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ESCLUSIVA TMW - Collovati: "Milan, non ho preclusioni verso Rangnick e Nagelsmann"

di Lorenzo Marucci
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© foto di Federico De Luca

La Nazionale ma anche il Milan. Se ne parla con Fulvio Collovati, campione del mondo nell'82. Lo spunto per una chiacchierata sugli azzurri arriva dalla ricorrenza dei 110 anni della formazione azzurra. "E' chiaro che mi viene in mente subito l'esordio - racconta a Tuttomercatoweb.com - il 24 febbraio del '79 a Milano, nella settimana in cui morì Nereo Rocco che era stato mio allenatore al Milan nel '76. Giocammo col lutto al braccio contro i Paesi Bassi e vincemmo 3-0. L'altro episodio ovviamente è la Coppa del Mondo vinta in Spagna. Tra i tanti episodi da ricordare, l'abbraccio di Zoff e quello del presidente della Repubblica Pertini".

Tra i momenti più particolari che cosa ricorda?
"Le parole di Bearzot all'uscita del Bernabeu. Dopo la conquista della Coppa pensavo volesse vendicarsi di tutte le ingiurie e i processi che aveva subìto e invece lui disse che non aveva intenzione di replicare. Gli avrebbero fatto più male gli elogi di tutti quelli che lo avevano offeso. E infatti in tanti salirono sul carro dopo averne dette parecchie...".

Tre gol con la maglia azzurra da parte sua...
"Sì, due a Napoli con cui evidentemente avevo un legame particolare. Uno contro la Romania e un altro col Lussemburgo. Un altro gol lo segnai ancora col Lussemburgo".

La maglia azzurra ha lo stesso valore di un tempo?
"No. O meglio c'era stato un periodo in cui pareva avere un valore inferiore e addirittura c'era stato qualcuno che aveva osato dire basta. Parole che a quelli della mia generazione non sarebbero minimamente passate per la testa. Noi avremmo giocato in Nazionale fino a 40 anni. Devo dire però che adesso con Mancini ct si stanno riscoprendo i valori della Nazionale e della maglia azzurra. Il ct, che è stato anche vicino a noi nel nostro periodo, sta facendo capire a tutti l'atmosfera magica della Nazionale".

Parlando del Milan che pensa dell'ipotesi Nagelsmann come allenatore?
"Negli ultimi anni al Milan ci sono stati tantissimi allenatori. Adesso leggo che da parte di qualcuno c'è un po' di prevenzione nei confronti di Rangnick ma invece credo che gli vada data una possibilità. Se si porterà dietro Nagelsmann sarà comunque necessario che i ruoli nella società siano chiari e che si riducano a tre figure. Un presidente, un dirigente alla Marotta che potrebbe essere Rangnick e un allenatore. E stop. Se ci sono invece sei-sette figure si crea troppa confusione. Bisogna fare come al Milan di un tempo quando c'erano Berlusconi, Galliani e Braida con compiti specifici. Per quanto riguarda Rangnick e Naglesmann non ho preclusioni. Ci hanno provato in tanti ed è giusto dare un'opportunità anche a loro. Nagelsmann ha fatto bene al Lipsia e vedremo eventualmente cosa potrà fare nel nostro campionato che in ogni caso ha più pressioni di quello tedesco"

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