Gli impuniti
di Luigi Schiffo
Chi sono gli “impuniti” del calcio italiano? Forse quelli che nel 2001 hanno schierato da titolare un giocatore con il passaporto falso senza perdere a tavolino ogni gara in cui è stato schierato (come da regolamento), con conseguente retrocessione. Forse quelli che sono stati accusati di “illecito sportivo” dal Procuratore Federale di Calciopoli, ma non sono retrocessi perché la Relazione è arrivata in ritardo, nel 2011. Forse quelli che nel 2016 hanno patteggiato per le plusvalenze cavandosela con 90mila euro di multa mentre altri ci hanno rimesso 80 milioni della Champions. Forse quelli che hanno schierato in semifinale di Coppa Italia un giocatore graziato dal presidente federale per motivi politici violando il regolamento. Forse quelli i cui tifosi hanno esposto striscioni gravemente lesivi di una società avversaria che hanno visto tutti, tranne gli ispettori federali. Forse quelli nel cui centro di allenamento si è recato il Procuratore Federale per concordare una multa con l'allenatore (che da squalificato aveva parlato alla squadra nell'intervallo) e il giocatore (che aveva mostrato il dito medio ai tifosi avversari, per altro dopo un gol parso ai più irregolare) imputati. Forse quelli che potranno schierare quello stesso giocatore nel finale di stagione, nonostante le accuse di offese razziste di un avversario ritenuto credibile, in seguito ad un procedimento che ha ribaltato improvvisamente il funzionamento dei tribunali sportivi. Forse. Oppure sono gli onesti?