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Berlusconi: "Con Sacchi cambiammo il calcio. Storia meravigliosa"

di Michele Pavese
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© foto di Alberto Lingria/PhotoViews

È cominciata la settimana che porterà ai festeggiamenti per i 120 anni del Milan (fondato il 16 dicembre 1899), che verranno celebrati domenica prossima, prima e dopo la sfida contro il Sassuolo. Attraverso il profilo Twitter, il club rossonero ha pubblicato un video con alcune dichiarazioni rilasciate da Silvio Berlusconi, presidente artefice di tanti successi, che ha raccontato il suo legame con il Milan: "Ero un milanista da sempre, andavo allo stadio con mio papà. Avevo il Milan nel cuore. Quando vidi che il Milan era in difficoltà, decisi di entrare in campo e da lì è iniziata una storia meravigliosa. Non fu una scintilla, ma un incendio: nel primo anno abbiamo gestito il Milan costruito dalla precedente proprietà, poi abbiamo fatto una campagna acquisti importante. Abbiamo incontrato Sacchi, che ci dava delle garanzie circa il modulo, il comportamento in campo e la capacità di creare un grande gruppo. Abbiamo stabilito fin da subito un programma, che in molti all'inizio hanno ritenuto troppo ambizioso, e lo abbiamo rispettato con la vittoria dello Scudetto, poi quella della Coppa dei Campioni e infine quella della Coppa Intercontinentale. Abbiamo fatto dei veri e propri esercizi spirituali, convocai tutti coloro che lavoravano nel Milan al Castello di Pomerio, dovevamo essere tutti uniti per arrivare ai nostri obiettivi".

L'importanza di Arrigo Sacchi - "Mi è piaciuto molto perché era una persona rispettosa, umile e che rispondeva con precisione alle domande che gli venivano poste. Capii fin da subito che era la persona giusta per noi. In quel periodo, in Italia, dominava una filosofia difensivista nel calcio, soprattutto quando si andava i trasferta, dove si giocava solo di contropiede. Noi volevamo una squadra che scendeva in campo per vincere, convincere e fare tanti gol".

L'opera di persuasione nei confronti di Van Basten - "Lo conoscevo attraverso la stampa e la tv e quindi andai da lui con la convinzione di doverlo a prendere a tutti i costi. Lui non voleva venire in Italia, quindi dovetti mettere in campo tutte le mie capacità di convincimento. Alla fine arrivò qui e sappiamo tutti come è andata".

Il rapporto con gli allenatori - "Solo Sacchi, Capello e Ancelotti sono stati i tecnici con cui ho collaborato pienamente e di raggiungere una grande sintonia. Andavo d'accordo con loro, ci sentivamo spesso e concordavamo sulla squadra da mandare in campo".

Vittorie e obiettivi raggiunti - "Gli obiettivi che ci eravamo prefissati erano traguardi a cui nessuno credeva e quindi sono assolutamente soddisfatto di quello che abbiamo fatto. Grazie alle vittorie del Milan, sono il presidente di club che ha vinto di più a livello mondiale".

L'affetto dei tifosi - "Quando vado in giro e incontro la gente, c'è sempre qualcuno che mi dice di essere milanista e mi ringrazia per il Milan che abbiamo costruito. Questo non succede solo in Italia, ma anche all'estero".

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