Felipe Sodinha, il talento che non poteva non bere e mangiare. Genio e sregolatezza
Genio e sregolatezza. Perché sarebbe bello capire dove sarebbe finito Felipe Sodinha se non avesse dedicato la propria vita extra campo a mangiare e a bere. Che si potesse intuire già dal nomignolo del padre non è in discussione: veniva chiamato Soda, per il suo amore per le bibite gassate. Anche lui calciatore, ma in altri tempi dove, probabilmente, era più semplice gareggiare preferendo la Soda all'acqua.
La sua avventura in Italia inizia grazie alla famiglia Pozzo. Negli anni lo scouting dell'Udinese è sempre stato all'avanguardia, prendendo anche Sodinha dal Brasile - dal Paulista - e portandolo nel Belpaese. L'Udinese di quegli anni è straordinaria, partendo da Di Natale a Iaquinta, passando per Quagliarella. Passa al Bari, alla Paganese, al Portogruaro, alla Triestina. Una pausa per inattività, il Brasile di nuovo (al Cearà) e poi il trasferimento al Brescia, dove fa vedere le sue cose migliori.
Per capirci cosa pensava Luigi Corioni, suo ex presidente, basta le parole rilasciate nel 2014. "Guardate che in serie A nessuno ha la sua classe. E’ stato bravo a rimettersi al passo, ha ancora 2-3 chili da perdere, ma lo seguiamo giorno dopo giorno, perché un talento così non si può perdere" Oggi Felipe Sodinha compie 36 anni.