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Buffon: "La stagione del ritorno a Parma la più difficile. In spogliatoio non condividevamo niente"

di Redazione ParmaLive.com
per Parmalive.com
Fonte a cura di Cristian Piccioni

In occasione della prima puntata della rubrica "FENOMENI", disponibile sul canale YouTube di Prime Video Sport, Luca Toni ha fatto visita a Gianluigi Buffon per ripercorrere gli episodi clou della carriera dell'ex numero 1 del Parma (leggi QUI la prima parte). Oltre ai tanti momenti felici, Buffon ha ricordato anche quelli più tristi, come quello che ha portato poi Buffon a dare il suo addio al Parma ed al calcio giocato, al termine della scorsa stagione, con la mancata promozione in Serie A dei crociati: "È stata una pagina triste per me per come concepisco il calcio e per come faccio le mie scelte. Sarebbe stata la chiusura di un cerchio, però le cose perfette non riescono mai. Smetto di giocare perché durante lo spareggio con il Cagliari, verso fine primo tempo, mi faccio male nuovamente al polpaccio; non avevo più voglia di fare il percorso di tre mesi fermo e fare fisioterapia e non potevo diventare un peso per la squadra. Nel momento in cui percepisci che le tue condizioni non ti permettono di essere importante per la squadra, è giusto farsi da parte".

Gigi ha poi voluto ricordare delle difficoltà incontrate a Parma nella sua prima stagione al ritorno in maglia gialloblù, immediatamente successiva alla retrocessione del club: "Penso di aver fatto un'ottima stagione quell'anno a 44 anni. Eravamo partiti con l'obiettivo di tornare in Serie A ma abbiamo finito la stagione tredicesimi e penso che se ci siamo salvati un po' di merito è anche mio. Le difficoltà che ho incontrato nello spogliatoio a Parma, nella prima stagione non le ho trovate da nessuna parte, non condividevamo niente. C'erano ragazzi da ogni parte del mondo, catapultati a Parma, per cui non c'era dialogo, non c'era condivisione. Il secondo anno di Parma è stato diverso perché secondo me è stato molto bravo l'allenatore e il suo staff a coinvolgere un po' tutti".

C'è poi stato spazio per commentare le voci che vedevano un possibile ritorno a Parma in veste di dirigente: "Sì, girano alcune voci. La casa a Parma l'ho tenuta perché per me tornare a Parma è stato un sogno; ho ritrovato le persone che volevo, l'ambiente che volevo, quello che sapevo mi avrebbe fatto star bene. Io dico sempre che Parma è stata la mia "mamma"e la Juventus il mio "papà". Ho fatto 13 anni a Parma, 20 alla Juve, devo tantissimo a tutti e due gli ambienti perché mi hanno fatto crescere molto. Adesso sto studiando anche per diventare dirigente. Se dovessi andare da qualche parte a fare il dirigente è perché spero di poter fare la differenza come l'ho fatta da calciatore; per come son fatto io non potrei accettare dei ruoli figurativi, di immagine".


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