Cairo rivede in sé Vanoli. Ma il Torino è ancora un cantiere aperto, soprattutto dietro
Come cambia il Torino di Paolo Vanoli? Il modulo è più o meno quello di Juric, con un 3-5-2 che l'ex Venezia ha utilizzato per larga parte della sua esperienza in Laguna. Se è vero che l'anno scorso era partito con un 4-3-3, ha deciso di concludere con la difesa a tre che aveva già usato nella prima stagione e che aveva dato discrete soddisfazioni. Nel secondo anno è arrivata addirittura la promozione in Serie A, pur passando dai playoff. Dunque, almeno dal punto di vista dello scacchiere tattico, cambierà poco.
La sensazione è che però il Torino debba ancora inserire qualcosa, soprattutto in difesa. Zalewski della Roma e Ostigard del Napoli sono due obiettivi sensibili, piace Coppola dell'Hellas Verona e Daland del Cercle Brugge. Quasi certamente servirà anche un innesto davanti, soprattutto pensando che Radonjic andrà via e Pellegri vorrebbe giocare di più. Insomma, il cantiere è ancora discretamente aperto, tranne a centrocampo, dove Ilic non ha ancora dato il suo ok per il trasferimento allo Zenit San Pietroburgo.
Le parole di Cairo su Vanoli e il motivo per cui l'ha scelto. "Ha rinunciato anche a un incarico prestigioso e tranquillo, non sei tu il principale responsabile... È come quando facevo l'assistente di Berlusconi: c'erano responsabilità, però non sei tu in prima linea. E ho visto delle analogie con Vanoli, ha detto che avrebbe dovuto provare in prima persona prendendosi rischi. E questo mi è molto piaciuto nel suo racconto. Ciò che abbiamo fatto dice molto di ciò che siamo, in lui ho visto che ha grande voglia di fare. È al suo quarto campionato, è in una fase di decollo"