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ESCLUSIVA TMW - La nuova vita di Philippe Senderos, ex Milan e Arsenal

di Andrea Losapio
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"Sono sicuramente il più vecchio". Scherza, Philippe Senderos, oltre 300 presenze tra i professionisti, tra l'Arsenal degli Invincibili al penultimo Milan dei grandi Campioni. Dopo un anno di lontananza dal campo ha deciso di rientrare in Svizzera, provando una nuova via per ritornare ad alto livello. "Giocare a calcio è la cosa più bella del mondo. Volevo continuare a giocare, era da tempo che stavo cercando una nuova sfida. Ho parlato con il direttore e la gente dello staff, ho pensato che questo fosse un posto per lavorare bene, ci sono tante sfide in avanti".

Conoscevi l'allenatore, Alessandro Lupi?
"Sono sincero, no. Se non di nome".

Vuole una squadra che costruisce dal basso, alla Wenger.
"Ho avuto la fortuna e la chance di militare in squadre che cercavano di fare la stessa cosa, a cui piaceva giocare a calcio. Ci vuole personalità, coraggio, comunicazione. Penso di potere portare qualcosa a questo gruppo".

L'esperienza può migliorare gli altri?
"Non lo so, aiutare i più giovani di certo. Quando starò bene per giocare con i ragazzi farò di tutto per dare loro una mano. Ma alla fine viene da loro stessi. Posso fare da tramite per il mister, magari una figura che sia importante per lo spogliatoio".

Quanto ti manca per vederti in campo?
Devo sistemarmi è stare bene fisicamente, per un periodo non ho fatto molto e devo mettermi in forma. Non gioco una partita ufficiale da settembre scorso, un anno fa. La stagione finiva a dicembre negli USA".

A Houston. Bella esperienza?
"È andata bene. Ho vinto la Coppa in America, la US Cup, ma non ci siamo qualificati per i playoff dello scorso anno in Major League Soccer. Questo è stato un punto negativo per noi. Nella mia prima stagione siamo arrivati ai playoff, in finale di Conference, cioè la semifinale generale".

Perché non sei rimasto?
"La famiglia. Perché avevo delle cose da sistemare ed era meglio tornare, era più importante. Però mi è piaciuto giocare in America, una bella esperienza, bella vita anche fuori dal campo".

Però il calcio è lontano da quello Europeo.
"Ci sono cose da migliorare, il campionato è molto interessante, mi ha fatto piacere. Ottime infrastrutture, stadi, anche il campionato. Però è dura paragonarlo all'Europa, c'è del lavoro da fare. Sicuramente sono cresciuti e continueranno a crescere".

Ha giocato in Premier, il campionato più forte del mondo.
"Cos'ha di più? Parliamoci chiaro, ci sono più soldi. E con i soldi si possono fare più cose. Poi certo, c'è molta qualità, ma la cultura è che ogni partita sia importante. Giochi contro l'ultima e tutti si giocano la vita, chiunque può vincere. Tutte le partite sono competitive, non c'è un attimo di stop".

Più ritmo?
"Non solo, il tempo di gioco totale è maggiore. C'è ritmo, quando la palla va fuori è rimessa subito in campo, gli arbitri lasciano correre. Poi i contrasti sono più forti. Questi fattori, comparati a Spagna e Italia, fanno la differenza".

È stato anche in Italia, cosa ti ha lasciato l'esperienza al Milan?
"Tantissimo, ho imparato a lavorare sul mio corpo, apprezzare il mio lavoro ogni giorno. Ho visto grandi campioni faticare di più rispetto agli altri, questo è un insegnamento importante per la mia vita e per il resto della mia carriera, anche se sono passati già dieci anni".

Ha giocato con Kakà, Shevchenko...
"Migliori solo guardandoli. La chiave è la continuità, quando vedi Maldini che a quarant'anni va tutti i giorni in palestra, facendo i suoi esercizi, ogni volta... La ripetizione delle cose è la chiave, non è una volta a settimana. È tutti i giorni. Maldini va per vent'anni e passa a Milanello e continua a esercitarsi, la fame rimane quella. Lì capisci perché lui è un idolo, una leggenda per il calcio. Ma anche Dida, Inzaghi, tutti avevano continuità".

Cosa glielo fa fare?
"L'amore per il calcio, per il sacrificio di fare le cose per bene. Questo modo di fare lo aiuta in tutti i campi della sua vita, ha tanta passione. Quella generazione, quella squadra, era un gruppo che si gestiva da solo. Anche se avevamo un grande allenatore, eh...".

Ancelotti.
"All'ultimo anno. Grandissima persona prima che un ottimo allenatore. Ci sono pochi che sanno gestire il gruppo come lui, sa blandire gli ego di ognuno, riesce a miscelare personalità diverse".

Può fare qualcosa di incredibile per il Napoli?
"Perché no? Ha tutto per farlo. È un posto difficile dove vincere, ma hanno qualità. Per me è la miglior persona per farcela".

La Nazionale sta andando bene.
"Non abbiamo mai avuto risultati così, negli ultimi anni abbiamo raggiunto traguardi importanti, è il miglior momento della storia. Dobbiamo essere chiari, siamo un piccolo paese. Abbiamo tante qualità, tanti giocatori che arrivano in prima squadra, ma rimaniamo piccini. Non è la mentalità che dobbiamo avere, ma siamo realisti. Non siamo tanti ma facciamo le cose per bene. Potevamo essere la sorpresa del Mondiale, ma la generazione non si ferma qui. Abbiamo fatto molto bene in Nations, siamo arrivati in finale".

Ti piacerebbe ritornarci?
"Sono molto felice per quello che ho fatto nella mia carriera, ma è sempre un onore rappresentare il mio paese".

Qual è il tuo obiettivo da qui a fine carriera?
"Divertirmi ogni giorno, sfruttare ogni momento sul campo. Fare di tutto per vincere il più possibile. Sono competitivo, altrimenti vado a casa e faccio altro. Per ora mi piace stare sul campo, penso di potere aiutare qui. Avevo altre offerte, fuori dalla Svizzera, ma non avevo motivazioni. Quando ho avuto quest'opportunità ho pensato che questa fosse la cosa giusta per me. È la mia scelta".

E dopo?
"Mi piace il lavoro del direttore. Anche stare sul campo, ma credo rimarrò nel calcio, è il mondo che conosco di più".

Oggi si gioca Milan-Inter
"I nerazzurri stanno facendo bene. Il Milan... è una partita importante, per dimostrare che non siano così lontani dall'Inter. I derby sono sempre speciali, se fai bene ti puoi anche rilanciare. Ok non perdere, ma devi avere la personalità e la motivazione per vincere".

Chi può essere decisivo?
"Lukaku finora ha fatto molto bene, in questo inizio di campionato. È un giocatore da tenere d'occhio. Poi il Milan deve uscire con personalità, fare il meglio possibile davanti al suo pubblico".

Maldini è la persona giusta?
"Può fare bene, è una leggenda del calcio, in Italia e nel Mondo. Quando entra in una stanza tutti lo rispettano, ha quest'aurea...".

Va a vedere il derby?
"Sì, penso di sì".

Un pronostico?
"Forza Milan".

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