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Bologna, Mihajlovic: "Giocando così possiamo salvarci”

di Elena Rossin
Fonte: Torinogranata.it
Sinisa Mihajlovic
Sinisa Mihajlovic
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

L’allenatore del Bologna, Sinisa Mihajlovic, in conferenza stampa ha commentato la vittoria sul Torino, parlato dei progressi della sua squadra e in cosa deve migliorare e del Var. Ha anche detto di essere dispiaciuto per i suoi ex giocatori e per i tifosi granata per la sconfitta. Non ha mancato di ricordare l’ex presidente del Bologna deceduto nei giorni scorsi. Queste le sue parole:
Tre punti fondamentali per la corsa alla salvezza. Partita vibrante e giocata da entrambe le squadre in modo frenetico in certi momenti, Come ha visto la sua squadra?
“Penso che per ciò che abbiamo fatto in campo abbiamo meritato la vittoria. Abbiamo segnato tre gol contro una delle migliori difese del campionato italiano e altri due gol sono stati annullati. Sapevamo che avremmo incontrato una squadra fisica, “sporca” perché fa giocare male gli avversari e, come avevo detto ai ragazzi, dovevamo pareggiare i conti anche da questo punto di vista poiché se avessimo avuto la meglio sulle seconde palle e sui duelli individuali, tenendo così testa al Torino, sarebbe uscita fuori la nostra tecnica e la nostra bravura. E così è stato. I ragazzi sono stati bravi a interpretare la gara, anche se non è stato facile poiché siamo andati in svantaggio, però, poi abbiamo recuperato. Nella ripresa ci hanno annullato un gol e poteva esserci un calo di tensione, ma dopo pochi minuti ne abbiamo fatto un altro. Siamo anche rimasti in dieci e abbiamo preso il secondo gol, ma i ragazzi hanno tenuto. Sul piano fisico siamo stati sempre perfetti, ma stiamo migliorando molto anche dal punto di vista mentale e quando soffiamo lo facciamo da squadra, c’è spirito di gruppo e ogni giocatore fa qualche cosina in più che ci permette di portare a casa il risultato.
Mi dispiace per i miei ex giocatori e per il pubblico di Torino per la sconfitta, ma sono convinto che abbiano tutte le carte in regola per andare in Europa. Sono contento per i miei giocatori e per i tifosi del Bologna perché tutti iniziano a credere che se giochiamo così abbiamo tante possibilità di salvarci”.
Per lungo tempo la squadra è stata alta e non ha temuto il Torino, ha l’impressione che ci sia stato un passo in avanti?
“Siamo stati alti anche a Udine, a Roma e con la Juve. Con tutte le squadre la prestazione c’è sempre stata, ma per avere equilibrio ci serve camminare su due gambe. Ed è in questo che dobbiamo migliorare. Noi prima camminavamo su una gamba, eravamo a posto dal punto di vista fisico, ma non ancora da quello mentale. Abbiamo lavorato molto sulla testa e diciamo che dalla settimana scorsa abbiamo iniziato a camminare su due gambe perché siamo cresciuti molto dal punto di vista mentale. Nelle interviste televisive ho parlato della resilienza e che se ci sono momenti difficili bisogna essere capaci di gestirli senza andare in ulteriore difficoltà e crederci sempre e avere spirito di gruppo. I ragazzi hanno assimilato tutto questo e lo stanno mettendo in pratica perciò sono molto contento dei progressi dal punto di vista mentale perché questa è la cosa più difficile da fare”.
Quanto lei ha influito in questi cambiamenti? E come si spiega che Palacio giochi come se fosse un ragazzino a trentasette anni?
“L’allenatore cerca di trasmettere le proprie idee e di convincere i propri giocatori a fare ciò che vuole e poi sono i giocatori ad andare in campo. Loro sanno che se non hanno coraggio non giocano e se vogliono giocare devono farlo per vincere e non solo per non perdere. Fino a quando hanno quest’atteggiamento si può anche perdere e non me ne importa niente perché so che con questa mentalità con le squadre che sono al nostro stesso livello o appena un pochino superiore - non è il caso del Torino perché è di un livello ben più alto del nostro – possiamo giocare alla pari e anche vincere. E’ l’unica strada per salvarci.
A parte Palacio, ma quando si vince non mi piace parlare dei singoli. Comunque penso che tutti abbiano fatto una grande partita altrimenti non avremmo vinto. Bisogna fare i complimenti al nostro preparatore fisico perché tutti stanno bene, recuperano e fino a quando hanno forze giocano. Palacio mi ha detto che quando si tira giù i calzettoni è il momento che io lo cambi e allora quando ho visto che ha iniziato ad abbassargli gli ho detto “Tienili su, tienili su” e lui li ha tirati su e così è riuscito a giocare tutta la partita (risate generali, ndr)”.
Quanto si gode questa vittoria, al di là del suo passato in granata, visto che è stata la miglior partita da quando è arrivato?
“Come ho detto, stiamo migliorando di partita in partita e i miglioramenti si vedono dal punto di vista fisico, della mentalità e del gioco.

