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ESCLUSIVA TMW - Dalmat: "Ancora arrabbiato per il 2003. Inzaghi? Non lo confermerei, neanche se..."

di Ivan Cardia
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Inter e Milan tornano a sfidarsi in una semifinale di Champions League, vent'anni dopo. Stephane Dalmat, ai microfoni di TMW, ricorda così quell'incrocio del 2003, che giocò in maglia nerazzurra: "Quando ho visto il sorteggio, ho pensato che sarebbe stato bellissimo avere un altro derby in finale. È successo, era un sogno e adesso spero che, vent'anni dopo, l'Inter possa prendersi una rivincita e andare in finale".

Che ricordi ha di quelle partite?
"Ancora oggi ci penso: nel calcio di oggi, sarebbe andata diversamente, perché il gol fuori casa non conta più doppio. Non so come sarebbe finita, ma sono ancora arrabbiato per quella semifinale. L'anno prima, il 5 maggio, perdemmo lo scudetto all'ultima giornata: sembrava una maledizione".

In quelle due partite l'impressione era che ci fosse più paura di perdere che voglia di vincere?
"Non sono d'accordo. Di sicuro, in molti pensavamo al 5 maggio 2002. Però, quando sei in semifinale, ti dici che hai la possibilità di andare in finale e ti carichi. Il Milan quell'anno era fortissimo, noi avevamo giocatori come Vieri infortunato, Crespo e Recoba che hanno giocato su una gamba: non avevamo la rosa al completo e in forma".

A distanza di anni, di fronte avevate un Milan che ha fatto la storia e il cui nocciolo duro avrebbe giocato altre due finali di Champions negli anni.
"Beh, quando rileggi le squadre non puoi dire altro: erano una squadra straordinaria. Sono onesto: avevano una qualità superiore alla nostra. Non tantissimo, ma un po' sì. Però resto arrabbiato ancora oggi".

Siete rimasti in contatto con qualcuno dei quell'Inter?
"Sì, assolutamente. Ci sentiamo in chat spesso, di recente ci siamo parlati al telefono con Toldo. Con i giocatori con cui avevo più legato continuiamo a sentirci spesso, per esempio anche Vieri l'ho sentito poco tempo fa. Quando si è lontani è sempre più difficile rimanere in contatto. Però il 16 sarò al Meazza e sono molto contento di rivedere fisicamente gli altri miei compagni".

Invece che tecnico era Cuper?
"Duro. Un allenatore che puntava tantissimo sul fisico, giocava 4-4-2 fisso e quando sei un giocatore di Cuper devi lavorare, correre, correre, correre sempre. Non gli piacevano i giocatori con fantasia: dovevi fare quello che lui ti chiedeva di fare".

Lei aveva tantissima fantasia…
"È per questo che non è andata bene. Ma, senza fare paragoni, lo stesso con Ronaldo o Seedorf: lui preferiva giocatori come Di Biagio, Cristiano Zanetti, Guly, Conceiçao. Grandi giocatori, ma un po' più soldatini".

Torniamo al presente. Chi vede favorita tra Inter e Milan?
"Cinquanta e cinquanta. Per me partono allo stesso livello: il Milan a volte gioca benissimo e lo stesso vale per l'Inter. Penso alle gare con Napoli, Porto, Benfica: la squadra di Inzaghi ha dimostrato di saper giocare le grandi partite. Il Milan, al netto dei dubbi sull'impiego di Leao nella gara di andata, ha 2-3 giocatori che possono essere decisivi con una giocata: ci sono anche Theo e Brahim Diaz. È l'unica cosa che può fare la differenza, l'Inter ne ha meno: l'unico che può far qualcosa del genere è Barella. E un Lukaku in forma potrebbe farlo: lo vedo meglio ultimamente, spero che si sia preparato per arrivare al top in semifinale".

Di Inzaghi cosa pensa? È stato molto criticato, però è a un passo dalla finale di Champions.
"Io l'ho sempre difeso, sia l'anno scorso che quest'anno. Però non ho tanta fiducia sul futuro: è un bravo allenatore, ma quando vedi il percorso in campionato ci sono state troppe sconfitte. Quando se l'allenatore dell'Inter non puoi perdere tante partite. E la sua filosofia di gioco è sempre la stessa: non cambiare mai modulo mi lascia qualche perplessità. Non so se possa arrivare ai livelli di Conte, Simeone o Mourinho".

Lo confermerebbe?
"No, anche se vincesse Champions e Coppa Italia piazzandosi nei primi quattro posti in campionato".

Addirittura anche vincendo la Champions?
"Beh, oddio, effettivamente… Vediamo: intanto gli auguro di arrivare in finale. Chi ci arriverà incontrerà una squadra fortissima, che sia Real o City".

Oggi cosa fa Dalmat?
"Seguo molto il calcio, sia in Francia che in Italia, soprattutto l'Inter: quando gioca la guardo quasi sempre. Poi mi occupo di mio figlio e della mia famiglia, vado a vedere qualche squadra giovanile vicino casa. Però faccio soprattutto il papà: una vita semplice, tranquilla, piena di felicità".

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