è abbastanza grossa, anche se quando abbiamo fatto questa operazione io e qualcuno del club, che c'è ancora, l'avevamo chiusa diversamente. Poi però chi aveva la maggioranza ha pensato di non fare un riscatto obbligatorio in caso di salvezza".

Erano cifre minori?
"Sì, esatto".

Ultimo giorno di mercato: Bruno Alves può andare alla Juve o all'Inter...
"Non è successo nulla perché se mi avesse chiesto di andare probabilmente lo avrei accontentato, invece è successo il contrario, non avevamo mai pensato di toglierlo dal nostro Parma".

Anche perché è la pietra angolare della retroguardia.
"Sì, della difesa e della squadra, ha alzato il livello, anche di professionalità e competenza sportiva-calcistica".

Quali sono i progetti per l'anno prossimo?
"Dovremo tenere da conto la questione infortunati. Fanno parte del calcio, ma dovremo avere delle alternative giuste, valide, forse numericamente potevamo fare qualcosa di più. Ci sono state tante situazioni nel corso dell'anno, per l'obiettivo dell'anno prossimo forse dovete parlare con il club".

Però può dirci qual è il suo, per il Parma.
"Bisogna tenere conto di tante cose, non è così semplice. A parole è tutto facile, poi bisogna sempre dare il massimo".

Due uomini mercato: Gervinho, che può restare tranquillamente, e Sepe.
"Di tranquillo non c'è mai nulla. Però ora bisogna parlare con la società, è inutile fare domande di mercato. Adesso la rosa è questa, giochiamo contro la Roma, testa a quello. I riscatti e i controriscatti non li ho fatti oggi bensì a luglio e agosto".

A proposito di Parma-Roma: giallorossi in difficoltà, De Rossi lo prenderebbe a Parma?
"Ho avuto più problemi io della Roma, ho pensato più a casa mia che a loro. De Rossi lo stimo come calciatore, come uomo. Quando ero al Siena, fra primo e secondo tempo, venne a chiedere scusa e parlare con un mio giocatore, Vergassola, per un problema di qualche anno prima. È stato un bel gesto. Non sono contento perché smette di giocare, bensì felice di partecipare alla sua ultima partita, però andiamo lì per giocarcela. Non vogliamo fare brutte figure come a Bologna".

È stata l'unica partita, però.
"Sì, le altre sono state equilibrate, noi potevamo fare qualcosa in più, non solo sotto l'aspetto del risultato. Il budget economico del Parma è abbastanza evidente, ognuno ha il suo, però noi dovevamo fare meglio. Mentalmente potevamo essere scarichi per Sampdoria-Empoli, che poteva chiudere i discorsi, noi dovevamo pensare a noi e basta".

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