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Cagliari, Nicola: "Le voci di mercato mi interessano poco. Viola recuperato"

di Giancarlo Cornacchia
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Alla vigilia della sfida contro il Como alla Unipol Domus Arena, il tecnico del Cagliari, Davide Nicola, ha parlato in conferenza stampa. Queste le sue parole, a partire da infortunati e recuperati: "Zortea è out, ma rientra martedì. Makoumbou rimane in dubbio per un affaticamento".

Come sta vivendo gli ultimi giorni di calciomercato?
"È importante avere giocatori in rosa che non abbassano il livello dell'allenamento nonostante possano cambiare maglia. Vedremo se ci saranno altre situazioni. La rosa è pressoché fatta".

Cosa pensa del Como?
"Incontriamo una squadra che abbiamo già incontrato in amichevole, una squadra neopromossa che è ostica, ben orchestrata dal mister. Sono maestri della costruzione del gioco, in fase di non possesso non facile da superare. Noi dovremo essere bravi. È una partita che aspetto con il piacere di confrontarmi rispetto all'amichevole".

A che punto è la crescita della sua squadra?
"Io e la squadra ci stiamo focalizzando sulla crescita e sull'identità. Ci vogliono 10 gare ufficiali per essere al top. Ne abbiamo già fatte tre. Questa crescita è funzionale al risultato ma non può essere il fine il risultato. Con la Roma e in Coppa Italia siamo andati bene ma non abbiamo ancora completato l'identità. Noi dobbiamo ambire alla capacità di pensare in maniera automatica, in modo da non sprecare energie inutilmente. Pensiamo ancora un po' troppo, dobbiamo rendere il tutto più fluido e automatico".

Cosa si aspetta dal mercato?
"A me le voci di mercato interessano poco. Le voci non sempre sono esatte, alcune volte sono provocazioni. Wieteska è un professionista e lo sta dimostrando. Mina e Palomino hanno lavorato tutta la settimana con noi, puntiamo su di loro, hanno personalità e caratteristiche diverse. Dipenderà anche dallo stato di forma e dalle caratteristiche degli avversari. Possono giocare insieme. Sono pronti ma non ancora al top".

Quali sono le difficoltà in Serie A?
"In generale in Serie A non c'è una partita facile. Dipende da tanti fattori, dallo stato di forma tuo e dell'avversario, dal tipo di gioco che si vuole fare e che vuole fare l'avversario. È la competizione che ti porta a essere quello che vuoi diventare. Io voglio quella voglia, quella brama di desiderare la competizione. Questo ti porta a migliorare, tutte le partite sono e saranno difficili. Ogni partita sarà da sudare in campo. Il lavoro è finalizzato all'ottenimento di un risultato".

Cosa teme del Como?
"L' avversario è nella condizione di metterci in difficoltà, hanno un modo di giocare dinamico, ali che sanno giocare come trequartisti, hanno principi chiari. Sanno quello che fanno, sanno attaccarti nell'uno contro uno, si conoscono da un anno e hanno la loro identità".

Come sta Viola?
"Viola è recuperato, non è ancora al top ma è un giocatore fondamentale. Sapere che il pubblico apprezza i miei giocatori mi fa enorme piacere".

Un commento su Azzi?
"Azzi è un giocatore che può fare di più, per me è un giocatore che può giocare sia a destra che a sinistra Mi aspetto tanto da lui".

Come lavora con i suoi giocatori?
"A me piace persuadere un giocatore, io sono convinto che Pavoletti può fare la differenza. A me dà fastidio quando non si riesce a provare a fare le cose e per paura di sbagliare, ma se non provi non cresci. Se tu crei il giusto ambiente, nessuno ti regala nulla, e sul lavoro io non sono tanto amichevole".

Come ha preparato la squadra?
"Io preparo la squadra per il gioco che voglio esprimere. Ogni allenatore prepara la squadra per quello che vuole ottenere. Il risultato e il prendere punti è fondamentale ma non può essere il fine. Non ho ancora completato la mia idea, ci sono ancora troppe poche partite come storico. I numeri di identità arrivano dopo aver disputato diverse gare. Ovviamente anche se non si è in condizione al 100% bisogna avere il risultato. A noi piace giocare, ma dobbiamo provare godimento anche quando prendiamo la palla agli avversari. Dobbiamo ancora capire diversi movimenti che li avremo solo giocando le varie partite".

Quali sono le prospettive?
"Vogliamo riuscire ad arrivare a giocare come quando ci si allena. Cresco se lavoro per avere quella identità, arriva con la giusta concentrazione, non sprechi energie, a questo dovremmo arrivare e questo ti da la sicurezza per arrivare alla tua identità".

Come si sta allenando la squadra?
"In settimana lavoriamo sulla nostra condizione, sul risolvere determinate problematiche e migliorarle, sviluppare l'aggressività e poi si studia l'avversario. Ma in primis pensiamo al nostro tipo di gioco poi pensiamo a come gioca l'avversario. È un lavoro circolare non unidirezionale per migliorare noi e bloccare il gioco avversario. A noi piace aggredire e dovremo essere bravi a dimostrarlo contro tutte le squadre. A me piace studiare le strategie da provare in settimana e mettere in pratica durante le partite di campionato".

Un pensiero sul pubblico?
"Il popolo sardo è anni che dimostra il loro attaccamento alla squadra. Se riuscissi ad immedesimarlo in ogni partita sarebbe fantastico. Mi piacerebbe che i tifosi vedano ogni partita quello che mettiamo in campo".

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