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Bosman: "Ho cambiato il calcio e sono stato abbandonato. La madre di Rabiot mi ha chiamato"

di Lorenzo Di Benedetto
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© foto di José María Díaz Acosta

Jean-Marc Bosman, l'uomo che ha rivoluzionato il calcio con una sentenza che ha fatto la storia del calciomercato, visto che dal 1995 è possibile il libero trasferimento anche dei calciatori stranieri, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport nella quale ha parlato della stessa sentenza, lamentandosi poi del trattamento ricevuto in questi anni: "La famosa sentenza Bosman pronunciata nel 1995 fu il frutto di una mia intuizione. Ero nell’impossibilità di trovarmi liberamente una nuova squadra (il Dunkerque, in Francia, ndr ), senza subire i diktat del mio club, il Liegi. Quando ne parlai con i miei avvocati, erano molto restii sul fatto di poter scardinare il controllo di società e istituzioni sui movimenti dei giocatori. Invece mi dicevo che si trattava di un’anomalia in un periodo storico per l’Europa, che nei suoi stessi statuti garantiva la libera circolazione a tutti i lavoratori, salvo che a noi calciatori. I miei avvocati mi dicevano che era un’utopia, invece fui un visionario perché permisi così di aprire in seguito il mercato anche ai giocatori extracomunitari. Oggi persino il Real Madrid che guida il progetto Superlega a volte schiera formazioni magari con un solo spagnolo in campo".

Il calcio di oggi le deve molto.
"Certo, perché liberalizzandone la circolazione, i giocatori comunitari hanno potuto muoversi ed esportare i loro talenti, facendo le fortune dei grandi club e delle grandi competizioni. Ma a me non ne è venuto mai in tasca neanche un centesimo. Anzi, non sono neanche mai stato invitato da Fifa o Uefa a un qualche evento. Nessun grande club mi ha mai teso la mano, quando invece dovrebbero dedicarmi una statua. Oggi riesco a vivere grazie a una pensione di disabilità dovuta alle mie cervicali. A parte la Fifpro, il sindacato internazionale dei giocatori, solamente un giocatore delle nuove generazioni mi ha davvero aiutato in questi anni".

Tipo?
"Di Adrien Rabiot che dopo aver vissuto quel che ha subito al Paris Saint Germain, che lo aveva messo fuori rosa perché rifiutava di rinnovare il contratto, ha capito l’importanza della sentenza Bosman che ha dato garanzie e grandi libertà ai giocatori. Sua madre, Véronique, un giorno mi chiamò dicendomi che erano molto sensibili al fatto che fossi stato abbandonato da tutti, così in seguito è venuta a casa mia, con un amico e un altro suo figlio, e sono intervenuti per darmi un sostegno. Poi, nel 2020, in occasione dei 25 anni dalla sentenza sul mio caso, anche la Fifpro, che mi è stata sempre vicino, mi ha versato una donazione che mi permette di vivere oggi con mio figlio. Uefa e Fifa su ogni contratto dovrebbero invece prevedere una percentuale, anche infima, dello 0,01 per cento, solo per me".

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Sabato 11 Maggio 2024
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