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Felice D'Amico, l'esordiente della Samp si è preso Genova in un anno

di La Giovane Italia
Daniele Buffa/Image Sport
Daniele Buffa/Image Sport
La Sampdoria ha fatto uno scatto deciso verso la salvezza, con due successi consecutivi che hanno permesso ai blucerchiati di portare a sette le lunghezze di margine sulla zona rossa. Un uno-due prezioso, nel quale c’è stato spazio anche per l’esordio in Serie A di un giovane doriano, premiato da Ranieri con la ciliegina sulla torta di un’annata che promette di lanciarlo verso palcoscenici importanti.

Esordio vincente - Felice D’Amico è arrivato a Genova da quasi un anno, ma non ha perso tempo per imporsi nell’ambiente blucerchiato. Rilevato dall’Inter in prestito, con obbligo di riscatto che lo farà diventare doriano al 100%, il classe 2000 ha vissuto un’annata da assoluto protagonista con la Primavera di mister Cottafava. Nove reti in diciassette gare, numeri da trascinatore che avevano portato la giovane Doria in zona playoff, prima dell’interruzione dei campionati. Davvero un rendimento niente male per l’esterno offensivo siciliano, che dopo i trascorsi con poco spazio in nerazzurro si era prepotentemente rilanciato già nella seconda parte dello scorso campionato, grazie a un prestito brillante vissuto con la maglia del Chievo. Impatto replicato, e se possibile migliorato, anche nella Genova blucerchiata. Tanto da meritarsi prima la chiamata per gli allenamenti con la prima squadra alla ripresa delle attività, e poi il debutto in Serie A nel match casalingo contro la Spal, prendendo il posto di Linetty nel finale di gara.

Personalità - Dopo gli inizi come trequartista dai tocchi raffinati, D’Amico si è trasformato in un vero e proprio jolly offensivo, capace di incidere su entrambe le corsie come esterno di corsa e qualità e di rendersi molto pericoloso anche agendo come seconda punta. Il completamento dello sviluppo muscolare gli ha permesso di fare sfracelli a livello giovanile, partendo dalla prediletta fascia sinistra per convergere al centro e liberare il suo destro potente. Mandelli al Chievo e Cottafava alla Samp, poi, sono riusciti a domare la personalità straripante del ragazzo siciliano, traendo il massimo da un giocatore letteralmente affamato di calcio, che vive in tutto e per tutto per il pallone. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: D’Amico è diventato in men che non si dica il leader della Primavera doriana, lanciandola alle porte dei playoff e vedendosi spalancare quelle della prima squadra. Il debutto in Serie A è una pagina da tenere nel cassetto dei ricordi più belli. Un punto di partenza non scontato e da custodire gelosamente, sul quale costruire una carriera in grado di rispettare le premesse mostrate nel percorso giovanile.
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