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IL SANTO DELLA DOMENICA - Ci stiamo abituando alla mediocrità ed è grave. Servirà cambiare tanto, a partire dalla mentalità

di Alessandro Santarelli
per Tuttojuve.com
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La lenta agonia prosegue. Neppure contro un Milan ai minimi termini la Juve riesce a portare a casa la vittoria, che a conti fatti avrebbe pure meritato. Ma quando non riesci mai a fare gol, l’impresa diventa titanica. Un pareggio che sa di punti persi, un brodino che serve veramente a poco, e che costringerà la squadra di Allegri a mettere insieme almeno sei punti nelle ultimi 4 partite, per blindare matematicamente la zona Champions. Diciamoci la verità: è triste al 28 aprile fare i calcoli, ipotizzare scenari che onestamente dovevano e potevano essere già chiusi. Ma di fronte ad un girone di ritorno pessimo, non degno della storia e del blasone della Juve, stringere i denti sarà ancora necessario. Certo, il calendario casalingo da una mano, visto che a Torino arriveranno la già retrocessa Salernitana e il Monza tranquillo all’ultima giornata, ma la qualificazione alla prossima Champion doveva già essere chiusa. L’occasione con il Milan era ghiotta, ma la squadra, anche sfortunata, non  sembra avere la forza né mentale né agonistica di indirizzare le partite. Se poi tiri 18 volte verso la porta e non segni mai, beh vincere diventa impossibile.

C’è poi un clima che non sembra, eufemismo, proprio sereno. Ormai ogni cambio viene accolto con relative “ proteste” da parte dei giocatori. A Roma è toccato a Cambiaso, ieri a Vlahovic, altre volte a Chiesa. Segnali non proprio positivi, conoscendo anche la tradizione juventina, dove questi atteggiamenti non vengono apprezzati e soprattutto non sono cosi frequenti. Segnale di una scollatura ormai evidente squadra allenatore? Può darsi, ma ognuno si deve assumere le proprie responsabilità, perché sia chiaro che questa situazione e questa lunga agonia è frutto di una squadra che si è sciolta non appena perse le sicurezze e le ambizioni. Tutti responsabili, nessuno escluso, tutti dovrebbero sentirsi sotto esame in vista della prossima stagione. La sensazione, nel vedere giocare, giocare?, questa squadra è che vorresti sempre in campo chi sta in panchina.

Dentro Yildiz? Si rimpiange Chiesa, dentro Vlahovic? Peccato che non c’è Milik..Lo zero a zero dello Stadium, racconta di una partita di livello davvero basso, dove sono bastate poche accellerazioni per mettere in difficoltà il Milan, mai pervenuto nell’area di rigore bianconera. Eppure, eppure siamo sempre qui a fare i conti con una certa paura guardando al sesto posto e a sperare che questa ennesima stagione da fegato amaro possa finire il prima possibile. Ma c’è ancora una qualificazione da raggiungere, e amici miei a questo punto terzo o quarto posto cambia davvero poco, e una finale di Coppa Italia da giocare. Poi la palla passerà a Giuntoli, che avrà un lavoro matto e disperato da portare avanti. Serve una rivoluzione, non aggiustamenti, perché la mediocrità non può appartenere alla Juventus.


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Giovedì 9 Maggio 2024