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Allegri e le sirene arabe...intanto la Juve perde a Napoli

di Redazione TMW
Fonte: Antonio Paolino per BIANCONERANEWS.IT
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La partita più attesa dell'anno per il Napoli è quella da provare a gestire, nella maggioranza dei casi, con meno pressioni possibili dalla Juventus. Ogni volta, però, un motivo diverso per non catalogarla come una semplice sfida sul campo.
Ad accendere gli animi partenopei ci ha pensato quest'anno, con attivismo cinematografico, il “Dela”, regista impeccabile della sceneggiatura comica atta a nascondere le malefatte post scudetto.
Scelte e conseguenze che ai suoi tifosi prova a far digerire con i soliti attacchi sragionati. Fortunatamente non tutti abboccano, aspettando però le indiscutibili verità del campo che inesorabili sono arrivate con la sconfitta più immeritata del campionato.

Sconfitta – Chiariamo subito, ma non sembri una giustificazione, che il risultato è bugiardo. La Juve avrebbe meritato il pari e addirittura qualcosa di più fosse riuscita a non passare in svantaggio. Pesano sicuramente le imprecisioni iniziali di Vhahovic e la pesante ingenuità di Nonge nell'intervenire su Osimhen che ha generato il primo rigore a sfavore di questo campionato.
Troppi errori davanti alla porta avversaria al pari dell'ingenuità mostrata da quei giovani che andrebbero utilizzati non a mezzo servizio e soprattutto mai nei momenti più delicati della partita. Anche se poi la si poteva raddrizzare evitando di far arrivare Raspadori sulla respinta del rigore e calciando in porta con Rugani allo scadere. Il calcio però è anche questo anche se è difficile da accettare quando vesti la maglia bianconera.
Non è già vera Juventus per quello che neppure troppo gelosamente riesce a nascondere l'organico, ancor meno quando si è costretti a rinunciare a due giocatori essenziali come Rabiot e McKennie, comunque non mal sostituiti da Miretti e Alcaraz. Meglio il primo rispetto all'argentino anche solo per una questione di “esperienza” cresciuta col numero di presenze.
Questa Juve è tra le più giovani della storia centenaria: addirittura sei i giocatori poco più che ventenni, di buona prospettiva, ma non ancora in grado di fare, da soli, la differenza. Forse ci riusciranno nella Juve che Giuntoli sta necessariamente progettando con l'innesto di buoni giocatori con esperienza.

Allegri d'Arabia – Al di là del risultato negativo che rimette in scia il Milan, tengono banco le dichiarazioni del manager di Allegri, ma anche il senso delle risposte del tecnico sul suo rinnovo. Il contratto pende ancora per un anno a favore di Max, ma lo spiraglio per proseguire assieme si sta assottigliando. Di non facile lettura, eventualmente, l'insoddisfazione del club, dice il manager Branchini, più comprensibile seguendo invece la logica filo-societaria (di una parte) di ipotizzare un cambio in panchina a fine campionato. Resta in mezzo una doppia certezza, difficile da smentire: l'offerta arrivata a gennaio ad Allegri dall'Arabia e la volontà di aspettare, comunque, la prima mossa della Juventus. Tu chiamali se vuoi...cambiamenti.

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