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Da Craiova all'Uefa via fair-play: il Milan scopre amici e nemici

di Luca Serafini
per Milannews.it
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Del nuovo Milan in Romania si è visto poco, al di là dei nomi. Era logico che alla prima gara ufficiale si cercassero più posizioni e movimenti che fantasia. Primo tempo in surplace, con un brivido enorme sventato alla grande da Donnarumma e un palo di Cutrone. Terzini alti (ma Rodriguez deve cercare di più il fondo), poche geometrie a centrocampo con Kessie onnipresente sia pure qualche volta un tantino lezioso, Montolivo in evidente ritardo, Bonaventura a caccia di varchi, i tre attaccanti ognuno per conto suo con Njang volenterosamente legnoso e Borini parecchio impacciato (come nel finale Andre Silva). La sblocca allo scadere proprio il terzino svizzero con un colpo astuto su punizione. 

Ripresa non molto meglio, anzi più incollata con i rumeni pericolosi in un paio di occasioni. Gli uomini di Denis Mangia hanno più gamba e più fiato. I rossoneri chiudono in affanno, senza tiri in porta: contava il risultato per il momento, mettiamola così. Tra poco arrivano i nostri. Biglia e un centravanti servono presto. Molto presto. Il resto piano piano migliorerà. 

A proposito di nostri. Ci sentiamo un po' tutti finanzieri. Analisti. Contabili. Ragionieri. Ispettori. Il lungo interminabile sconcertante cammino verso il closing per il passaggio del Milan a Mr. Li ha suscitato giustamente discussioni, diffidenza, perplessità, dubbi. Giudizi. Adesso per assurdo è la parte sportiva che appare più solida dell'operazione stessa, ancora attaccata ai fianchi dai sospetti di un altro futuro passaggio di mano (dai cinesi a Elliott) e dall'Uefa sollecitata a quanto pare da diversi club seccati per la disinvoltura spendacciona dei rossoneri.

Al di là delle considerazioni specifiche sulle centinaia di milioni che Fassone e Mirabelli hanno speso più o meno a rate in soli 2 mesi, che al momento non possiamo seriamente valutare non avendo che qualche elemento sulla provenienza del denaro, sarebbe ora di fare chiarezza - e molta - sulle regole del Fair Play finanziario e l'atteggiamento dell'Uefa medesima. 

La nuova proprietà rossonera avrà 4 anni, in quanto fresca di investitura e assente dalle

Coppe sino a luglio 2017, per ripianare i conti e rispettare le regole. Che sono queste, appunto. Nel frattempo (a novembre) dovrà sottoporre il suo piano all'organismo europeo. Dove compariranno le vere strategie cinesi comprendendo il rilancio della squadra, innanzitutto, ma anche di conseguenza quello del brand, del marketing, dei prodotti legati al marchio. Con gli optional dell'eventuale ingresso in Borsa (asiatica?) e la costruzione dello stadio. 

Durante i prossimi 3-4 anni è evidente che il Milan, per male che vada, non dovrà rifare la squadra ogni stagione, bastando 1-2 acquisti ogni volta magari compensati da altrettante cessioni. In questa logica l'età dei nuovi acquisti, Biglia a parte, è stata accuratamente mantenuta sotto la soglia dei 30 anni o addirittura poco al di sopra dei 20. 

Al momento quindi nessuna regola sarebbe stata infranta, tanto meno quella sulle fideiussioni per i cartellini dei giocatori. Di questo il management è convinto e consapevole. Per sparare sui tesorieri del Milan ci sarà tempo, quindi. Per il momento godetevi lo spettacolo. 


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Venerdì 26 Aprile 2024