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ESCLUSIVA TMW - 30 anni fa lo Scudetto della Samp, Mannini: "Coronamento di una stagione fantastica"

di Andrea Piras
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© foto di Federico De Luca

Mille polmoni, sudore e tre gol all’attivo. E' Moreno Mannini, fra i protagonisti della cavalcata storica della Sampdoria campione d'Italia 1990-91. Nel trentennale dello scudetto conquistato dalla formazione di Vujadin Boskov - e costruita sapientemente da Paolo Mantovani e Paolo Borea - abbiamo sentito in esclusiva l'ex difensore blucerchiato. "Non potrei mai dimenticare quella giornata. Segnare in quella partita è stata la soddisfazione più grande per un giocatore e per un difensore che non era abituato a fare gol. Segnare poi nella partita che ci ha consegnato lo scudetto, con lo stadio pieno di bandiere blucerchiate è stato fantastico. Non sapevo nemmeno come esultare (sorride ndr). E' stato il coronamento di una stagione fantastica poi, ripeto, con un gol nella partita che ci ha portato la vittoria aritmetica dello scudetto davanti ai miei tifosi è stata una grande gioia".

E' stato il giusto premio per un gruppo giovane ma allo stesso tempo maturo dopo i successi in campo internazionale.
"E' arrivata tramite un percorso iniziato nell’84, quando siamo arrivati un po’ tutti, con la vittoria della prima Coppa Italia e culminato prima con lo scudetto e pi con la finale di Coppa dei Campioni nel 1992. Sono stati anni di gioie e di successi. Di fatto noi non abbiamo mai giocato in Coppa UEFA perchè ogni anno abbiamo comunque vinto qualche trofeo, che sia la Coppa Italia o lo scudetto appunto. Quindi abbiamo giocato in campo internazionale solo in Coppa delle Coppe e in Coppa dei Campioni".

Uno scudetto meritato alla luce del fatto che avete eliminato di volta in volta tutte le precedenti al titolo. Dalla Juventus all'Inter passando per Milan e Napoli.
"In quegli anni, presi uno per uno, possiamo dire che eravamo i più forti di tutti. Poi noi giocavamo a uomo quindi era proprio una sfida uno contro uno e quindi possiamo dire che eravamo davvero i più forti. E lo ha dimostrato il fatto che poi sei giocatori sono stati convocati in Nazionale. Non era mai successo che un gruppo così nutrito di una squadra che non erano le solite big vestisse l'azzurro”.

Una squadra costruita dal presidente Mantovani e da Borea e plasmata poi da Vujadin Boskov. Tre personalità fondamentali per la vostra squadra.
"Sono stati determinanti. Il presidente perchè ha pensato non ad acquistare campioni affermati ma a costruirli in casa i campioni. Con Borea acquistavano giocatori dalla Serie B, come per esempio io dal Como o lo stesso Vialli o Lombardo dalla Cremonese, insieme a giocatori di spessore come sono stati Souness, Brady, Francis o Cerezo. Il presidente e il direttore erano determinati nel voler raggiungere l’obiettivo partendo dal basso. E poi c’era Boskov che ha avuto il merito di farci credere nella nostra forza. Lui continuava a dirci che eravamo i più forti e potevamo vincere. Aveva allenato il Real Madrid ed era abituato a vincere. Aveva visto le potenzialità per arrivare molto in alto. Noi eravamo giovani, non c’era poi l’assillo di dover vincere per forza ma piano piano col suo modo di fare e la sua personalità ci ha inculcato quella consapevolezza di essere i più forti e dopo non potevamo più tirarci indietro. Lo si vedeva negli sguardi dei nostri avversari: invece di sottovalutarci ci temevano".

Quando è stato il momento in cui, secondo lei, avete svoltato?
"Lo abbiamo capito dall’atteggiamento dei nostri avversari. Poi ovviamente la vittoria di Milano contro l'Inter è stata importante. Durante la stagione poi quando arrivi a cinque o sei partite dalla fine ti rendi conto che il traguardo è vicino".

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Lunedì 6 Maggio 2024
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