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De Paul: "Udinese? Darò tutto fino alla fine. In estate e a gennaio ho chiuso a tutti le porte"

di Tommaso Bonan
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Premiato in diretta a Udinese TV con la Zebretta D’oro, trofeo assegnato dai tifosi al miglior giocatore dell’anno solare, Rodrigo De Paul ha parlato ai microfoni del canale ufficiale del club, partendo con un commento sulla vittoria contro l’Hellas Verona: “Ieri sono stato molto orgoglioso di come abbiamo giocato, non era un match facile, affrontavamo una squadra tosta in un derby contro giocatori che sono stati nostri compagni, era una partita particolare. Mi è dispiaciuto prendere il rosso, ma è stata una grande prestazione”.

Come hai vissuto la partita da fuori? “Come ho detto a Pussetto, da fuori si soffre troppo, per fortuna in questi 5 anni sono stato assente di rado, dentro al campo mi piace prendermi la responsabilità del risultato e poter incidere. Da fuori i minuti sono più lenti, preferisco stare in campo”.

Llorente sembra già essere inserito in questo gruppo. “Io come capitano e i miei compagni vogliamo far sentire tutti parte di una famiglia, aiutando chi arriva a integrarsi. Come capitano mi piace essere presente, mi sono presentato con tutti, Llorente è contento di essere qui e noi siamo contenti che ci possa dare una mano. Fa piacere stare nel nostro spogliatoio e credo sia la cosa più bella di questa Udinese”.

Ora Deulofeu e ora sta ripagando la fiducia. “Sappiamo le condizioni in cui sono arrivati Pereyra e Deulofeu, è normale che il Tucu sia entrato subito perché conosce bene la piazza. Gerard lo abbiamo aspettato volentieri perché sappiamo che qualità abbia, ieri ha fatto una grande partita e può fare ancora di meglio”.

Sulla consegna, virtuale viste le limitazioni Covid, del premio. “Ringrazio per questo premio i tifosi, l’Udinese ha una storia che in pochi club possono vantare, il premio mi inorgoglisce, così come essere considerato tra i più forti della storia bianconera. I trofei individuali ti spronano a fare ancora di più per la squadra, il calcio è collettivo e questo premio lo allargo anche a loro, vogliamo costruire un bel percorso, perché l’Udinese merita molto di più per la società e per i tifosi. Una parte molto importante del derby vinto l’abbiamo vinta il sabato con l’accoglienza che ci hanno riservato i tifosi all’allenamento in un periodo duro tra la pandemia e altro. Loro hanno rischiato per noi e lì abbiamo cominciato a vincere questo derby, grazie a tutti”.

L’Udinese ha confermato una struttura invidiabile a livello italiano e mondiale, dove può arrivare quest’anno questa squadra? “Qua arrivano giocatori come Llorente che ha vinto un Mondiale giocando in grandi squadre o come Deulofeu che è stato al Barcellona e tutti parlano benissimo della struttura Udinese, che al top nel mondo. La società ci dà tutto, quando vedo che la società non riesce a dare qualcosa lo dico in faccia, ma nel periodo in cui la squadra stava andando male era il nostro momento di mettere la faccia, perché la società e lo staff hanno dato tutto e sono convinto che la squadra stia facendo il salto di qualità, nelle ultime quattro partite siamo stati squadra vera, abbiamo concesso pochissimo agli avversari. Sul dove possa arrivare questa squadra volo basso, so che valori ha questa squadra e quanto è capace l’allenatore, dobbiamo però andare piano, Roma sarà una bella prova, non siamo tranquilli, ma ora neanche in un momento negativo, adesso si vedrà la mentalità che abbiamo, se a Roma faremo tre punti e mostreremo per poter ambire ad altro allora cambierò idea, ma pensiamo prima di tutto ai 40 punti guardando in avanti piano piano”.

Un saluto finale ai tifosi dopo il premio. “Ringrazio tutti i tifosi, mai mi sono sentito amato come in questo periodo, non è facile che si crei l’armonia, l’Udinese ha passato annate incredibili giocando anche la Champions e quindi entrare nel cuore dei tifosi non era semplice. Ora li attendo tutti allo stadio, tornare ai traguardi europei sarebbe fantastico e credo che prima o poi succederà, perché a questa squadra manca veramente poco. Non so quando sarà il mio ultimo giorno, ma fino a quel momento darò tutto, anche questa estate e a gennaio si è parlato tanto di me, ma sono subito andato dal direttore a dire che non sarei andato da nessuna parte, non puoi pretendere che i compagni lottino con te se tu non ci credi, quindi ho chiuso a tutti le porte e speriamo di continuare così. Mia figlia è nata qua e sta per nascere un figlio che sarà friulano, il Friuli sarà quindi per sempre nella mia vita e nel mio cuore”.

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