In sette partite abbiamo fatto più di cento tiri in porta e non è facile per una squadra che si deve salvare, infatti, per il gioco non sembriamo una squadra che si deve salvare, ma una che sta nella parte sinistra della classifica. Per le prestazioni fatte finora abbiamo qualche punto in meno, con la Roma non meritavamo di perdere e neppure con la Juve dove il pareggio sarebbe stato sacrosanto. Giochiamo e pensiamo solo a noi stessi continuando su questa strada e migliorando dove dobbiamo e proseguendo a fare bene ciò che già stiamo facendo bene. Pensiamo partita per partita e poi alla fine si vedrà, ma sono convinto che se giocheremo con questo spirito, se manterremo quest’atmosfera, se i ragazzi andranno in campo e si divertiranno sapendo che ci si può divertire anche soffrendo, allora con il connubio di tutte queste cose alla fine arrivano anche i risultati e le prestazioni, con tutto ciò che ne comporta”.
Il Bologna che aveva problemi a segnare con il Torino di reti ne ha fatte cinque, anche se due sono state annullate. In sette partite avete conquistato dieci punti, è il passo giusto per salvarvi? Basterà?
“Dipende anche dagli altri, ma io non mi preoccupo degli altri perché devo pensare alla mia squadra. Devo cercare di preparare bene la partita, allenare bene i giocatori dando loro fiducia e coraggio e conquistare più punti possibili. Forse nessuno pensava che facessimo punti con l’Inter e, invece, abbiamo vinto e anche con il Torino era una partita tosta e abbiamo vinto. Con la Roma e con la Juve si poteva anche perdere ed è stato così, ma meritavamo molto di più. Come ho detto, la prestazione c’è sempre stata e quando si gioca in un certo modo, offensivo e per vincere, magari si perde con avversari più forti, però, se gli avversari sono dello stesso livello con questo tipo di mentalità si vince. Ma si deve avere coraggio, si deve osare e giocare in modo diverso da come farebbe una squadra che si deve salvare che ha paura di perdere”.
Per il fuorigioco, preferirebbe che si tornasse alla vecchia regola quando si considerava la luce fra un giocatore e l’altro e non si guardavano i millimetri tirando delle righe?
“C’è il Var e tutti devono essere sereni. Avrei preferito che il gol di Orsolini fosse stato valido, ma ho chiesto all’arbitro se c’era fuorigioco e mi ha detto di sì, quindi, non c’è nessun tipo di problema perché lo vedono al Var. Se poi il fuorigioco è per una spalla, un dito, un piede pazienza perché vale per noi e per tutti gli altri. Nessuno dovrebbe arrabbiarsi perché una volta capita a me e un’altra ad altri. Non bisogna andare a complicare tutto con la luce o l’ombra o il sole perché la tecnologia non sbaglia se viene utilizzata bene. Il Var è uno strumento che aiuta, poi, possono sbagliare qualche volta come con l’Inter, ma quella era una situazione differente, il fuorigioco si vede, anche se mi ricordo che quando ero allenatore del Torino nella gara con il Verona ci fu un errore su un fuorigioco, ma si era all’inizio e anche gli addetti al Var dovevano migliorare”.
Non era con il Bologna?
“No, con il Verona quando la riga fu tracciata male, vincevamo due a zero e poi pareggiammo due a due per il fallo da rigore di Molinaro, ma prima Kean, se non ricordo male il nome del giocatore (si ricorda perfettamente, ndr), aveva segnato in fuorigioco”.
Ha tre centravanti con caratteristiche differenti che le permettono di sfruttare il modulo, ma giocare con modalità diverse. Palacio falso nueve è studiato o una casualità?
“Tutti e tre possono giocare, anche se hanno caratteristiche diverse e ognuno è forte per certi aspetti. Santander è forte fisicamente, sa proteggere la palla ed è bravo di testa, ma attacca meno la profondità. Palcio con il Torino ha protetto tutte le palle e ogni volta che partiva andava via all’avversario e dà meno punti di riferimento. Destro, per come lo conosco io e per come gioca adesso, è uno d’area e se gli si dà una palla gol la butta dentro. L’importante è averli tutti e tre disponibili, ma purtroppo, ce ne manca sempre uno. Continuiamo così e vediamo dopo la sosta cosa succede con Santander, ma Destro sicuramente migliorerà nella condizione”.
Ha incontrato Cairo? Che cosa è successo alla fine con Moretti quando c’è stato un battibecco?
“Cairo non l’ho incontrato, non so dove fosse. Non c’è stato un battibecco tra me e Moretti, ma tra lui e Mbaye. Si erano presi e io sono andato a dividerli, ma non so che cosa sia successo. Ho detto a Mbaye che visto che era già successo con la Juve la prossima volta non andrò più a difenderlo e lo farò menare (risate generali, ndr).
Poi Mihajlovic, prima di concludere la conferenza stampa, ha voluto ricordare l’ex presidente del Bologna Cipollini defunto nei giorni scorsi: “Vorrei dedicare in un certo senso la vittoria al defunto ex presidente del Bologna Cipollini e fare le condoglianze da parte mia a tutta la sua famiglia”,

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Martedì 30 Aprile 2024
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