Divino da calciatore, un disastro da tecnico: Maradona e le cadute in panchina
Diego Armando Maradona allenatore è l'ultimo capitolo della carriera nel calcio. Dopo esser stato Dio da calciatore, dopo i disastri da commissario tecnico, volò negli Emirati dove a lungo ha trasferito pure la residenza. A Dubai diventa tecnico dell'Al Wasl, coperto d'oro ma l'addio maturò un anno e pochi mesi dopo. Sembrò poi poter diventare tecnico dell'Irak nel 2013, ma la trattativa non si concretizzò. Così, insieme a Victor Hugo Morales, l'uomo e voce del gol del secolo contro l'Inghilterra, riprese la carriera televisiva con la trasmissione De Zurda. Di sinistro.
Ancora gli Emirati Nel 2017 riparte l'avventura da tecnico. Guida il Fujairah ma fallisce la promozione in Prima Divisione e resta senza panchina. Così diventa Presidente, a luglio, della Dinamo Brest in Bielorussia dove viene pure presentato a bordo di un carrarmato. Cinema e poc'altro, nel settembre del 2018 vola in Messico ai Dorados de Sinaloa. Nel giugno del 2019 l'addio, dopo la sconfitta nelle finali del Torneo Ascenso contro l'Atletico San Luis.
E' l'ultima volta L'avventura di Maradona finisce così. Al Gimnasia la Plata, senza successi, senza vittorie. Com'era cominciata negli anni '90, tra Deportivo Mandiyu e Racing Club, com'è poi proseguita in ogni luogo dove abbia messo le tende in panchina. Senza giacca e cravatta, Diego era Maradona. Da allenatore, era solo una Divinità costretta a un ruolo più piccolo di lui.